Concetti Chiave
- Il conte zio, sebbene personaggio secondario, è vividamente caratterizzato dalla sottile ironia di Manzoni, incarnando debolezze umane come la vanità.
- Il conte è definito dai dialoghi, in particolare quello con il nipote Attilio, che sfrutta la vanità dello zio per manipolarlo contro padre Cristoforo.
- Attilio è un personaggio completamente "cattivo", sfruttando la sua intelligenza per manipolare gli altri senza scrupoli.
- Il secondo dialogo con il padre provinciale rivela l'influenza del conte zio e la sua vana esaltazione di sé, evidenziando un mondo grandioso ma decadente.
- Le pagine illustrano aspetti della civiltà barocca, con un'attenzione al formalismo e alla magnificenza vuota, simboleggiata dal conte zio.
Indice
Caratterizzazione del Conte Zio
Il conte zio è un personaggio secondario, cui tuttavia la sottile vena ironica del Manzoni, unita alla sua infallibile capacità di mettere a fuoco le debolezze umane, ha saputo dare una caratterizzazione eccezionalmente viva e precisa, tenuto conto anche delle poche pagine dedicate a questo personaggio.
Più che descritto, questi è quasi esclusivamente rappresentato in azione, protagonista di due dialoghi che hanno una notevole importanza quali nodi di intreccio del complesso sviluppo narrativo del romanzo. Il primo colloquio, quello del conte zio col nipote Attilio, ci rivela già appieno l'aspetto peculiare della personalità del conte: la vanità. Si tratta di una vanità smisurata per la propria posizione sociale, il proprio casato, il proprio nome; una vanità paradossale e grottesca sulla quale l'astuto Attilio fa leva per ottenere i suoi scopi: strappare all'influente zio la promessa di un appoggio ai danni del povero padre Cristoforo.Attilio e la sua influenza
Attilio è forse il personaggio più compiutamente "cattivo" dei Promessi Sposi: lo è consapevolmente e fino in fondo. Non ha scrupoli, né ritegni di fronte ai fini da raggiungere, la sua intelligenza e furberia lo rendono capace di scoprire i lati deboli delle persone e di approfittarne. Di fronte alla sua sottile, quasi diabolica diplomazia, la puerile vanagloria del vecchio zio, che si presta supinamente ai disegni del nipote, pur con la convinzione di essere il padrone della situazione, appare veramente meschina e ridicola. Il dialogo successivo, che ha per altro protagonista il padre provinciale di cui il conte zio vuole servirsi per allontanare padre Cristoforo assecondando così il desiderio del nipote, è un altro capolavoro di ironia, un'ironia amara che sottintende una triste considerazione: i deboli e gli innocenti sono sempre esposti ad essere dei capricci e delle personali debolezze dei superiori.
Dialogo con il padre provinciale
E' chiaro, in questo secondo dialogo, che ottenere il suo scopo significa, per il conte zio, avere una prova di più della sua influenza nel mondo, dell'importanza della carica che riveste e del nome che porta. Tutto il suo discorso è una continua, esaltata apologia di se stesso: parole pompose e insignificanti, frasi lasciate a mezzo cariche di misteriosi sottintesi, riferimenti continui alla sua difficile e impegnativa posizione, allusioni dirette e indirette ai suoi fasti trascorsi e attuali. A un certo punto si ha la netta sensazione di un parlare a vuoto, di un soliloquio vano e ridicolmente compiaciuto.
Il povero padre provinciale resta come annichilito di fronte alla tronfia balordaggine del discorso, di cui, è chiaro, non gli sfugge la malafede e la nascosta ingiustizia, ma sa di non potersi sottrarre alla volontà del potente.
Simbolismo del Conte Zio
Queste pagine dei Promessi Sposi sono importantissime, oltre che per il loro valore narrativo intrinseco, anche come testimonianza di costume di un'epoca, perché in esse si riflettono alcuni degli aspetti fondamentali del secolo in cui il romanzo è ambientato; il conte zio è un po' una simbolizzazione della civiltà barocca, almeno nei suoi aspetti deteriori: si riscontrano in lui certi atteggiamenti di esasperazione formale, di culto estremo per una magnificenza vuota ed esteriore. E' un mondo grandioso e abbagliante, ma ormai in decadenza, come si avverte da questa indicativa figura, grottesca nella sua smisurata ambizione, pateticamente ridicola nella sua beata infatuazione di sé. Un mondo che suggerisce, almeno in parte, l'immagine di "quelle scatole che si vendono ancora in qualche bottega di speziale, con su certe parole arabe e dentro non c'è nulla, ma servono a mantenere il credito alla bottega".
Domande da interrogazione
- Qual è la caratterizzazione del Conte Zio nel romanzo "I Promessi Sposi"?
- Come Attilio influenza il Conte Zio?
- Qual è il ruolo del dialogo tra il Conte Zio e il padre provinciale?
- Qual è il simbolismo del Conte Zio nel contesto del romanzo?
- Quali sono le implicazioni del comportamento del Conte Zio per i personaggi deboli e innocenti?
Il Conte Zio è caratterizzato da una vanità smisurata per la sua posizione sociale e il suo nome, rappresentato in azione attraverso dialoghi che rivelano la sua personalità grottesca e paradossale.
Attilio sfrutta la vanità del Conte Zio per ottenere il suo appoggio contro padre Cristoforo, dimostrando una diplomazia sottile e quasi diabolica.
Il dialogo serve a mostrare l'influenza del Conte Zio e la sua esaltata apologia di sé stesso, evidenziando la sua tronfia balordaggine e la malafede.
Il Conte Zio simboleggia la civiltà barocca nei suoi aspetti deteriori, con un culto per una magnificenza vuota ed esteriore, rappresentando un mondo grandioso ma in decadenza.
I deboli e gli innocenti, come padre Cristoforo, sono esposti ai capricci e alle debolezze personali dei superiori, sottolineando una triste considerazione sulla giustizia e il potere.