Concetti Chiave
- Il capitolo si apre con una folla milanese inferocita diretta verso il palazzo del vicario di provvisione, che si rifugia in soffitta.
- Renzo, pur condividendo in parte le idee della folla, disapprova la violenza e decide di cercare di impedire il linciaggio del vicario.
- Nonostante l'intervento dei soldati, la folla si sente incoraggiata e Renzo viene accusato di essere una spia, ma viene salvato dai suoi concittadini.
- Il cancelliere Ferrer arriva e conquista la fiducia della folla, promettendo pane e giustizia, e riesce a portare il vicario fuori dal palazzo.
- Una volta lontani dalla folla, il vicario annuncia le sue dimissioni e Ferrer riflette sulle possibili reazioni a Madrid per la rivolta milanese.
Indice
L'assedio al palazzo del vicario
Il tredicesimo capitolo dei Promessi Sposi si apre con la folla del popolo milanese che si dirige inferocito verso il palazzo del vicario di provvisione; alcuni cavalieri tentano di avvertirlo, ma l’uomo, sentendo il rumore della folla in fondo alla via, capisce che la fuga gli è ormai impossibile e dopo aver ordinato ai servitori di sbarrare porte e finestre si rifugia in soffitta, dove passerà le successive ore in uno stato di forte ansia.
Renzo e il tumulto popolare
La folla intanto si è avvicinata alla casa, i più violenti cercano di sfondare gli ingressi, e già si parla di linciaggio ed omicidio per il vicario; Renzo intanto è giunto nel centro del tumulto, questa volta di sua volontà e non trascinato dagli eventi e, sebbene condivida in parte le idee della folla, che accusa il governo della crisi e della mancanza di pane, non sopporta la violenza, e al pensiero di una così barbara esecuzione si ripromette di fare il possibile per impedirla.
Nemmeno l’intervento di un manipolo di soldati ha alcun effetto, infatti, questi, intimoriti, si tengono ai margini dello scontro, dando alla folla l’impressione di debolezza che incoraggia gli assalitori e li rende più scaltri.
Alcuni assalgono pure Renzo che, avendo espresso ad alta voce la sua disapprovazione per i commenti pieni di violenza che si alzano tra la folla, viene additato come spia e traditore. Il giovane viene salvato solo dall'intervento di alcuni suoi vicini che lo nascondono in mezzo a loro e gridando anche loro cercano di coprire le urla dei suoi assalitori. Dopo questo scontro Renzo si allontana, deciso a dirigersi verso il convento cappuccino per attendere il padre Bonaventura.L'intervento del cancelliere Ferrer
Viene però riportato nel pieno del tumulto dall'arrivo del cancelliere Ferrer che subito conquista il favore popolare, poiché tra le varie voci che si spargono sul suo arrivo prevale quella secondo la quale stia venendo a prendere il vicario per portarlo in prigione. Il cancelliere aveva già grande popolarità tra il popolo milanese, poiché era stato lui a prendere il provvedimento per abbassare il prezzo del pane e poiché era tra coloro che collaboravano nella scrittura delle gride.
I più volenterosi, tra i quali spicca Renzo, si fanno subito avanti per aprirgli la strada e fargli da scudo tra i più violenti e, mentre Ferrer dalla carrozza si ingrazia sempre più gente grazie ad un'incredibile abilità oratoria, promettendo abbondanza di pane, lo trasportano fino alla porta del palazzo del vicario. Qui, con gran velocità, mentre un uomo si affaccia dalla casa e urla di aprire la porta, un altro apre lo sportello della carrozza di Ferrer. Questo, sportosi fuori, battendosi una mano sul petto grida ancora una volta "pane e giustizia!" e, tra le acclamazioni della folla entra nel palazzo.
La fuga del vicario
Da qui esce pochi minuti dopo con il vicario, ancora pallido, che si è solo un po' tranquillizzato alla vista del suo salvatore. Da qui, con la carrozza sempre accompagnata dal gruppo di aiutanti dei quali fa parte anche Renzo, riesce a portarsi fuori dalla calca, sempre promettendo pane e soprattutto giustizia contro il vicario.
Finalmente lontani dalla folla, dove sono rimasti anche Renzo e gli altri, possono tornare a preoccuparsi di loro stessi e, mentre il vicario annuncia le sue immediate dimissioni, Ferrer riflette su quali potranno essere a Madrid le reazioni di una tale rivolta popolare a Milano.
Domande da interrogazione
- Qual è la reazione del vicario di provvisione all'assedio del suo palazzo?
- Come si comporta Renzo durante il tumulto popolare?
- Qual è l'effetto dell'intervento dei soldati sulla folla?
- Come riesce il cancelliere Ferrer a conquistare il favore della folla?
- Cosa accade al vicario dopo l'intervento di Ferrer?
Il vicario, sentendo il rumore della folla inferocita, capisce che la fuga è impossibile e si rifugia in soffitta, in uno stato di forte ansia.
Renzo, pur condividendo in parte le idee della folla, disapprova la violenza e cerca di impedire un'esecuzione barbara, venendo additato come spia e traditore.
L'intervento dei soldati non ha alcun effetto, poiché intimoriti si tengono ai margini, dando alla folla un'impressione di debolezza che incoraggia gli assalitori.
Ferrer conquista il favore popolare promettendo abbondanza di pane e giustizia, grazie alla sua abilità oratoria e alla sua popolarità per aver abbassato il prezzo del pane.
Ferrer esce dal palazzo con il vicario, che si tranquillizza alla vista del suo salvatore, e riesce a portarlo fuori dalla calca, promettendo giustizia contro il vicario.