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Limiti di funzioni di più variabili
La nozione di limite si estende con semplicità dalle funzioni in una variabile alle funzioni in più
variabili. Sia f : R → R una funzione in una variabile, e sia x ∈ R. Il concetto di limite viene
cosı̀ definito lim f (y) = l, con l ∈ R, se
y→x
∀ε > 0 ∃δ > 0 tale che |f (y) − l| < ε ∀y : 0 < |y − x| < δ
ovvero, la f tende a l quando il suo argomento tende a x, se per ogni ε maggiore di zero, è possi-
bile trovare un δ maggiore di zero tale che, per ogni punto (escluso x) appartenente all’intorno di
x con ampiezza δ, la differenza (in modulo) fra la rispettiva immagine tramite f e l non supera
ε. In modo analogo si estende tale definizione anche alle funzioni in più variabili.
n
Definizione: Sia f : A → R, con A ⊂ R , e sia x un punto di accumulazione di A. Allora
lim f (y) = l, l ∈ R, se
y→x
∀ε > 0 ∃δ > 0 tale che |f (y) − l| < ε ∀y : 0 < ky − xk < δ
L’unica differenza rispetto al caso unidimensionale è che ora x e y sono vettori n-dimensionali,
pertanto, per calcolare la loro distanza, è necessario ricorrere alla norma euclidea. Anche per
funzioni di più variabili valgono le proprietà dei limiti rispetto al prodotto, alla somma e al rap-
porto, ovvero
Proposizioni: supponiamo che
lim g(y) = l e lim f (x) = m, con l, m ∈ R, allora
y→x y→x
lim f (y) + g(y) = m + l
y→x
Vale lo stesso per il prodotto e per il rapporto, purché il limite della funzione al denominatore
sia diverso da zero.
Anche il concetto di continuità per le funzioni in più variabili è del tutto analogo rispetto alle
funzioni in una variabile. n
Definizione: si consideri una funzione f : A → R, con A ⊆ R . Si dice che f è continua
in x ∈ A se ∀ε > 0 ∃δ > 0 tale che |f (y) − f (x)| < ε ∀y ∈ A : ky − xk < δ
Proposizione: Se x ∈ A è un punto di accumulazione per A, allora f è continua in x se (discende
dalla definizione) lim f (y) = f (x)
y→x
Se invece x ∈ A è un punto isolato di A allora f è continua in x. Da questo si deduce che una
funzione è per definizione continua in ogni punto isolato del dominio.
Teorema: se f e g sono continue in x allora anche f + g e f · g sono continue in x. In-
fg
oltre, se g(x) 6 = 0, allora anche è continua in x. 2 3 2 2 2
Esempio: i polinomi sono funzioni continue, la funzione f : R → R : (x, y) 7→ x y + 5x y +
10
37x y è continua in tutto il suo dominio.
Proposizione: la composizione di funzioni continue è ancora una funzione continua.
3
n
Se f : A → R, A ⊂ R è continua in x ∈ A
0
e g : I → R, dove I ⊂ R è un intervallo, è continua in f (x )
0
allora la funzione g ◦ f : A → R : x 7→ f (x) 7→ g(f (x)) è continua in x .
