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Sintesi
creo_que_soy-off.jpg All’inizio dei corsi che compongono il biennio di specializzazione SIS avevo venticinque anni e provenivo da quella scuola che “forma” le menti scientifiche dei suoi allievi utilizzando il dogma empirico. Io stesso ho provato sulla mia pelle l’ebbrezza della tipica consegna “e ora ditemi cosa osservate”. In questo la SIS mi ha piacevolmente stupito. Perché sono rimasto gradevolmente sorpreso da quanto ho appreso durante la SIS? Perché l’ho trovato utile per il mio futuro! Voglio provare ad argomentare questa mia asserzione. [Questa tesi partecipa al concorso ""]
Grazie ai continui confronti/scambi avvenuti all’interno dei laboratori disciplinari con i miei futuri colleghi, alle esperienze di tirocinio e alle nozioni derivanti dai corsi trasversali di scienze dell’educazione sono convinto che entrerò in classe con un diverso approccio didattico da fornire ai miei futuri all’allievi. Diverso rispetto a come è stata presentata la disciplina al sottoscritto, sia durante le scuole medie superiori, ma anche all’università dove il tempo era appena sufficiente per trasmettere teorie, dimenticandosi completamente il “come mai le cose vanno così”.
La conseguenza di tutto ciò era la convinzione, nel sottoscritto, che l’insegnante di informatica dovesse sì far lavorare i suoi allievi in laboratorio proponendogli di lavorare con il linguaggio di programmazione più in voga al momento, ma ero altresì convinto di infarcire i miei studenti di “conoscenza informatica a go-go” rendendoli supertecnici esperti. Il tempo per i “come mai”, lo avrebbero dovuto trovare altrove, perché la scuola non serve a questo, la scuola deve fornire solo strumenti di lavoro e nozioni.
Sbagliavo. Mi sono reso conto che un buon insegnante scientifico, si adopera per formare delle menti brillanti, pronte ad elaborare loro stesse delle soluzioni ai problemi, senza cadere nell’errore di fornire ricette “pronte all’uso” o peggio ancora ad elargire un’ora di noiosissima lezione esclusivamente nozionistica! Con questo non voglio dire che saper usare gli strumenti e conoscere le nozioni sia totalmente inutile, voglio dire che tutto va proposto in maniera coordinata, sinergica. Gli strumenti di lavoro hanno senso se dietro c’è una mente che sa cosa vuole ottenere utilizzando quello strumento. Il saper usare lo strumento di per se non aggiunge nulla di scientifico, ma solo un’abilità tecnica. Come nulla aggiunge l’esclusiva conoscenza nozionistica. Le nozioni devono essere apprese non come “sapere da conoscere a memoria”, ma come linguaggio della scienza, da utilizzare nel modo e nel momento più opportuno.
L’informatica, come la chimica, la fisica ed in generale le materie scientifiche, ha la grande fortuna di poter far “innamorare” alla causa, se sottoposta nella maniera giusta. Ma, questo avviene solo quando, sia gli allievi che il professore sono predisposti a questo processo. L’idea di scienza come processo e non come prodotto è, secondo il mio parere personale, il vero nocciolo della questione. Pensare alla scienza come un prodotto elimina quel contributo inventivo, che ha come diretta conseguenza l’apatia scientifica. Infatti, il pensiero di dover mettere a disposizione della scienza in primo luogo le capacità osservative e “poi eventualmente la propria intelligenza", allontana giustamente le menti predisposte alla ricerca scientifica e con esse rallenta lo sviluppo scientifico stesso. Per ovviare a ciò si può e si deve fare molto, modificando la trasposizione didattica della scienza in modo da spostare la concezione di punto di partenza della scienza tramite “l’osservazione” verso quella “orientata al problema”.
D'altronde, dal mio punto di vista, la scienza è invenzione, vista come costruzione del sapere. I fatti sono i mattoni necessari per costruire l’edificio, ma se dietro la costruzione non vi è un geometra con un’idea/teoria, anche i fatti stessi perdono di efficacia non potendogli attribuire alcun significato e l’edificio prima o poi crolla. L’aneddoto del cappone induttivista, credo possa rappresentare un ottimo esempio sui “rischi” che corre chi crede che l’osservazione sia la base della scienza. Chiarito questo primo aspetto legato al come insegnare l’informatica, a mio parere è fondamentale soffermarsi sul perché risulti importante, al giorno d’oggi, avere nel proprio percorso di studi una materia come informatica? Una buona risposta può sicuramente essere fornita osservando i calcolatori presenti oggi nel mercato. [...]
