_antoniobernardo
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La teoria copernicana non è per Giordano Bruno (Nola 1548 - Roma 1600) solo un nuovo sistema astronomico e neanche una sola nuova ipotesi matematica: è una nuova concezione del mondo, la conquista di una verità e uno strumento di liberazione: "Questa è quella filosofia che apre gli sensi, contenta il spirito, magnifica l'intelletto e riduce l'uomo alla vera beatitudine, che può avere un uomo".
Ma Bruno andò per alcuni versi oltre Copernico e Galileo affermando l'infinità dell'universo e della relatività di tutte le posizioni dei corpi celesti; a causa della dimensione infinita, tutto è centro e periferia: "Il mondo essere infinito, e però non essere corpo alcuno in quello al quale simplicemente convenga essere nel mezzo o nell'estremo, o fra que' due termini...
Cotal spacio lo diciamo infinito, perché non v'è raggione, convenienza, possibilità, senso o natura che debba finirlo... La Terra dunque non è absolutamente in mezzo dell'universo, ma al riguardo di questa nostra regione... Così si magnifica l'eccellenza di Dio, si manifesta la grandezza dell'imperio suo: non si glorifica in uno, ma in Soli innumerevoli; non in una terra, in un mondo, ma in duecentomila, dico in infiniti". giordanobruno.jpg (Opere italiane, I, 275, 309)
Movimento e mutamento sono per Bruno realtà positive. Quiete e stasi sono sinonimo di morte. Solo ciò che muta è vivente e la perfezione coincide con il divenire e il mutamento. Bruno si richiama a Democrito, Epicuro e Lucrezio che ritengono che tutto si rinnovi nell'infinito universo e che questo sia preferibile a quello di coloro che si sforzano "di salvare eterna la costanza dell'universo, perchè medesimo numero a medesimo numero sempre succeda e medesime parti della materia con le medesime sempre si convertano".
L'esistenza di mondi non coordinati e l'idea di un universo "posto a caso" è al centro della speculazione di Bruno. Copernico, Tyco Brahe, Keplero, Galilei e Newton (pur con significative differenze) mantengono invece ben salda l'immagine di un universo ordinato espressione di un disegno divino che si manifesta con principi, archetipi geometrici o leggi matematiche.
Il vuoto infinito della tradizione democritea e lucreziana diventa per Bruno una sorta di sede naturale per il sistema solare di Copernico e per una pluralità di altri sistemi simili. Si è parlato a proposito dell'universo di Bruno (che anticipa in qualche misura il panteismo di Spinoza), di astrobiologia: egli infatti non si limita a interpretare le sfere e gli epicicli come "empiastri e ricettarii per medicar la natura... al servizio di maestro Aristotele"; rifiuta anche la circolarità e la regolarità dei moti celesti e l'idea stessa di ogni movimento "continuo e regolare circa il centro"; afferma l'impossibilità, nell'universo fisico, di moti perfetti e forme perfette (come i solidi platonici da cui Keplero era all'inizio affascinato e condizionato). Nelle leggi dei moti dei corpi celesti Bruno vede qualcosa che è proprio dei singoli astri e pianeti ed affida alla "anima propria" degli astri stessi il cammino che essi compiono nei celi: "Questi corridori hanno il principio di moti intrinseco la propria natura, la propria anima, la propria intelligenza". È probabile che Bruno volesse farsi conoscere, dimostrare l’eccellenza della sua preparazione filosofica e della sue capacità didattiche, per ottenere un incarico d’insegnante, costante ambizione di tutta la sua vita. Anche la sua adesione al calvinismo era mirata a questo scopo; Bruno fu in realtà indifferente a tutte le confessioni religiose: nella misura in cui l’adesione a una religione storica non pregiudicasse le sue convinzioni filosofiche e la libertà di professarle, egli sarebbe stato cattolico in Italia, calvinista in Svizzera, anglicano in Inghilterra e luterano in Germania.
Il secondo dialogo del Cantus Circaeus è un manuale di mnemotecnica, l'arte «che mostra la via e apre l'ingresso a massime invenzioni», ove in particolare Bruno mostra come memorizzare il dialogo precedente. Al testo si fa corrispondere uno scenario che viene via via suddiviso in un maggior numero di spazi, come un appartamento diviso in stanze i cui mobili e i vari oggetti lì contenuti sono le immagini corrispondenti ai concetti espressi nello scritto.
Ricordo un bravissimo consulente britannico che per aiutare a memorizzare il Project Management Body of Knowledge (composto da un capitolo per ogni area di competenza: Scopo del lavoro, Tempi, Costi, Qualità, Rischi, Comunicazione...) suggeriva di rompere il fascicolo e mettere i vari capitoli in stanze diverse così quando si andava in soggiorno si rifletteva sulla comunicazione, in bagno sui tempi, in studio sui costi, in cucina sulla qualità, in camera da letto sui rischi, ecc. Un modo per memorizzare gli argomenti e superare l'esame per divenire Project Management Professional!
L'8 febbraio 1600 Giordano Bruno è costretto ad ascoltare inginocchiato la sentenza di condanna a morte per rogo; si alza e ai giudici indirizza la storica frase: "Forse tremate più voi nel pronunciare questa sentenza che io nell'ascoltarla". Dopo aver rifiutato i conforti religiosi e il crocefisso, il 17 febbraio, con la lingua serrata da una morsa perché non potesse parlare o lanciare maledizioni, muore bruciato a Roma in Campo de' Fiori.
In Inghilterra, ad Oxford non tutti gradirono le novità di Bruno come testimonierà quattro anni dopo la sua morte l'arcivescovo di Canterbury Georg Abbot, che essendo stato presente alle lezioni di Bruno, scrisse. «quell'omiciattolo italiano... intraprese il tentativo, tra moltissime altre cose, di far stare in piedi l'opinione di Copernico, per cui la terra gira e i cieli stanno fermi; mentre in realtà era la sua testa che girava e il suo cervello che non stava fermo».
Bruno sperò d'ottenere il diritto del filosofo ad esprimere una sua concezione del mondo e del divino, lasciando alla Chiesa il governo delle coscienze del popolo; ma da un lato questa richiesta di libertà di pensiero si scontrò tragicamente con una età che stava invece imboccando la via dell'intolleranza e delle guerre di religione. Dall'altro, come profeta dell'infinito, Bruno inaugurava la grande lotta del pensiero moderno e della scienza contro ogni principio d'autorità e ogni tradizione dogmatica.

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