0
Esempi:
Calcolare
1. 2
x + 2
lim 3 2
x + y + 1
(x,y)→(0,0)
2
La funzione f (x, y) = x + 2 è continua in (0, 0), poiché è un polinomio. Per lo stesso
3 2
motivo anche g(x, y) = x + y + 1 è continua in (0, 0). Inoltre, visto che quest’ultima in
fg
(0, 0) vale 1 6 = 0, allora anche la funzione (x, y) è continua in (0, 0), pertanto
2
x + 2 2
lim = =2
3 2
x + y +1 1
(x,y)→(0,0)
2. Calcolare x + y
lim 3x + sin(y − 1)
(x,y)→(2,1)
Le funzioni definite da x + y, 3x, y − 1 sono tutte continue perché sono polinomi. Dato
che il seno è una funzione continua, allora anche sin(y − 1) è continua, perché data dalla
composizione di funzioni continue. Pertanto anche il denominatore è una funzione continua,
perché somma di funzioni continue. Dato che 3x + sin(y − 1) nel punto (2, 1) vale 6 6 = 0,
allora anche l’argomento del limite è una funzione continua, pertanto
x + y 3 1
lim = =
3x + sin(y − 1) 6 2
(x,y)→(2,1)
3. Calcolare sin(xy)
lim y
(x,y)→(0,0)
Per gli stessi motivi degli esempi precedenti, anche in questo caso numeratore e denomina-
tore sono funzioni continue, ma ora il denominatore si annula nel punto (0, 0). Mettendo
in evidenza una x al numeratore, si ottiene sin(xy)
lim · x
xy
(x,y)→(0,0)
Ricordando il limite notevole sin(t)
lim =1
t
t→0
si osserva che sin(xy) =1
lim xy
(x,y)→(0,0)
e lim x =0
(x,y)→(0,0)
pertanto, dato che entrambi i limiti esistono finiti, si può concludere che
sin(xy)
sin(xy) · x = lim · lim x =1 · 0=0
lim xy xy
(x,y)→(0,0) (x,y)→(0,0)
(x,y)→(0,0) 4
2
4. Determinare il sottoinsieme di R in cui la seguente funzione è continua
( 2
x y se |x| 6 = |y|
f (x, y) = 2 2
x −y
0 se (x, y) = (0, 0)
Per come è definita, si deduce che il dominio della f è
© ª
2
D = (x, y) ∈ R : y 6 = ±x ∪ {(0, 0)}
Figura 2: Rappresentazione grafica del dominio di questa funzione
La funzione è sicuramente continua in D\{(0, 0)}, perché composizione di funzioni continue,
resta da vedere se è continua nell’origine o meno. In base alla definizione, la f è continua
in (0, 0) se e solo se lim f (x, y) = 0
(x,y)→(0,0) 00 . Vediamo come si comporta la funzione
Il limite si presenta sotto una forma di indecisione
lungo le rette passanti per l’origine di equazione y = mx, m ∈ R, ovvero studiamo la
restrizione f (x, mx). In questo modo ci si riconduce ad una funzione di una variabile.
3
2 mx mx
mx · x = =
f (x, mx) = 2 2 2 2 2 2
x − m x x (1 − m ) 1 − m
5
Se x → 0, la restrizione f (x, mx) tende a zero. Questo però non basta per affermare che
lim f (x, y) = 0
(x,y)→(0,0) 2
Studiamo la restrizione di f alla parabola di equazione y = x − x .
3
3 4 x (1 − x) 1 − x
x − x
2 = =
f (x, x − x ) = 2 2 4 3 3
x − x − x + 2x x (2 − x) 2 − x
12
2 . Sono state trovate due curve lungo cui la rispettiva
Se x → 0 la f (x, x − x ) tende a
restrizione di f ha limite diverso. Questo è sufficiente per dire che
lim f (x, y)
(x,y)→(0,0)
non esiste, di conseguenza la f è continua in tutto il suo dominio ad eccezione del punto
(0, 0).
Teorema del confronto
Il Teorema del confronto è un teorema molto usato nel calcolo di limiti di funzioni in più variabili.
2
Si considerino due funzioni f (x, y) e g(x, y) definite in un intorno di (x , y ) ∈ R . Supponiamo
0 0
che
1. 0 ≤ |f (x, y)| ≤ g(x, y) ∀(x, y) in un intorno di (x , y )
0 0
2. lim g(x, y) = 0
(x,y)→(x ,y )
0 0
Teorema: se le ipotesi 1. e 2. sono soddisfatte, allora
lim f (x, y) = 0
(x,y)→(x ,y )
0 0
Questo teorema, cosı̀ scritto, vale per funzioni in due variabili. Ma sostituendo il vettore (x, y)
n
con un generico vettore x, e sostituendo al posto di (x , y ) un generico punto x ∈ R , si ottiene
0 0 0
la generalizzazione per funzioni in n variabili.