Come si può notare troviamo la computazione nei settori più disparati della vita di tutti i giorni. In fondo alla scala troviamo i chip singoli incollati all’interno dei biglietti di auguri che suonano “Buon compleanno”, la marcia nuziale o altre melodie molto comuni.
A seguire troviamo i calcolatori che si trovano in telefoni, televisioni, forni a microonde, CD player, giocattoli, bambole e mille altri prodotti. Nel giro di pochi anni qualsiasi oggetto elettrico sarà dotato di un calcolatore.
Al terzo posto vi sono le macchine per video game, poi si passa ai personal computer (PC) a cui pensano quasi tutti quando sentono la parola “computer”. Questi includono i modelli desktop e notebook. Personal computer potenziati sono spesso utilizzati come server di rete (cioè computer che devono offrire servizi ad altri computer).
Dopo i piccoli server troviamo sistemi composti da molti personal computer, collegati (ad esempio tramite rete di comunicazione) in modo da realizzare una potenza di calcolo elevata, derivata dall’apporto della capacità di computazione di ogni singolo PC. Al settimo posto ci sono i mainframe in uso fin dagli anni ’60. Anche se estremamente costose, queste macchine sono spesso mantenute per via dell’ingente investimento in termini di software, dati, procedure operative e personale. Per molte aziende è più conveniente spendere qualche milione di dollari ogni tanto per acquistarne una nuova piuttosto che fare lo sforzo necessario a riprogrammare tutte le applicazioni per macchine più piccole.
Infine, dopo i mainframe si collocano i supercomputer, utilizzati per risolvere problemi di calcolo molto complicati in campi scientifici e ingegneristici, come, ad esempio, la simulazione di uno scontro fra galassie, la sintetizzazione di nuovi farmaci o i modelli del comportamento dell’aria attorno alle ali di un aereo.
Come si può notare la “fame di computazione” è in continuo aumento è il conoscere e saper usare lo strumento più utilizzato al giorno d’oggi per il calcolare è essenziale. Da una parte la necessità del saperlo utilizzare per gli scopi di tutti i giorni (come si è potuto vedere i calcolatori sono dentro molti apparecchi elettrici), dall’altra il vantaggio del conoscerlo approfonditamente per spendere questa competenza in ambito lavorativo, dove la richiesta di comprensione ed uso dello strumento informatico è in continuo aumento.
La storia ci ha insegnato che è un’esigenza di ogni fase storica possedere e conoscere uno strumento che ci aiuti a risolvere problemi di computazione sempre più complessi ed importanti per lo sviluppo dell’umanità. Quando Nepero inventò/scoprì i logaritmi riuscì a semplificare e velocizzare alcuni calcoli con un grande beneficio per la scienza, in particolare per l’astronomia. Le sfide che la scienza ci propone oggi richiedono uno sforzo computazionale ancora più importante sia per complessità che per velocità di risoluzione.
Quindi, l’approccio ad una disciplina come informatica deve essere vissuto dallo studente come una grande opportunità per avvicinarsi in modo significativo al mondo, teorico e pratico, di uno strumento al giorno d’oggi essenziale per soddisfare il “fabbisogno” di computazione richiesto dalle sfide che la scienza si propone di affrontare e dal mondo lavorativo.
Da questa premessa si può capire molto facilmente che l’insegnamento dell’informatica richiede molta attenzione sia da un punto di vista metodologico che da un punto di vista contenutistico. Noi insegnanti di informatica ci troviamo nella duplice funzione di non dover solo trasmettere nozioni, ma di costruire conoscenza, tenendo però ben presente che l’informatica è una disciplina a metà strada tra scienza e tecnologia e quindi il sapere da costruire deve contenere concetti e nozioni al passo con i tempi per raccogliere la sfide che ci propone la società da un punto di vista lavorativo e dello sviluppo. Ed è proprio grazie alla SIS che oggi mi sento maggiormente preparato ad affrontare questa sfida e partecipare a quella che viene definita la terza rivoluzione educativa.
