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Concetti Chiave

  • Nel capitolo 20, i luoghi principali sono Monza e il castello dell'Innominato, situato in una valle tra Milano e Bergamo.
  • Don Rodrigo visita l'Innominato chiedendo aiuto per rapire Lucia, protetta nel convento di Monza da Gertrude.
  • L'Innominato, nonostante iniziali ripensamenti, decide di aiutare Don Rodrigo coinvolgendo Egidio, un complice vicino al convento.
  • Lucia viene ingannata da Gertrude e rapita mentre esce dal convento, in una spedizione organizzata da Egidio e il Nibbio.
  • L'Innominato, in preda a dubbi morali, attende la carrozza con Lucia, riflettendo sulle sue azioni passate e il suo futuro.

Indice

  1. Luoghi e Personaggi
  2. Il Castello dell'Innominato
  3. Incontro con l'Innominato
  4. Ripensamenti dell'Innominato
  5. Preparativi per il Rapimento
  6. Il Rapimento di Lucia
  7. Lucia in Carrozza
  8. Inquietudine dell'Innominato

Luoghi e Personaggi

Il capitolo venti di questo romanzo ormai noto, vede come luoghi principali Monza e il castello dell’innominato, il periodo è sempre il mese di Novembre del 1628 e i temi prevalenti rimangono invariati. Per quanto riguarda invece i personaggi, vediamo l’entrata in scena della vecchia del castello dell’Innominato, mentre tutti gli altri rimangono.

Il Castello dell'Innominato

Il castello dell’Innominato sorge in una valle al confine dello Stato di Milano e del Bergamasco, su un colle accessibile solamente da un lato, e che presenta scoscesi dirupi, mentre in basso scorre un torrente che fa da confine naturale tra i due territori. Nella sua fortezza, il signore domina l’intera valle dall’alto, dove in basso sorgono diverse casupole sparse e si sviluppa l’unica strada percorribile per raggiungere la roccaforte inespugnabile. Del resto, l’autore precisa che nessuno che non sia un conoscente del famigerato bandito si azzarda a metter piede in quel luogo, nemmeno gli sbirri, dal momento che quei pochi che hanno tentato di far visita si dice che abbiano fatto una brutta fine. L’anonimo non fornisce alcuna informazione rilevante che consenta di identificare con precisione il luogo e Don Rodrigo arriva ben presto ai piedi della valle, per poi imboccare il tortuoso sentiero che porta in alto, dove è presente un'osteria che funge a corpo di guardia e che viene identificata come la “Malanotte”.

Incontro con l'Innominato

Non appena il cavallo di Don Rodrigo si avvicina a questo corpo di guardia, compare subito un uomo armato che rientra subito dopo per avvisare gli altri bravi. Uno di loro si affaccia dalla porta, riconoscendo immediatamente il signorotto come amico del suo padrone e questi, dopo aver riposto un cenno di saluto, gli domanda se l’innominato si trovi al castello in quel momento. Il bravo risponde di sì, perciò il signorotto smonta dal cavallo e lo affida a uno dei suoi bravi, e da alcune berlinghe all’altro, ordinandogli di attenderlo all’osteria. Don Rodrigo si avvia dunque a salire nella fortezza in compagnia del Griso, tutti e due ben presto raggiunti da un bravo dell’Innominato, che li riconosce e li accompagna. Una volta arrivati, il Griso rimane dinanzi alla porta e il signorotto viene immesso nel castello, passando per dei corridoi bui, in cui vede appesi alle pareti moschetti e sciabole, e nota che ad ogni stanza è presente un bravo. Viene fatto entrare poi in una sala dove lo attende l’innominato, che non tarda ad andargli incontro e scambiare qualche saluto.

