Daniele
Genius
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Concetti Chiave

  • Renzo entra a Milano senza difficoltà, pagando una guardia, e si trova in una città silenziosa e desolata dalla peste.
  • Aiuta una donna e i suoi bambini rinchiusi in casa e rischianti di morire di fame, dimostrando compassione in un contesto di isolamento.
  • Attraverso la città, Renzo assiste a scene di dolore e morte, con strade deserte e porte chiuse, segni di solitudine e abbandono.
  • Una folla ostile lo accusa di essere un untore, ma viene protetto dai monatti che lo salvano dall'aggressione.
  • Arrivato al lazzaretto, Renzo osserva i malati e la degradazione causata dalla peste, compreso un gruppo di alienati mentali.

Indice

  1. Ingresso a Milano e primi incontri
  2. Scene di desolazione e aiuto
  3. Racconti di dolore e morte
  4. Renzo e la folla ostile
  5. Renzo tra i monatti
  6. Arrivo al lazzaretto

Ingresso a Milano e primi incontri

Per entrare a Milano Renzo non incontra particolari difficoltà: basta una moneta per ottenere il rapido consenso della guardia. Se fuori di città ciò che intristisce la campagna, parte incolta e tutta arida, dentro la città impressionano il silenzio e i segni desolanti della peste, che come potenza distruttiva travolge ogni cosa lasciando dietro di sé cadaveri e cenci.

Proposito principale di Renzo di pervenire alla casa di don Ferrante alla ricerca della sua Lucia. Non ha con sé che indicazioni generiche. Un passante, a cui con buona educazione chiede informazioni, lo allontana con mal garbo con gli occhi stralunati e imbracciando e minacciando con un nodoso bastone: lo aveva ritenuto un unto re. riassunto del capitolo 34 dei Promessi Sposi

Scene di desolazione e aiuto

L'attenzione di Renzo è poi richiamata dalle invocazioni di una donna circondata dai suoi bambini e chiusa e sequestrata in casa dall'esterno: ritenendola portatrice di peste, gli amministratori l'avevano chiusa, come si fa per la quarantena e l'avevano dimenticata. Rischiava di morire di fame. Renzo le porge il poco pane di cui dispone: si incarica di avvertire qualcuno. Poco dopo incontra un prete che finisce di confessare un malato. A lui affida la donna e gli chiede informazioni sull'ubicazione della casa di don Ferrante.

Racconti di dolore e morte

Ma via via che scorre lungo i quartieri della città, da quelli periferici a quelli del centro, Renzo si imbatte in scene raccapriccianti di dolore e di morte: dovunque fetore di cadaveri, visioni di solitudine e di abbandono, serrati tutti gli usci di strada, per tutto cenci, e segni di un progressivo imbarbarimento delle menti e dei costumi.

Renzo e la folla ostile

quando Renzo arriva in città, questa aveva per la peste perduto i due terzi della popolazione. Le strade erano deserte: i pochi che per necessità le percorrevano prendevano tutte le cautele per evitare il contagio e per scansare incontri con i favoleggiati untori. Carri guidati da monatti erano adibiti alla raccolta dei malati o dei cadaveri. Ad un monatto una povera madre consegna il corpo esanime di una sua figliola: l'adagia lei stessa nel carro raccomandando che la si lasci così. Poco dopo si affaccia ad un balcone con in braccio un 'altra bambina, anche lei segnata dalla peste. Vincendo la commozione Renzo si avvia verso la casa cercata: alla finestra si affaccia una donna che gli annuncia che Lucia non c'è, che è stata portata al lazzaretto. E nulla altro risponde a Renzo, che voleva notizie più precise e teneva indeciso la mano sul martello della porta: lo stringeva e lo storceva. Il gesto non sfugge ad una donna che passava, una sorta di strega che lo addita alla folla come untore. Preso in mezzo dalla piccola folla Renzo prima minaccia col coltello, poi salta su un carro di monatti che stava passando. I monatti lo prendono sotto la loro protezione: la folla si dissolve scaricando la propria rabbia impotente in gesti che minacciano ancora il presunto untore.

Renzo tra i monatti

Renzo su quel carro si trova ora dentro le forme più sconvolgenti e turpi della peste: e non sono solo i cadaveri buttati sui carri a dare l'impressione di qualcosa di infernale, ma anche i monatti che si abbandonano ad una sorta di sadico compiacimento per la molta gente che muore e cantano canzonacce e bevono e si danno a forme di diabolica orgia. Ad uno di loro Renzo appare un povero untorello, uno che certamente non può essere un untore. Non ne possiede secondo il monatto i fieri requisiti.

Arrivo al lazzaretto

Ormai sono al lazzaretto: Renzo ringrazia e si congeda. Dentro il lazzaretto ciò che colpiva era la folla dei malati, sui quali la peste, anche se sopravvivevano, lasciava a volte segni spaventosi di degradazione. Il gruppo che più impressiona è quello degli alienati mentali, degli istupiditi. Una scena improvvisa è quella di un cavallo non domo con sulla groppa un cavaliere, un appestato impazzito: dietro corrono i monatti: tutto poi si ravvolge in un nuvolo di polvere.

Domande da interrogazione

  1. Quali difficoltà incontra Renzo per entrare a Milano?
  2. Renzo non incontra particolari difficoltà per entrare a Milano; basta una moneta per ottenere il consenso della guardia.

  3. Come reagisce la gente di Milano alla presenza di Renzo?
  4. La gente di Milano reagisce con ostilità e sospetto, temendo che Renzo sia un untore, e lo allontana con mal garbo.

  5. Quali scene di desolazione e aiuto incontra Renzo in città?
  6. Renzo assiste a scene di desolazione, come una donna chiusa in casa con i suoi bambini, e offre aiuto portando pane e avvertendo un prete.

  7. Come viene descritto l'ambiente della città durante la peste?
  8. L'ambiente della città è descritto come desolante, con fetore di cadaveri, solitudine, abbandono e un imbarbarimento dei costumi.

  9. Cosa accade a Renzo quando viene accusato di essere un untore?
  10. Renzo viene circondato da una folla ostile, minaccia con un coltello e trova protezione su un carro di monatti, che lo difendono dalla folla.

Domande e risposte

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