Come appreso durante il corso di Sociologia, in questa “rivoluzione” il sistema scolastico svolge un ruolo importantissimo per la formazione della qualificazione al lavoro, che può essere considerata a tre livelli: – Conoscenza operativa: applicare determinate abitudini a certe funzioni – Conoscenza professionale: diagnosticare ciascuna situazione per stabilire il procedimento migliore – Conoscenza scientifica: identificare nuovi problemi e produrre sistemi autentici per risolverli, o pure per fronteggiare quelli vecchi. Cresce la domanda di conoscenza scientifica e professionale, laddove diminuisce quella di conoscenza operativa. Si tratta di passare da una conoscenza principalmente concreta ad una astratta e simbolica.
Un capitolo particolarmente importante della esperienza SIS lo ricoprono le attività di tirocinio (sia attivo che osservativo) grazie alle quali ho potuto sperimentare “dal vivo” le nuove competenze acquisite anche grazie al sostegno dei docenti accoglienti con i quali ho potuto confrontarmi. Da queste esperienze, e dai corsi di scienze dell’educazione, ho potuto capire che uno degli aspetti più importanti del rapporto insegnamento-apprendimento, fatte salve le necessarie conoscenze disciplinari, è la relazione. In tal senso l’insegnante deve acquisire una professionalità relazionale fondata sulle capacità di comprendere e capire, dove queste implicano la capacità di gestire l’incontro con l’altro per promuovere l’apprendimento e crescita. Il presente lavoro illustra le attività di tirocinio svolte dal 18.12.2007 al 15.01.2008 e dal 16.01.2008 al 08.02.2008 nelle classi 5 A Informatici Sirio e 5 B Informatici Abacus. L’intervento didattico si è svolta durante le lezioni di “Sistemi di elaborazione e trasmissione delle informazioni”.
È mia intenzione presentare le due esperienze simultaneamente, per fare uno spontaneo raffronto tra un’esperienza presso un corso serale e un corso diurno dello stesso istituto. Per facilitare il confronto tra le due esperienze, ho trattato in entrambi i casi lo stesso argomento “i protocolli applicativi di Internet” utilizzando però strumenti didattici e metodologici ben differenti, come emergerà da questa relazione. Il mio obbiettivo è proprio quello di mettere in evidenza come, pur trattando gli stessi argomenti, nello stesso identico istituto, la didattica da applicare è ben differente ed essa dipende da alcune variabili quali, in primo luogo, gli studenti stessi componenti il gruppo classe ed in secondo luogo da altri fattori, come la preparazione fornita dal docente ordinario stesso, quella fornita dagli altri insegnanti della classe, etc.
INDICE
Premessa
Parte prima: Le teorie di riferimento - 1.1 Modello teorico didattico - metodologico di riferimento - 1.2 Scelta dei contenuti in relazione alla disciplina e alle sue caratteristiche - 1.3 Scelta delle modalità dell’intervento e degli strumenti da privilegiare.
Parte seconda: Il progetto - 2.1 Contesto d’indirizzo e di classe in cui si inseriscono gli interventi didattici - 2.2 Scelta dei contenuti in relazione alla programmazione progettata dall’insegnante titolare e ai prerequisiti degli studenti ai quali si rivolge - 2.3 Descrizione sintetica del progetto dell’intervento didattico
Parte terza: Analisi del processo - 3.1 Svolgimento dell’intervento didattico e differenze fra intenzioni iniziali e intervento effettuato - 3.2 Osservazioni relative agli aspetti relazionali - 3.3 Analisi critica dei risultati della verifica - 3.4 Riflessione critica sull’esperienza didattica condotta, per identificare gli aspetti positivi o da correggere o per formulare proposte più efficaci.
Parte quarta: Aspetti metacognitivi dell’attività svolta - 4.1 L’epistemologia e la storia nella didattica dell’informatica - 4.2 Conclusioni e riflessioni generali sulle esperienze SIS e di insegnamento - Bibliografia essenziale.
Allegati
Allegato 1 Estratto dal POF dell’ITIS “A. Avogadro”
Allegato 2 Piano di lavoro Classe V A Sirio
Allegato 3 Piano di lavoro Classe V B Abacus
Allegato 4 Materiale fornito dal Tirocinante per la classe V A Sirio
Allegato 5 Materiale fornito dal Tirocinante per la classe V B Abacus
Allegato 6 Verifica Classe V A Sirio
Allegato 7 Verifiche Classe V B Abacus
salva.png Scarica la relazione finale tirocinio SIS - Scarica l'allegato 4 - Scarica l'allegato 5.
Estratto del documento

