Concetti Chiave
- Il capitolo 18 de "I Promessi Sposi" si svolge a partire dal 13 novembre 1628, coinvolgendo personaggi come Lucia, Agnese, Padre Cristoforo e Don Rodrigo, e tocca temi di giustizia e potere.
- Don Rodrigo apprende che Renzo è ricercato dalla giustizia e che Lucia è protetta nel convento di Monza, complicando i suoi piani.
- Padre Cristoforo invia un pescaiolo a informare Agnese e Lucia che Renzo è al sicuro nel Bergamasco, mentre cerca di mantenere la comunicazione segreta.
- Agnese scopre che Padre Cristoforo è stato trasferito a Rimini su ordine del padre provinciale, rendendo difficile il suo aiuto.
- Il conte Attilio convince il conte zio ad utilizzare la sua influenza per allontanare Padre Cristoforo, accusandolo di essere un nemico dei nobili.
Questo diciottesimo capitolo de “I promessi Sposi” di Manzoni, viene ambientato nel 13 novembre 1628 (quindi a circa 5 giorni dall’inizio della storia) e settimane successive, i personaggi prevalenti e che vengono menzionati sono Lucia, Agnese, Padre Cristoforo, Don Rodrigo, il Conte Attilio, Gertrude, la fattoressa, il conte zio, il podestà di Lecco e l’Innominato, i luoghi invece che fanno da sfondo alle vicende sono Pescarenico, il palazzotto di Don Rodrigo, Milano e Monza; si mantengono gli stessi temi quali giustizia, carestia, nobiltà, potere.
Indice
Indagini e sospetti su Renzo
Il 13 Novembre il podestà di Lecco riceve un comunicato da Milano, con il quale gli viene ordinato di accertare il ritorno di Renzo al suo paese di origine e nel frattempo di perquisire la sua abitazione, e di riferire al capitano di giustizia qualsiasi cosa si sappia riguardo al giovane ricercato. Il magistrato, dopo essersi accertato che Renzo non ha fatto ritorno al villaggio, va insieme al console a perquisire la casa del giovane, mettendola a soqquadro e sottraendo anche il denaro lasciato lì. La questione arriva in qualche modo all’orecchio di Padre Cristoforo, il quale preoccupato per le sorti del giovane, manda immediatamente una lettera a padre Bonaventura a Milano per avere accertamenti, intanto che la giustizia interroga parenti e amici di Renzo. Si diffonde anche la voce che sia sfuggito all’arresto facendo perdere le proprie tracce, benché nessuno crede alle accuse. Gli abitanti del paese tendono invece ad attribuire tutto a Don Rodrigo, che avrebbe organizzato ciò per liberarsi di lui, nonostante il signorotto sia del tutto estraneo alla vicenda.
Don Rodrigo e i suoi piani
Don Rodrigo non è intervenuto nelle disavventure di Renzo, ma tuttavia se ne compiace sentendone parlare con il Conte Attilio, il quale rinuncia a recarsi a Milano per parlare col conte Zio in attesa che il tumulto finisca. La notizia delle ricerche di Renzo, gli fanno capire che le cose sono tornate alla normalità, e perciò parte subito alla volta di Milano esortando il cugino ad assistere nell’impresa, ormai che Padre Cristoforo non è più un ostacolo e i guai di Renzo saranno di aiuto in questo senso. Poco dopo arriva il Griso di ritorno da Monza, che informa il padrone di aver appreso che Lucia è rifugiata da Gertrude e che non esce mai, anche se ci sono dei dubbi riguardo la sua presenza lì. A questo Don Rodrigo è irritato, perché la presenza della giovane in quel monastero complica terribilmente le cose, dal momento che il signorotto non è certo di farla rapire da quel luogo. Inoltre, è quasi tentato di abbandonare questo suo capriccio e di andare a Milano a spassarsela con gli amici, ma il pensiero che ormai Attilio abbia informato tutti della scommessa lo trattiene, soprattutto per il timore di subire beffe e scorni di conseguenza, specialmente ora che sembrava tutto a portata di mano. Pertanto, ricorre all’idea di chiedere aiuto di un famoso e potente bandito (l’Innominato) che potrebbe di sicuro sostenerlo nei suoi progetti grazie ai suoi mezzi, ma è incerto pensando ai rischi in cui potrebbe ricorrere imbattendosi in un uomo così pericoloso. Il signorotto riflette infine per qualche giorno, finché non riceve una lettera dal cugino che gli comunica che la questione con Padre Cristoforo è ormai risolta, e che poco dopo il frate se ne andrà da Pescarenico. Arriva anche la notizia che Agnese ha fatto ritorno in paese, il che spinge ancor di più Don Rodrigo a compiere quel passo azzardato.
