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Sintesi

La monacazione di Gertrude



Gertrude è figlia di un principe feudatario di Monza. Come da usanza, per lasciare tutto il patrimonio al figlio primogenito, il principe ha deciso che tutti gli altri figli diventeranno frati o monache.
Così fin da piccola Gertrude viene cresciuta per diventare la suora. In realtà, Gertrude non viene mai obbligata in modo diretto, ma il suo futuro le viene imposto attraverso vari strumenti. Ad esempio i suoi regali consistevano in bambole vestite da suore, santini e perfino i complimenti che riceveva erano inerenti al mondo religioso. A sei anni viene mandata a studiare in convento. Qui è chiamata da tutti “signorina” e viene trattata come una principessa. Con lei a studiare però ci so-no molte altre ragazze. Non tutte diventeranno suore. Molte sono, infatti, destinate dalle famiglie al matrimonio. Perciò, divenuta adolescente, Gertrude comincia a non essere più convinta di farsi suora. Ma questo pensiero la mette in crisi, perché sa di disobbedire alla volontà del principe padre.
Le suore sono contente di avere la “signorina”: il padre è ricco e potente e può fare ricco e potente il convento. Così approfittano della crisi di Gertrude e la convincono a scrivere la richiesta ufficiale per farsi suora. Passa un anno, come da regolamento Gertrude può andare a casa per un mese prima di essere esaminata e giudicata adatta a prendere i voti. Gertrude allora trova il coraggio di scrivere al padre per dirgli che non vuole farsi suora.
Arrivata a casa, però, Gertrude viene trattata con freddezza. Nessuno parla con lei. Il padre, la madre e perfino i servi fanno di tutto per farla sentire rifiutata. Gertrude soffre ma finalmente un giovane paggio le dimostra un po' di comprensione. Lei gli scrive una lettera che però viene scoperta e portata al principe padre. Il servo è cacciato, lei viene rinchiusa in camera con la scusa che è malata. Passano i giorni e Gertrude si sente sempre più sola e disperata. Pensa e ci ripensa, si convince che la colpa è soltanto sua se ora è sola: per meritare e attenzioni della famiglia deve chiedere perdono al padre e fare tutto quello che lui desidera, per questo gli scrive una lettera.

Proprio questa lettera diventa un’arma in mano al principe padre che la sfrutta contro la figlia. Infatti dice a Gertrude che non basta pentirsi, che la storia contro il servo è una rovina e nessun nobile la vorrà prendere come moglie, ma che la colpa è del mondo perché è pieno di pericoli. Gertrude gli da ragione e il padre usa il suo sì per annunciare al resto della famiglia che la figlia ha preso la decisione più giusta per lei: farsi monaca. Subito Gertrude viene riammessa in famiglia.
Tutti i parenti la riempiono di attenzioni, perfino il padre che la lascia libera di scegliere quando andare al monastero per parlare con la madre superiora. Gertrude fa finta di essere d’accordo: è troppo contenta della nuova situazione. Prende tempo in attesa si un’altra occasione per dire la verità al padre. Gertrude passa una notte agitata e la mattina dopo viene svegliata dalla governante che deve aiutarla a prepararsi. La famiglia è pronta e accompagnerà Gertrude a Monza. Prima di partire il padre la chiama da parte. Spiega con precisione alla figlia che cosa deve dire e come deve comportarsi quando arriveranno al monastero.
Al convento la madre superiora chiede a Gertrude perché è lì. Gertrude sta per dire la verità quando incrocia gli occhi del padre. Per paura dice quello che vuole lui, cioè che è lì per farsi suora. A nessuno importa che la chiesa scomunichi i genitori che obbligano i figli a entrare in convento. Quindi Gertrude e i genitori tornano a casa, qui Gertrude accetta di avere come madrina la fu-tura suocera del fratello. La madrina è quella che deve accompagnarla a conoscere il mondo prima di lasciarlo per sempre. In realtà è messa lì dal padre per sorvegliarla. Gertrude incontra, poi, il vicario cioè il sacerdote che deve controllare se la sua vocazione è sincera. Questo la interroga. Gertrude potrebbe dirgli la verità, ma sa che il vicario non la può proteggere dalla rabbia del padre. Perciò mente a tutte le domande e ottiene l’approvazione del sacerdote. Il tempo di entrare in convento si avvicina e Gertrude ha sempre meno coraggio di affrontare il padre.
Al monastero, intanto, arriva l’approvazione del vicario. Le suore possono, così, riunirsi per votare la richiesta di Gertrude, che viene, ovviamente, accettata. Gertrude entra così in prova come novizia. Dopo un anno deve prendere i voti. È l’ultima occasione per sottrarsi a una vita che non vuole fare, ma, anche questa volta, non trova il coraggio e diventa monaca per sempre.
Estratto del documento

Gli ioni sono specie chimiche dotate di carica netta. In particolare gli ioni dotati

di carica positiva vengono chiamati cationi, quelli dotati di carica negativa

anioni. I cationi posseggono un numero di elettroni inferiore a quello dei

protoni. Gli anioni, invece, posseggono un numero di elettroni superiore a

quello dei protoni. In uno ione può variare solamente il numero degli elettroni,

perché in caso contrario varierebbe il tipo di atomo.