DI ORE

16 Gennaio I protocolli applicativi di Lezione partecipata con

2

2008 Internet e i servizi forniti supporto multimediale

18 Gennaio Il sistema DNS Lezione frontale con supporto

1

2008 multimediale

Il sistema di posta elettronica Lezione partecipata con

supporto multimediale e

23 Gennaio assegnazione/correzione di

2

2008 alcuni esercizi da svolgere in

gruppi a cui è seguita una

discussione collettiva

25 Gennaio Esercizi con Wireshark sul DNS Lavoro a gruppi

1

2008 e il sistema di posta elettronica

30 Gennaio Il WWW e HTTP: aspetti teorici Lezione frontale con supporto

2

2008 ed esercitazioni pratiche multimediale, lavoro a gruppi

1 Febbraio Il trasferimento di files e l’FTP Lavoro a gruppi

1

2008

6 Febbraio Verifica sommativa

2

2008 Consegna dei compiti in classe e Lezione partecipata

8 Febbraio correzione della verifica (recupero verifica per assenti

1

2008 sommativa tramite discussione orale)

Tabella 2 – Piano di lavoro per l’intervento didattico nella 5 B Abacus

Relazione Finale Il progetto 19

L’intervento didattico programmato per la classe V A Informatici Sirio comprende tredici ore così

articolate:

DATA NUMERO ATTIVITÀ SVOLTE METODOLOGIA

DI ORE I protocolli applicativi di Lezione partecipata con

18 Dicembre 3 Internet e i servizi forniti; Il supporto multimediale

2007 sistema DNS

Il sistema di posta elettronica Lezione partecipata con

supporto multimediale e

assegnazione/correzione di

21 Dicembre 2

2007 alcuni esercizi da svolgere in

gruppi a cui è seguita una

discussione collettiva

Esercizi con Wireshark sul DNS Lavoro a gruppi; Lezione

8 Gennaio e il sistema di posta elettronica; partecipata con supporto

3

2008 Il WWW e HTTP: aspetti teorici multimediale

ed esercitazioni pratiche

11 Gennaio Il trasferimento di files e l’FTP Lavoro a gruppi

2

2008 Verifica sommativa 1 e 2 ora: Verifica sommativa

15 Gennaio 3 3 ora: correzione Verifica

2008 sommativa

Tabella 3 – Piano di lavoro per l’intervento didattico nella 5 A Sirio

La composizione delle due classi, 5 A Informatici Sirio e 5 B Informatici Abacus, è assai

differente. Nel primo caso, trattandosi di una classe del corso serale, ho avuto a che fare con una

classe che, sulla carta, era composta da 28 studenti, ma in una sola occasione si sono raggiunte le 15

presenze, e comunque, difficilmente, gli studenti erano sempre gli stessi e soprattutto arrivavano

all’inizio della lezione. Nella maggior parte dei casi, gli studenti, arrivavano in classe a lezione

iniziata, molte volte a metà lezione. Questo ha creato molti problemi da un punto di vista della

continuità didattica, in quanto mi sono trovato a dover presentare argomenti a studenti che non

avevano le basi, spiegate dal sottoscritto magari l’ora prima. Questo ha rallentato parecchio lo

svolgimento del programma, e ha fatto si che, la programmazione didattica iniziale, nel caso della 5

Relazione Finale Il progetto 20

B Informatici Abacus fosse rispettata completamente, mentre nel caso del corso serale sia stata

realizzata solo per il 50% di quanto previsto.