Lucia e Agnese al convento
In questo punto del racconto, l’autore fa un passo indietro, tipo flashback, per specificare che Lucia e Agnese sono arrivate da poco al convento di Monza, quando si sparge in città la notizia del tumulto di Milano: la fattoressa, infatti, raccoglie diverse voci e le riferisce alle due donne, aggiungendo anche che i capi della rivolta saranno presti impiccati, e fra questi ne rientra anche uno scappato da Lecco, senza sapere però il nome. Le due iniziano a sospettare che possa magari trattarsi di Renzo, e poco dopo le arriva la conferma anche da parte della fattoressa, il che lascia Lucia al quanto sconcertata. Agnese riesce invece a mantenere un certo contegno e si limita a dire che conosce Renzo come un giovane per bene, nel mentre che la fattoressa spiega che sia scappato e non si sa dove sia, lasciando le due donne in preda ad atroci dubbi.
Notizie di Renzo e dialoghi
Un giovedì qualunque giunge a Monza un pescaiolo proveniente da Pescarenico, che si reca abitualmente a Milano per vendere la sua merce, e si ferma al convento a cercare Agnese, su incarico di Padre Cristoforo: l’uomo comunica alle due donne che Renzo è effettivamente ricercato dalla legge, ma attualmente è scappato in salvo nel bergamasco; il frate ha incaricato il pescaiolo di esortare le due donne ad avere fede e promette di aiutarle come potrà, comunicando con loro in questo modo. Questa notizia dà molto sollievo a Lucia, la quale continua frequentemente i suoi colloqui con Gertrude, che sembra abbia preso a cuore il suo caso: la monaca le racconta anche la sua vicenda, tralasciando i particolari più disagevoli, e Lucia diventa sempre più comprensiva nei suoi confronti. La giovane però non rivela a Gertrude ciò che ha appreso su Renzo, per evitare soprattutto pettegolezzi, e si sente altrettanto imbarazzata quando la monaca la spinge a parlare del rapporto con il suo promesso. Talvolta Gertrude si mostra un po' irritata dal riserbo mostrato dalla giovane, ma comprende in lei l’innocenza e lo paragona alla sua condotta. A sua volta, Lucia ne trae beneficio da questi dialoghi, e per non pensare alle sue sciagure, lavora e cuce di continuo, nonostante non possa fare a meno di ripensare al passato.
Il secondo giovedì del mese, Agnese e Lucia ricevono nuovamente una visita da parte del pescaiolo, che conferma la fuga felice di Renzo, in attesa di fonti più attendibili, dal momento che Padre Cristoforo non ha saputo più nulla da padre Bonaventura. Il terzo giovedì il pescaiolo non ritorna e questo crea non poche preoccupazioni nei confronti delle due donne, tanto che Agnese decide di tornare al paese e parlare direttamene con Padre Cristoforo, nonostante Lucia non sia tranquilla all’idea di dover lasciare la madre. La protezione offerta dal convento, tuttavia, la rassicura e così Agnese attende il pescaiolo sulla strada verso casa, chiedendogli di accompagnarla a Pescarenico col suo baroccio e domandando se ha notizie da parte del frate. L’uomo si giustifica dicendo di non sapere nulla e accetta di condurre fino a casa la donna, per cui Agnese si congeda dalla figlia e da Gertrude, promettendo di portare presto notizie.
Agnese cerca aiuto a Pescarenico
Agnese e il pescaiolo arrivano il giorno dopo all’alba a Pescarenico, e dopo aver trascorso parte della notte in un'osteria, la donna si presenta subito al convento dei cappuccini per avere un colloquio con Padre Cristoforo: suona così il campanello e le compare Fra Galdino. Agnese chiede subito di Padre Cristoforo, ma l’altro risponde che attualmente non si trova in convento e non si sa quando tornerà, poiché è stato mandato a Rimini, un paese molto lontano da lì: la donna, sbalordita, chiede il perché di questo suo trasferimento e fra Galdino le spiega che si tratta di una decisione del padre provinciale. Agnese esprime quindi tutto il suo rammarico essendole venuto a mancare un importante aiuto per lei, così Fra Galdino non può far altro che proporle di rivolgersi ad altri padri del convento, suscitando tuttavia l’impazienza della donna, che, ovviamente, avrebbe bisogno solo di Padre Cristoforo per quanto già conoscesse bene la situazione. La donna, dunque, si congeda dal frate e lo ringrazia della sua cortesia, facendo ritorno in paese senza aver concluso nulla.
Intrighi politici e trasferimento
L’autore in questa parte interrompe la narrazione per fare nuovamente un passo indietro e descrivere meglio i motivi dell’improvvisa partenza di Padre Cristoforo: il Conte Attilio, appena tornato da Milano, si è recato da un suo zio, membro del consiglio segreto dello Stato di Milano e politico di un certo livello. Il conte zio è un nobile abbastanza influente in quel Consiglio, e tutto è studiato al fine di accrescere la sua fama come politico, fondata sulla simulazione e dissimulazione. Di recente si è recato a Madrid per una missione alla corta spagnola, ricevendo anche una certa accoglienza da parte di tutti, specialmente dal conte-duca che gli domanda se gli piacesse la capitale del regno, rivelandogli anche che per lui, il duomo di Milano, è la chiesa più imponente di tutti i vasti domini di Filippo IV.