Esempio: Calcolare 2
x y
lim 2 2
x + y
(x,y)→(0,0)
Conviene passare in coordinate polari, ovvero operare la seguente trasformazione
½ x = ρ cos(θ) , con ρ ∈ [0, +∞[, θ ∈ [0, 2π]
y = ρ sin(θ)
p 2 2
Si osserva che ρ = x + y , pertanto se (x, y) → (0, 0), allora ρ → 0. L’argomento del limite,
scritto in coordinate polari, vale
2 2
ρ cos (θ)ρ sin(θ) 2
= ρ cos (θ) sin(θ)
2
ρ
Dato che seno e coseno sono funzioni limitate fra −1 e 1, allora
2
| cos (θ) sin(θ)| ≤ 1 ∀θ ∈ [0, 2π]
quindi 2
0 ≤ |ρ cos (θ) sin(θ)| ≤ |ρ|
6
Ma se ρ → 0, allora |ρ| → 0, pertanto, per il teorema del confronto, si può affermare che
2
x y
lim =0
2 2
x + y
(x,y)→(0,0)
Esempio (coordinate polari traslate): Calcolare 2
x − 2x + 1
p
lim 2 2
(x − 1) + (y + 2)
(x,y)→(1,−2) 00
Il limite si presenta sotto la forma indeterminata . Conviene passari in coordinate polari centrate
nel punto (1, −2), attraverso la trasformazione
½ x − 1 = ρ cos(θ) , con ρ ∈ [0, +∞[, θ ∈ [0, 2π]
y + 2 = ρ sin(θ)
p 2 2
da cui si deduce che ρ = (x − 1) + (y + 2) , dunque, se (x, y) → (1, −2) allora ρ → 0.
L’argomento del limite equivale a
2 2 2 2
x − 2x + 1 (x − 1) ρ cos (θ) 2
p = = = ρ cos (θ)
2 2
(x − 1) + (y + 2) ρ
2 2
(x − 1) + (y + 2)
Dato che 2
0 ≤ |ρ cos (θ)| ≤ ρ
poiché 2
cos (θ) ≤ 1 ∀θ ∈ [0, 2π]
allora il limite vale zero per il teorema del confronto.
Proposizione: in generale, dato l ∈ R, supponiamo che esista un R > 0 tale che
1. |f (x + ρ cos(θ), y + ρ sin(θ)) − l| ≤ ϕ(ρ) ∀θ ∈ [0, 2π], ∀ρ ≤ R
0 0
2. lim ϕ(ρ) = 0
ρ→0
allora lim f (x, y) = l
(x,y)→(x ,y )
0 0
2
x y
Esempio: Calcolare, se esiste, lim (x,y)→(0,0) 4 2
x +y
Proviamo, in prima battuta, a passare in coordinate polari, ponendo,
½ p
x = ρ cos(θ) 2 2
, ρ = x + y
y = ρ sin(θ)
3 2 2
2 ρ cos (θ) sin(θ) ρ cos (θ) sin(θ)
x y = =
2 2
4 2
x + y 4 4 2 2 4
ρ cos (θ)ρ sin (θ) ρ cos (θ) + sin (θ)
strada non percorribile a causa del denominatore troppo complicato.
Proviamo allora a studiare gli insiemi di livello di f (x, y). Fissato l ∈ R, risulta
2
x y 2 4 2 2 4 2
f (x, y) = l =⇒ = l =⇒ x y = l(x y ) =⇒ x y = lx + ly =⇒
4 2
x + y √
2 4 2 4
x ± x − 4l x
2 2 4
=⇒ ly − x y + lx = 0 =⇒ y = =⇒
2l
7 p
2 4 2
x ± x (1 − 4l )
=⇒ y = 2l
1 12
Poiché se ∆ < 0, ovvero se l < − ∨ l > , l’equazione non ha valori reali, si nota che la funzione
£ ¤
2
12 12 12 12
e , dunque l ∈ − , . L’insieme di livello relativo al valore
assume valori compresi fra −
12 1 2
generico l (− ≤ l ≤ ), ha equazione (raccogliendo x )
2 Ã !
√ 2
1 ± 1 − 4l 2
y = x
2l
e, al variare di l, denota un insieme di parabole passanti per l’origine. Pertanto la funzione è
costante sulle parabole passanti per l’origine aventi questa equazione.
Figura 3: Insiemi di livello della funzione
Considerando la parabola (passante per l’origine) di equazione
q
¡ ¢
2
14
1 + 1 − 4 1
2
= l
y x ovvero per =
14 4
2 · 14 . Per-
si trova l’equazione dell’insieme di livello in cui la funzione assume costantemente il valore
1
tanto, il limite per (x, y) → (0, 0) della restrizione della f a questa parabola fa . Considerando
4
8