La classe 5 B Informatici invece è composta da 16 studenti, tutti di sesso maschile. La

presenza unicamente maschile è abbastanza di routine per un istituto tecnico. Fin da una prima

osservazione è abbastanza fondato poter affermare che la classe è abbastanza tranquilla e attenta.

Affermazione che ha trovato riscontro per tutta la durata del tirocinio. Quasi tutti gli studenti

partecipano attivamente alle lezioni, solo alcuni tendono ad intervenire solo quando direttamente

interpellati, questo può essere dovuto alla timidezza. Gli studenti provengono per la maggior parte

da zone limitrofe alla città, solo 4 (il 25%) sono residenti fuori dalla città di Torino. La 5 B

Informatici Abacus è sostanzialmente omogenea in quanto la quasi totalità degli allievi proviene

dalla precedente classe 4 B Informatici Abacus, con la presenza di un unico ripetente. Per quanto

concerne la 5 A Informatici Sirio, invece la composizione è molto disomogenea perché gli studenti

provengono da esperienze molto differenti. Alcuni sono ripetenti del corso diurno svolto nell’anno

passato sempre presso l’Istituto Avogadro, alcuni provengono da corsi diurni di altri istituti, alcuni

hanno ripreso gli studi interrotti. Questo ha ulteriormente complicato lo svolgimento della didattica,

in quanto le lacune da recuperare erano molto differenti da studente a studente.

Per quanto riguardo i miei rapporti personali con le due tutor, la prof.ssa Carando e la

prof.ssa Dal Paos, devo ammettere di essere partito con un grosso vantaggio. In effetti, in entrambi i

casi, conoscevo molto bene le due docenti. In particolare la prof.ssa Carando è stata una mia

docente SIS per ben quattro corsi differenti, tra cui quello legati alla didattica delle Reti, da cui ho

preso spunto per impostare il materiale che ho presentato agli studenti. Per quanto riguarda la

prof.ssa Dal Paos, pur trattandosi di una classe differente, ho avuto modo di collaborare lo scorso

anno nella mia esperienza di tirocinio osservativo, per cui ero a conoscenza del suo modo di fare

didattica (che tra l’altro è molto simile al mio, come entrambi abbiamo osservato).

2.2 Scelta dei contenuti in relazione alla programmazione progettata

dall’insegnante titolare e ai prerequisiti degli studenti ai quali si rivolge

Nell’esperienza di tirocinio con la prof.ssa Carando, abbiamo di comune accordo, deciso di

iniziare l’attività di tirocinio con una verifica preliminare dei prerequisiti, in modo da colmare le

lacune con opportuni interventi. La prova è stata preparata, somministrata e corretta dalla

professoressa Carando, ma gli argomenti sono stati concordati insieme. Questo strumento mi ha

permesso di “tarare” le mie successive lezioni. Questa prova è stata somministrata durante la prima

Relazione Finale Il progetto 21

ora del mio tirocinio a cui è seguito l’inizio del tirocinio vero e proprio, in cui ho presentato alla

classe una panoramica degli argomenti che avremmo trattato nelle seguenti ore trascorse insieme.

La prof.ssa Carando mi aveva già avvertito durante l’incontro preliminare che la classe non

era nel complesso molto brillante (salvo alcune eccezioni) ed, in effetti, non ho notato durante gli

incontri l’entusiasmo e la curiosità che invece avevo previsto nei confronti di una lezione, a mio

parere, piuttosto stimolante.