Il conte Attilio rivolge quindi i suoi complimenti al conte zio, da parte sua e del cugino Rodrigo; quindi, inizia a parlargli con contegno serio di una questione abbastanza delicata e che riguarda l’intervento di un uomo di Stato. Attilio spiega dunque che in paese c’è un frate che crea fastidi al cugino, il quale non ha colpa di nulla ed è spesso sottomesso in tutte le maniere da parte del cappuccino, il quale protegge anche per fini non molto puliti una contadina di quelle parti. Attilio aggiunge poi che il frate è conosciuto soprattutto per essere un intrigante nemico dei nobili, e infatti, il religioso accusa Rodrigo di perseguitare la giovane in questione, benché non sia vero, e parla male di lui cercando di metterlo contro tutto il paese, mentre gli altri cappuccini non se ne curano nemmeno. Afferma anche che il frate ne è a conoscenza che Rodrigo è nipote del conte zio e questo, lo ostina ancor di più nell’impresa contro il signorotto. A questo punto, il conte zio, non poco irritato, chiede il nome del frate, che il nipote gli rivela trattarsi di Padre Cristoforo, terminando poi dicendo che in gioventù è stato un ricco borghese che ha voluto vivere come un nobile e si è fatto frate per evitare l’impiccagione, dopo aver ucciso un gentiluomo in un duello. Il conte zio prende allora nota del nome in un libricino e impreca contro la sua temerarietà, mostrandosi intenzionato a punirlo.
Attilio prosegue ancora una volta dicendo che Padre Cristoforo è più che mai arrabbiato con don Rodrigo, dal momento che è andato a monte il piano di far sposare la giovane con un uomo manovrato proprio da lui, un pessimo soggetto di cui il conte zio ne sa già qualcosa: si tratta infatti di Renzo Tramaglino, il filatore di seta coinvolto nel tumulto di S. Martino e ricercato dalla legge, al che il conte zio si mostra molto indignato. L’uomo rimprovera addirittura il nipote per il fatto che Rodrigo non si sia rivolto prima a lui, e Attilio spiega che, da un lato, non voleva dare allo zio un ulteriore preoccupazione in mezzo agli affari di Stato, e dall’altro, Rodrigo era intenzionato a farsi giustizia da sé. Attilio suggerisce al politico di esercitare pressione sul Padre provinciale dei cappuccini al fine di trasferire Cristoforo da Pescarenico e salvare così l’onore del casato, al che il conte zio reagisce con nervosismo dicendo che tocca a lui pensare a queste cose, anche se è chiaro che raccoglierà il suggerimento del nipote. Attilio si affretta per ultimo a precisare che il cugino Rodrigo ha la stessa sua fiducia nelle capacità dello zio e non si è subito rivolto a lui per evitare di dargli pensieri, quindi, si congeda dallo zio dopo uno scambio di saluti.
Domande da interrogazione
- Quali sono i principali eventi che si svolgono il 13 novembre 1628 nel capitolo XVIII de "I promessi Sposi"?
- Come reagisce Don Rodrigo alle notizie su Renzo e quali sono i suoi piani?
- Qual è la situazione di Lucia e Agnese al convento di Monza?
- Quali azioni intraprende Agnese per cercare aiuto a Pescarenico?
- Quali intrighi politici portano al trasferimento di Padre Cristoforo?
Il 13 novembre 1628, il podestà di Lecco riceve un ordine da Milano per accertare il ritorno di Renzo e perquisire la sua abitazione. Padre Cristoforo viene a conoscenza della situazione e cerca di aiutare Renzo, mentre si diffondono voci che Don Rodrigo sia coinvolto, anche se non è vero.
Don Rodrigo si compiace delle disavventure di Renzo e pianifica di chiedere aiuto all'Innominato per rapire Lucia, nonostante i rischi. È tentato di abbandonare il suo piano, ma la scommessa con Attilio lo trattiene.
Lucia e Agnese si trovano al convento di Monza, dove ricevono notizie del tumulto di Milano e sospettano che Renzo sia coinvolto. Un pescaiolo conferma che Renzo è ricercato ma al sicuro nel bergamasco, portando sollievo a Lucia.
Agnese si reca a Pescarenico per parlare con Padre Cristoforo, ma scopre che è stato trasferito a Rimini. Delusa, torna in paese senza aver ottenuto l'aiuto sperato.
Il conte Attilio convince il conte zio a intervenire contro Padre Cristoforo, accusandolo di essere un nemico dei nobili e di proteggere Renzo. Il conte zio, irritato, decide di punire il frate, portando al suo trasferimento.