L’innominato guarda il viso e le mani di Don Rodrigo, cosa che fa capire la prudente abitudine con chiunque incontri: si presenta come un uomo alto, calvo, con pochi capelli bianchi e qualche ruga che dimostra la sua età. Il signorotto dice allora di aver bisogno dell’aiuto del potente bandito in quanto si trova in un impegno che il suo onore non gli permette di lasciare e tuttavia, poiché non ha i mezzi per cavarsela da solo, è venuto qui a invocare il suo aiuto. L’uomo ascolta con interesse, anche perché nella vicenda è coinvolto Padre Cristoforo, che egli conosce come nemico dei tiranni: Don Rodrigo espone dunque le difficoltà nell’impresa di rapire Lucia, dal momento che la ragazza è protetta nel convento di Monza da Gertrude, e un certo punto, l’Innominato interrompe bruscamente il discorso e si dichiara disponibile ad assumersi la buona riuscita dell’impresa. Il bandito appunta nel frattempo su un taccuino il nome di Lucia, congedandosi frettolosamente dal signorotto, dicendogli infine che da lì a poco tempo lo avviserà di quello che dovrà compiere. L’Innominato sceglie come complice nelle sue imprese Egidio, il quale, abita proprio accanto al monastero di Gertrude, ed è proprio per questo motivo che l’uomo ha dato subito la propria parola: tuttavia, appena rimasto solo, si sente però indispettito, se non addirittura pentito di essersi preso l’incarico.

Ripensamenti dell'Innominato

Già da qualche periodo, infatti, l’Innominato prova certi ripensamenti verso le sue malefatte e rimugina spesso ai tanti e troppi delitti commessi in passato, il che gli crea un peso sempre più duro nella sua mente; un orrore provato nei primi omicidi e in seguito col tempo assorbiti nella sua coscienza, ritornando comunque a farsi sentire di nuovo, esasperato al pensiero della vecchiaia e della morte quasi vicina. Il pericolo della morte non l’hai mai fermato nell’affrontare i nemici a viso aperto, ma ora, nella solitudine del suo castello, il fatto di essere giunto quasi alla fine della sua esistenza lo riempie di inquietudine. In passato l’abitudine della violenza e della crudeltà lo aveva aiutato a placare le voci della coscienza, mentre ora ricompare in lui l’idea di un futuro giudizio individuale; da giovane, inoltre, ha sempre respinto ogni legge morale, invece adesso inizia a credere che essa prima o poi finirà per adempiersi. L'Innominato non ha mai rivelato a nessuno questo suo ripensamento e questo suo stato d’animo, anzi, ha cercato quanto più di nasconderlo il più possibile, anche se in fin dei conti ha mentito a sé stesso soprattutto. Negli ultimi tempi ha cercato di fronteggiare questi pensieri ricercando la spensieratezza di una volta, cosa che ha spinto ad accettare la proposta di Don Rodrigo, sebbene ora sia venuta meno. Comunque, per abbandonare la questione al più presto, decide di chiamare il Nibbio, il suo luogotenente a cui affida le sue imprese più ardue, e lo manda subito a Monza per riferire il quanto ad Egidio e chiedere il suo aiuto.

