Concetti Chiave
- Manzoni sottolinea la responsabilità morale e sociale degli individui, evidenziando come le azioni di oppressione influenzino negativamente anche le vittime.
- La società descritta ne "I Promessi Sposi" è caratterizzata da ingiustizia e violenza, con signori locali che usano il potere per opprimere, sostenuti da un sistema giudiziario inefficace.
- L'odio e la violenza sono alimentati dall'oppressione quotidiana, trasformando anche individui pacifici come Renzo in persone assetate di vendetta.
- Il circolo vizioso dell'odio viene interrotto dalla fiducia nella provvidenza divina, che promette redenzione e giustizia ai deboli che scelgono di non rispondere alla violenza con altra violenza.
- Il Manzoni trasmette un messaggio di fiducia nella giustizia divina, come mezzo per ribellarsi alle logiche della violenza e del male presenti nella storia umana.
Indice
Responsabilità morale e sociale
"I provocatori, i soverchiatori, tutti coloro che, in qualunque modo, fanno torto altrui, sono rei, non solo del male che commettono, ma del pervertimento ancora a cui portano gli animi degli offesi" ("I Promessi Sposi" capitolo II). Il Manzoni, con tono dolente e pacato, per guidare ad una riflessione morale i suoi lettori (per giunta valida per ogni tempo e non solo per il secolo XVII) si serve della storia, reale e immaginaria, per chiarire quanto ognuno di noi sia responsabile con le proprie azioni anche degli altri.
A voi il giudizio.
Società violenta e ingiustizia
Sin dalle prime pagine de "I promessi sposi", il Manzoni ci presenta una società soverchiatrice, violenta, dove le questioni (come dice lo stesso don Abbondio, durante il colloquio con Renzo) non si discutono in termini di torto o di ragione, ma in termini di forza. I principali responsabili di questa drammatica situazione, sono, sempre secondo l'Autore, i vari signori e signorotti locali, i quali, disponendo di un'elevata influenza sulle istituzioni giudiziarie e protetti da piccoli eserciti personali di bravi, eludono con facilità le gride per far valere il proprio potere d'oppressione sulla popolazione. Il clima d'ingiustizia e di violenza è quindi determinato dall'ancora forte potere feudale, personificato nella figura di don Rodrigo, e dalla totale inefficacia dell'apparato giudiziario spagnolo, la cui organizzazione burocratica, lenta e macchinosa, non riesce a garantire ai cittadini la protezione necessaria. Così, l'unica "giustizia" rispettata è quella di don Rodrigo e di quelli che, come lui, dispongono della violenza come strumento di dominio. Ma non basta. Anche gli intellettuali, uomini di chiesa come no, sono asserviti alla causa del potere, e sono costretti ad accettarne le logiche di sfruttamento. Don Abbondio, l'Azzecca-garbugli, uomini comuni, persone di per sé innocue, lontane dal sangue e dalla violenza, divengono, insieme alla stessa cultura che possiedono, le vittime e gli strumenti dell'oppressione. Appare quindi chiaro, a questo punto, il senso delle parole del Manzoni: gli oppressori, non si limitano a esercitare la violenza sui deboli, ma coinvolgono nelle loro logiche anche uomini prima estranei al terribile sistema dell'"ingiustizia organizzata".
Induzione alla violenza e odio
Oltre però agli intellettuali che diventano uno strumento nelle mani del potere, macchiandosi di delitto, le parole dell'Autore si riferiscono anche a un altro tipo di induzione alla violenza e all'odio: quella che i quotidiani episodi d'oppressione suscitano nella povera gente. Dalla base della piramide sociale, si vedono salire infatti, oltre alle lacrime dei deboli sfruttati, anche le loro parole di rabbia, di odio, di indignazione, di vendetta. Ed è a questo proposito che il Manzoni scrive la sua massima: "I provocatori, i soverchiatori, tutti coloro che, in qualunque modo, fanno torto altrui, sono rei, non solo del male che commettono, ma del pervertimento ancora a cui portano gli animi degli offesi". Infatti, dopo aver appreso la verità, e cioè che il suo matrimonio con Lucia è impedito dal volere di don Rodrigo, la prima reazione di Renzo è quella di progettare tremendi propositi di vendetta. Improvvisamente, la figura di Renzo si stravolge, e quel giovane "pacifico e alieno dal sangue" che era, si trasforma in un aspirante assassino. Avrebbe voglia di farla finita e, pur con i suoi scarsissimi mezzi, di affogare nel sangue la boria di don Rodrigo. Nella sua mente vorticano improvvisamente turpi progetti di morte: agguati, omicidi, vendette. La sua metamorfosi, veloce e drammatica quanto disperata, colpisce il lettore e lo spinge a riflettere sulle parole dell'autore. È il circolo vizioso dell'odio e della violenza (il forte opprime il debole che impara ad odiare a sua volta) che trasforma la storia umana, e non solo quella del Seicento, in una immensa carneficina, in una grande valle di rabbia e oppressione.
Circolo vizioso e provvidenza
Ma a questo punto interviene il tema della provvidenza divina, tanto caro al Manzoni, che fornisce il modo per spezzare il circolo che aggiunge male al male. Così come l'immagine di Lucia riporta la ragione nella mente di Renzo e lo riconduce sulla sua strada, così come la sua ferma fiducia in Dio e nella giustizia divina, riporteranno la luce nell'oscurità dei biechi pensieri di Renzo, la provvidenza promette al debole la redenzione e il riscatto dall'oppressione, a patto che sia lui, il primo a interrompere il circolo di sangue, non rispondendo alla violenza con altra violenza (nel Vangelo, Cristo stesso dice: "Se ti danno uno schiaffo, tu non rispondere, ma porgi l'altra guancia"). Lucia stessa griderà allarmata a Renzo, sentiti i suoi propositi: "No, no, per amor del cielo! Il Signore c'è anche per i poveri; e come volete che ci aiuti, se facciam del male?". In queste parole, il Manzoni ci lascia un profondo messaggio, la fiducia nella giustizia divina come unico mezzo di ribellione alle logiche della violenza che, in ogni minimo sopruso, alimentano lo spettro del male che aleggia su tutta la storia umana.
Domande da interrogazione
- Qual è il messaggio principale di Manzoni riguardo la responsabilità morale e sociale?
- Come viene descritta la società nel romanzo "I Promessi Sposi"?
- In che modo l'oppressione induce alla violenza e all'odio secondo Manzoni?
- Qual è il ruolo della provvidenza divina nel romanzo?
- Qual è l'insegnamento di Lucia a Renzo riguardo alla violenza?
Manzoni sottolinea che chi provoca o opprime è responsabile non solo del male diretto che causa, ma anche del pervertimento morale che induce negli offesi.
La società è descritta come violenta e ingiusta, dominata da signori locali che usano la forza e l'influenza per opprimere, mentre il sistema giudiziario è inefficace.
L'oppressione suscita rabbia e desiderio di vendetta tra i deboli, trasformando anche persone pacifiche in aspiranti vendicatori, come accade a Renzo.
La provvidenza divina offre un modo per spezzare il circolo vizioso della violenza, promettendo redenzione e giustizia a chi non risponde alla violenza con altra violenza.
Lucia esorta Renzo a non rispondere al male con il male, confidando nella giustizia divina come unico mezzo per superare l'oppressione.