Giulia.Onofri
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12 min lettura
Analisi del testo maxi orale Maturità 2021, riepilogo su Dante: vita, opere, poetica
Fonte foto Wikipedia

Se da sempre Dante è uno degli autori cardine di tutta la Letteratura italiana, nel 2021 la sua importanza acquista un risalto maggiore poiché proprio quest’anno si celebra l’anniversario della sua morte. Il Sommo Poeta, scomparso ben 700 anni fa, continua attraverso i secoli e le generazioni a parlare a tutto il mondo attraverso una gran quantità di opere significative sia per la costruzione della lingua italiana e sia per l’importanza dei contenuti trattati. In cima alla vasta produzione del poeta fiorentino primeggia indiscussa la Divina Commedia, l’opera che gli ha conferito il primato poetico in tutto il mondo; accanto ad essa però ci sono altre opere minori di notevole importanza e fama.
Insomma, anche se Dante si studia nel programma di Letteratura italiana del terzo anno, il Paradiso è invece programma di quinto anno. È chiaro quindi che la commissione, in sede di Esame di Maturità 2021, potrebbe ragionevolmente chiedere l’analisi di un passo di un canto del Paradiso studiato durante l’anno a cui si deve essere in grado di collegare eventuali riferimenti alla vita e alle altre opere dell’autore. Per questo motivo, è opportuno farsi trovare preparati e avere una panoramica generale sulla vita, sulla poetica e su tutte le principali opere di Dante.

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Cenni sulla vita di Dante Alighieri

Dante nacque a Firenze nel 1265 da una famiglia appartenente alla piccola nobiltà guelfa. Ed è proprio la sua famiglia a decidere il suo matrimonio di interesse con Gemma Donati da cui nasceranno tre o quattro figli.
La sua formazione culturale è molto ampia e spazia dallo studio degli scrittori classici, della retorica, della filosofia, della teologia fino ad arrivare alle influenze letterarie contemporanee del “dolce stil novo”. Grazie ai gruppi fiorentini che frequenta, incontra Beatrice, una figura femminile sospesa fra un ideale e una donna realmente esistita (identificata con Bice, la figlia di Folco Portinari) che muore nel 1290.
Sul fronte civile, Dante si mostra come un uomo politicamente impegnato, dichiaratamente guelfo bianco, e partecipa in prima persona alla battaglia di Campaldino (1289) contro i ghibellini.
Nonostante la sua appartenenza alla Corporazione dei medici e degli speziali, viene escluso dalle cariche pubbliche dagli Ordinamenti di Giustizia di Giano Della Bella. Tra le numerose e accese lotte interne al Comune di Firenze che vedono da una parte i Neri guidati dalla famiglia dei Donati (a favore dell’ingerenza del Papa Bonifacio VIII e della Corte Angioina) e dall’altra i Bianchi guidati dai Cerchi (vogliono l’indipendenza del Comune e il potere temporale esclusivo dell’imperatore), Dante viene nominato priore.
Nel 1301, mentre si trovava a Roma o ad Anagni per intercedere presso il Papa Bonifacio VIII, gli Angioini prendono con la forza il potere a Firenze e Dante viene condannato a morte con l’accusa di falsario e barattiere. Da questo momento in poi il poeta inizia il lungo esilio che non gli permetterà mai più di rientrare a Firenze. Sarà infatti costretto a chiedere ospitalità nelle varie corti italiane tra cui quella di Cangrande della Scala a Verona. Muore nel 1321 a Ravenna, ospite del signore Guido Novello da Polenta.

La Vita Nuova

Si tratta di un’opera giovanile scritta in volgare dopo la morte di Beatrice che si concentra sulla rievocazione della sua esperienza amorosa. Contiene 42 capitoli in prosa e 31 liriche. Questa piccola opera, attraverso la rievocazione del passato e di Beatrice, vuole raccontare il suo percorso di elevazione morale e intellettuale.
Beatrice viene costantemente paragonata ad un angelo e viene lodata come simbolo di “donna gentile” e “onesta. E anche dopo la sua morte, la sua assenza reca dolore al poeta che prova un senso di smarrimento e di sconforto per una così insopportabile perdita.
A partire dalla Vita Nuova dunque, Dante inizierà a delineare il profilo di Beatrice come una figura salvifica, la stessa che proprio nella Divina Commedia lo guiderà attraverso i nove cieli, consacrandolo alla salvezza e alla gloria conclusive.