Per quanto riguarda l’esperienza con la prof.ssa Dal Paos, abbiamo ritenuto di non effettuare

una prova preliminare per testare le conoscenze degli studenti, colmando il tutto con un’ampia

presentazione della classe da parte della prof.ssa Dal Paos durante il nostro incontro preliminare. In

questo modo ho potuto iniziare l’esperienza immediatamente con i contenuti didattici. In questo

caso, dal quadro emerso durante l’incontro preliminare, la classe della prof.ssa Dal Paos si

presentava come molto brillante, anche se decisamente poco studiosa, considerazioni che poi si

sono riversate correttamente nei risultati della prova somministrata a fine tirocinio.

I prerequisiti forniti nel colloquio iniziale con la prof.ssa Dal Paos per quanto riguarda la classe 5 B

Informatici Abacus sono:

• Conoscenza approfondita del funzionamento della suite TCP/IP;

• Buona capacità di problem solving;

• Scarsa propensione allo studio;

• Buona attitudine all’approccio pratico.

Gli obiettivi principali concordati sia con la prof.ssa Dal Paos che con la prof.ssa Carando,

scelta comprensibile vista la similitudine dell’argomento trattato, sono stati i seguenti:

• Presentare una panorama dei servizi offerti dalla rete;

• Far comprendere agli studenti il concetto di architettura protocollare e le sue

potenzialità/limitazioni;

• Fornire agli studenti degli strumenti per effettuare in modo autonomo uno studio delle

caratteristiche dei protocolli di livello applicativo;

• Mettere gli studenti in grado di fornire una soluzione adeguata riguardo a problemi di natura

sistemistica in una rete aziendale.

Relazione Finale Il progetto 22

2.3 Descrizione sintetica del progetto dell’intervento didattico

Da un confronto con entrambe le docenti – tutor è emersa una necessità comune: voler

abituare gli studenti ad affrontare i problemi con “maggior rigore” individuando passo – passo i

sottoproblemi da affrontare, riducendo al minimo la fase di “procedere brancolando nel buio”,

“procedere per tentativi”.

Per far fronte a questa necessità, in entrambi gli interventi, abbiamo scelto di sottoporre agli

studenti sempre prima l’analisi approfondita del problema e, solo dopo, passare alla fase di

progettazione. Analogamente anch’essi dovranno comportarsi in modo analogo.

La mia linea di trattazione prevede di cominciare con una lezione maggiormente teorica che

mi consenta di inquadrare il problema e le sue derivazioni per poi passare ad una parte

maggiormente operativa che dovrebbe essere di chiarimento ed approfondimento alla spiegazione

precedente.

Nell’illustrazione di ogni operazione intendo suddividere la spiegazione in quattro momenti

differenti:

• Spiegazione dei concetti teorici di base, aiutandomi con il supporto di diapositive

powerpoint e lavagna;

• Analisi del problema, effettuata collettivamente con gli studenti, cercando di individuare

problematica e punti di forza della soluzione proposta;

• Progettazione collettiva di un sistema funzionante;

• Fase sperimentale su calcolatori, da svolgere a gruppi o individualmente.

Gli esercizi proposti durante le lezioni hanno il ruolo di consolidare i contenuti trattati e

intendono essere un esempio per le tipologie di esercizi inseriti nella verifica sommativa successiva.

Gli esercizi svolti intendono infatti essere elemento di verifica formativa in itinere. D’altronde, le

esercitazioni pratiche sono il frutto di un lavoro di gruppo (due – tre persone) in cui non è sempre

così semplice individuare il contributo di ciascun componente. Può essere allora maggiormente utile

guardare a tale attività sotto un’altra ottica: in un gruppo eterogeneo le esercitazioni possono

diventare occasione di approfondimento per l’allievo “più bravo” e occasione per colmare alcune

lacune per quello “meno bravo”, ugualmente in un gruppo maggiormente omogeneo è occasione di

confronto e scambio.

Relazione Finale Analisi del progetto 23

Parte terza: Analisi del progetto

3.1 Svolgimento dell’intervento didattico e differenze tra intenzioni iniziali e

intervento effettuato

Nel momento in cui l’intervento didattico che ho progettato è stato cala

Dettagli
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