Preparativi per il Rapimento

Il nibbio fa ben presto ritorno da Monza con la risposta di Egidio, il quale, inaspettatamente, riferisce che si tratta di un'impresa alquanto facile e sicura, dunque, l’Innominato dovrà mandare una carrozza e dei suoi bravi travestiti, mentre a tutto il resto ci penserà lui. Il bandito, nonostante il suo stato d’animo interiore, ordina al Nibbio di disporre il tutto secondo le istruzioni di Egidio, al che il bravo si unisce alla spedizione accompagnato da altri due sgherri. Egidio non conta ovviamente sui mezzi con cui si serve abitualmente, ma bensì sulla presenza al convento della sua amante Gertrude, la quale, rappresenta per lui un importante risorsa. Il giovane impone alla “signora”, di sacrificare Lucia, al che la monaca trova improponibile una proposta del genere, e cerca di sottrarsi in tutti i modi; ma poiché, la donna non intende ribellarsi a un delitto commesso in tempi passati, non può rinnegare il suo amante, finendo per obbedire alle richieste di Egidio, nonostante le faccia orrore il pensiero di separarsi da Lucia per una certa malvagità. Il giorno stabilito Gertrude si ritira nel parlatorio privato con Lucia, alla quale fa più carezze del solito, e le dice che ha bisogno di un servizio, ovvero rivolgere una segreta ambasciata al padre Guardiano del convento dei cappuccini che l’hanno accompagnata lì, cosa per la quale non può fidarsi di nessuno tranne che della giovane. Lucia si dimostra al quanto spaventata di una simile richiesta, e l’idea di uscire dal monastero la atterrisce, ma Gertrude si finge indispettita da quelle scuse e afferma che si tratta solamente di fare pochi passi lungo la strada già conosciuta, in pieno giorno, cosa per cui non c’è un grande pericolo. La giovane si lascia convincere e Gertrude le spiega nel dettaglio cosa dovrà fare, suggerendole anche di non farsi vedere dalla fattoressa nell’uscire dal monastero. Benché non del tutto convinta, accetta lo stesso l’incarico e si accinge a congedarsi, quando la monaca è presa da un improvviso ripensamento e la richiama alla grata, dove si limita a rinnovare le sue raccomandazioni alla giovane, ignara di quanto le sta per succedere.

Il Rapimento di Lucia

Lucia lascia il convento e senza troppe difficoltà trova la porta del borgo, camminando con gli occhi bassi finché non arriva alla strada maestra e poi a quella che conduce al convento dei cappuccini: essa, ai tempi dell’autore, è ancora situata tra due pareti di vegetazioni, che formano una specie di volta, cosicché la ragazza inizia a percorrerla senza preoccuparsi più di tanto. Dopo pochi passi vede però una carrozza da viaggio ferma, con due viaggiatori situati accanto che si accingono a ricercare la strada. La giovane si rincuora e sia avvicina, quindi, uno dei due uomini, con atteggiamento gentile, finge di chiederle delle indicazioni; la giovane inizia a spiegare che se vogliono dirigersi in città devono percorrere la strada in senso inverso, ma mentre si volta per indicare la corretta direzione, l’altro l’uomo (il Nibbio) la afferra per la vita, sollevandola da terra e mettendola con forza nella carrozza, nel mentre che la giovane lancia un urlo disperato. Una volta nella carrozza, un bravo che siede avanti la costringe a sedere di fronte a lui e le mette un fazzoletto alla bocca per farla tacere. La carrozza riparte a gran velocità, e il quarto uomo rimasto a sorvegliare la strada, si accerta che nessuno sia accorso alle grida, sparendo tra la vegetazione.

Lucia in Carrozza

Lucia è in preda al terrore e inorridita alla vista del volto minaccioso dei bravi: cerca di storcersi e di buttarsi verso lo sportello della carrozza, anche se le mani di quei due uomini la trattengono con forza e le premono il fazzoletto sulla bocca. I bravi provano a calmarla affermandole di non volerle farle del male, ma dopo qualche istante, la giovane, sopraffatta dall’affanno, perde i sensi e uno degli uomini pensa che sia morta, nonostante l’altro è certo che si tratti di un semplice svenimento e che per ucciderla ci voglia ben altro. Il Nibbio li richiama e gli ordina di prendere i fucili e mantenerli ben nascosti in modo che Lucia non li vede, aggiungendo che, quando ce ne sarà di bisogno sarà lui a parlarle e a tenerla ferma. La Carrozza si addentra in un bosco e poco dopo la giovane si risveglia, quindi, dopo essersi resa conto della situazione, tenta nuovamente di gettarsi in direzione dello sportello, cacciando un urlo più forte di quello di prima. Il Nibbio cerca di placarla con voce calma, anche se la ragazza, in preda al panico, chiede solo ai suoi rapitori di lasciarla andare, al che il Nibbio ribatte che non vogliono ucciderla e l’hanno rapita perché è stato ordinato loro così. La giovane, con le lacrime agli occhi, li prega di lasciarla andare e li esorta a pensare a quanto soffrirebbero se a trovarsi in quella situazione fossero le loro figlie o le loro mogli, ma i bravi affermano che non possono liberarla, e né le rivelano dove la stanno conducendo. Lucia, durante il viaggio, che dura in tutto quasi quattro ore, alterna nuovi scongiuri ai suoi rapitori e manifesta altri svenimenti.