Guarda il video che spiega come si calcola il voto finale di Maturità 2021
a cura di Noemi David):

Il Convivio

Si configura come un commento in prosa, in volgare, di canzoni dottrinali, ed è però rimasto incompiuto. Lo stile è di tipo argomentativo poiché rispecchia l’intento che è quello di spiegare e commentare alcuni temi riguardanti la politica, l’etica e la filosofia del tempo di cui il punto di riferimento assoluto rimane Aristotele.
L’opera si divide in quattro trattati in cui Dante illustra temi riguardanti l’uso della lingua volgare e della scrittura, la filosofia, l’amore, la nobiltà d’animo e infine la necessità di mantenere una netta distinzione fra il potere temporale e quello spirituale incarnati rispettivamente nelle figure dell’Imperatore e del Papa.

Il De vulgari eloquentia

È un trattato contemporaneo al Convivio che come quest’ultimo si concentra sull’uso della lingua volgare e anche questo risulta incompiuto.
L’ideologia di base è quella di voler creare una lingua italiana unitaria: è scritto in latino poiché si rivolge ai dotti del tempo con lo scopo di convincerli, attraverso precise argomentazioni, della superiorità del volgare rispetto al latino. È un trattato dunque proiettato interamente sull’analisi e sulla genesi della lingua volgare: sono presenti digressioni che affondano le radici nella Bibbia con riferimenti alla prima lingua parlata dal primo uomo Adamo e alla torre di Babele, fino ad arrivare alle lingue romanze coeve.
La lingua volgare secondo Dante ha tutti gli elementi per assumere la dignità di volgare "illustre" che però, per essere tale, deve avere alcune qualificazioni necessarie: deve infatti essere cardinale, aulico e infine curiale. Questo tipo di volgare si adatta quindi bene allo stile più alto, ovvero quello tragico.

La Monarchia

È un trattato in latino suddiviso in tre libri nei quali Dante analizza il rapporto tra Impero e Papato con lo scopo di dimostrare la necessità di un potere civile autonomo, dunque privo di condizionamenti da parte di personalità ecclesiastiche come appunto il Papa.
Nei tre libri quindi Dante espone le sue tesi sulla necessità di una monarchia universale che, attraverso un governo unitario e solido, possa garantire la pace collettiva. Dopo una lunga digressione sull'origine divina dell’Impero romano, la cui realizzazione e grandezza dichiara che sono state volute da Dio, affronta il problema contemporaneo della divisione dei poteri di Impero e Chiesa che perseguono, per loro natura, due fini diversi: mentre l’imperatore deve garantire il bene terreno esercitando dunque il potere temporale, al Papa è affidata invece la cura delle anime e della fede attraverso l’esercizio del solo potere spirituale.

La Divina Commedia – Paradiso

La Divina Commedia è senza dubbio una pietra miliare della Letteratura italiana, oltre ad essere l’opera più importante di Dante.
Questo poema didascalico si divide in tre cantiche (Inferno, Purgatorio, Paradiso) ed è scritto interamente in terzine di endecasillabi. Si contano in tutto 100 canti complessivi (34+33+33), il numero perfetto. In quest'opera Dante racconta il suo personale viaggio di redenzione e di purificazione attraverso le tre dimensioni ultraterrene. È un poema ricco quindi di allegorie e di simboli, fortemente influenzati dalla teologia, dalla cosmologia medievale e dalla filosofia aristotelica. Gli stessi personaggi principali sono allegorie: mentre Virgilio rappresenta la ragione umana, Beatrice rappresenta la fede che consente la salvezza finale.
Tra contrappassi lungo la discesa nell’Inferno, pene purgatoriali nella salita del monte del Purgatorio e infine l’ascesa a Dio nella dimensione aerea ed evanescente del Paradiso, il viaggio esemplare del poeta si concluderà con la contemplazione finale di Dio, ultima tappa del suo itinerario di redenzione.

  • PARADISO
  • Una volta arrivato nel Paradiso terrestre, alla fine del Purgatorio, Dante può ascendere, guidato da Beatrice, attraverso i nove cieli, alla fine dei quali si trova l’Empireo, la sede di Dio e dei beati (la Candida Rosa) dove, nei canti conclusivi sarà affidato alla guida di San Bernardo che lo condurrà alla visione di Dio.
    A differenza delle altre due cantiche, nel Paradiso le anime non hanno più una natura umana e concreta ma sono pure essenze che sono formate da luci, colori, suoni e forme geometriche.
    Anche in quest’ultima cantica non mancano invettive contro la Chiesa e contro le forme di corruzione umana, fino ai canti conclusivi in cui si concentrano invece atmosfere di beatitudine assoluta dall’entrata nella Candida Rosa, la sede dei beati fino alla visione vera e propria di Dio.
    Data pubblicazione 1 Giugno 2021, Ore 12:10 Data aggiornamento 1 Giugno 2021, Ore 12:41
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