"Cè una parola - chiese Tzu-Kung - che possa essere adottata come regola di condotta, vita natural durante? - Il maestro rispose - Non è forse Empatia la parola? Non fare agli altri quello che non vorresti venisse fatto a te". Analettici XV, XXII
E' interessante osservare che uno dei principi della convivenza sociale, attribuita dalla nostra cultura al cristianesimo, sia in realtà stata formulata in Cina da Confucio 500 anni prima.

E' solo del 1995 la scoperta dovuta all'italiano Giacomo Rizzolatti dei "neuroni a specchio" che spiegano molto del nostro comportamento sociale ed in particolare del meccanismo dell'empatia e dell'imitazione.
Scriveva Confucio (Analettici I): "Se il sovrano è virtuoso anche il popolo lo sarà.....".
Confucio si riteneva, e probabilmente fu, un maestro (svolse concretamente per molti anni il lavoro d'insegnante) che spronava a seguire il tao (il sentiero o la strada) degli avi e della tradizione nel rispetto delle gerarchie sociali, ma non si espresse solo in termini di mantenimento dello status quo: se i governanti sono ingiusti o se falliscono il popolo ha il diritto di ribellarsi.
Mao Tse Tung e la repubblica popolare cinese negli anni 60 dello scorso secolo sostennero fortemente il confucianesimo, ma lo avversarono altrettanto fortemente negli 70 durante la rivoluzione culturale.
Diverse massime del celebre libretto rosso di Mao sono in realtà riprese da pensieri di Confucio tra cui quella riportata nel titolo che fa pensare, nelle imprese moderne, ai progetti di trasferimento delle tecnologie.