Inquietudine dell'Innominato

Nel frattempo, l’Innominato attende con una certa inquietudine il ritorno al castello della carrozza, cosa per lui alquanto insolita, in quanto in passato ha deciso la morte di tanti uomini senza alcun ripensamento, e ora, di fronte al rapimento di una contadina, manifesta ribrezzo e terrore. Da una finestra della sua fortezza, osserva uno sbocco della valle e qui vede a un tratto la carrozza che procede lentamente a causa della stanchezza dei cavalli: sente quindi aumentare la sua ansia e vorrebbe quasi ordinare al Nibbio di voltare il passo e raggiungere subito il castello di Don Rodrigo. Tuttavia, un richiamo interiore gli fa abbandonare quel proposito e, per non far attendere gli altri, manda a chiamare una vecchia donna che vive nel castello fin da quando è nata, e che è cresciuta nel potere e nella malvagità del padrone. Abituata ad accettare tutto ciò che avviene in quel luogo, ha sposato uno degli sgherri del padrone, che è rimasto ucciso poi in una missione, lasciandola vedova nel castello ad occuparsi degli altri bravi. Appena la vecchia giunge dal padrone, questi le indica la carrozza che si sta avvicinando al castello, e le ordina di allestire una portantina e di farsi portare alla Malanotte, badando di arrivare prima della carrozza: in essa dovrebbe esserci una giovane, e la vecchia dovrà riferire al Nibbio di metterla sulla portantina e di venire subito dall’Innominato, mentre la vecchia accompagna la giovane al castello e la conduce nella sua camera. L’uomo raccomanda anche di non rivelare il suo nome alla giovane e, soprattutto, di farle coraggio: qua la vecchia sembra non capire cosa riferire alla povera giovane, al che l’Innominato di irrita e le impone di dire alla ragazza solamente le parole che lei stessa vorrebbe sentire in una situazione del genere. La vecchia corre dunque ad eseguire gli ordini e l’Innominato, rimasto solo, volta di nuovo lo sguardo dalla finestra verso la carrozza, e si incammina verso la stanza con passi nervosi.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono i luoghi principali descritti nel capitolo venti del romanzo?
  2. I luoghi principali sono Monza e il castello dell'Innominato, situato in una valle al confine dello Stato di Milano e del Bergamasco.

  3. Chi è l'Innominato e quale ruolo svolge nella trama?
  4. L'Innominato è un potente bandito che domina la valle dal suo castello. Viene coinvolto da Don Rodrigo per rapire Lucia, ma inizia a provare ripensamenti sulle sue azioni passate.

  5. Come avviene il rapimento di Lucia?
  6. Lucia viene ingannata da Gertrude e condotta fuori dal convento, dove viene rapita da uomini dell'Innominato e portata via in carrozza.

  7. Quali sono i sentimenti dell'Innominato riguardo al rapimento di Lucia?
  8. L'Innominato prova inquietudine e ribrezzo per il rapimento, un sentimento insolito per lui, dato il suo passato di violenza e crudeltà.

  9. Qual è il ruolo di Gertrude nel rapimento di Lucia?
  10. Gertrude, sotto la pressione di Egidio, inganna Lucia facendole credere di dover svolgere un incarico innocuo, facilitando così il suo rapimento.

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