I monoatomici sono specie chimiche dotate di MONOATO POLIATOM

carica netta, ma formate da un solo atomo, al MICI ICI

contrario i poliatomici sono formati da più atomi. Na NaCl

+ +

I monovalenti sono specie chimiche dotate di una Ce CaO

2- 2-

MONOVALE POLIVALE

sola carica netta, al contrario i polivalenti sono NTI NTI

dotati di due o più cariche nette. NO Ca

3+ 2+

Ce SO

- 42-

Gli elementi chimici vengono rappresentati nella

tavola periodica degli elementi ideata da Mendeleev. Qui gli elementi

vengono ordinati secondo il numero atomico crescente e progressivo, ovvero

secondo il numero crescente e progressivo dei protoni.

La tavola periodica è suddivisa in gruppi (verticalmente) e periodi

(orizzontalmente), gli elementi appartenenti allo stesso gruppo, appartengono

alla stessa famiglia chimica e reagiscono nello stesso modo. La maggior parte

degli elementi presenti nella tavola periodica sono metalli, ma sono presenti

anche semi metalli (XIV-XVI) e non metalli (XIV-XVII). I metalli hanno

caratteristiche comuni: fondono ad elevate temperature, si ossidano, sono

malleabili e sono conduttori di elettricità e calore.

Nella tavola periodica sono presenti 18 gruppi:

I. Metalli alcalini: sono basici, i principali sono idrogeno, litio, potassio e sodio

II. Metalli alcalino terrosi: quando reagiscono con l’ossigeno diventano di

colore rosso-brunastro, i principali sono berillio, magnesio e calcio

III-XII. Metalli di transizione: si trovano nella parte centrale della tavola

periodica alcuni sono titanio, cromo, manganese e ferro. Appartengo a questo

gruppo anche le terre rare, non presenti sul nostro pianeta.

XIII. Metalli terrosi: i principali sono boro, alluminio e calcio.

XVI. Non metalli calcogeni: i principali sono ossigeno e zolfo.

XVII. Non metalli alogeni: i principali sono fluoro, cloro, bromio e iodio.

XIIX. Gas nobili: non reagiscono con nient’altro, il più importante è l’elio.

Gli elettroni si muovono intorno al nucleo. Poiché gli elettroni sono carichi

negativamente e il nucleo è positivo si verifica che un elettrone è tanto più

attratto dal nucleo quanto più è vicino ad esso. Somministrando una giusta

quantità di energia è possibile staccare uno o più elettroni da un atomo. La

quantità di energia che si deve fornire viene definita energia di ionizzazione.

Questa può essere determinata e confrontando tali valori si nota che le energie

di ionizzazione di un elemento sono, eccetto alcuni salti, progressivamente

crescenti, e questo appare logico visto che gli elettroni strappati in successione

sono sempre più vicini al nucleo e quindi più fortemente legati ad esso. Su di

essi, inoltre, agisce una carica positiva sempre maggiore, perché sempre 2

maggiore è il numero dei protoni non più bilanciati dagli elettroni via via

allontanati.

Possiamo quindi dire che in un atomo esistono differenti livelli energetici in cui

si distribuiscono gli elettroni. Gli elettroni, in pratica, sono disposti attorno al

nucleo in sfere concentriche, dette strati o gusci elettronici. Il

comportamento chimico di un elemento è legato al numero di elettroni presenti

nel livello energetico più esterno, detto livello di valenza.

In natura raramente esistono atomi isolati, in quanto tendono a legarsi a

vicenda creando delle molecole. Un legame chimico avviene quando 2 atomi

si avvicinano fino a raggiungere una distanza specifica, nota come distanza di

legame. In tale situazione le forze attrattive tra protoni ed elettroni superano

le forze repulsive tra le coppie di protoni ed elettroni.

Per rappresentare la configurazione elettronica esterna (o livello di valenza)

utilizziamo la rappresentazione di Lewis: gli elementi appartenenti allo

stesso gruppo hanno la stessa

configurazione elettronica esterna,

che riflette dunque la loro

appartenenza ad uno specifico

gruppo. Fu Lewis a identificare gli

elettroni esterni come i responsabili

dell’unione tra atomi. Tutti gli atomi

hanno un numero di elettroni tali da completare un guscio: Lewis concluse che

la presenza di otto elettroni nella parte più esterna dell’atomo rappresenta una

condizione di particolare stabilità, alla quale tendono gli atomi di tutti gli

elementi. Egli stabilì pertanto la regola dell’ottetto per cui ogni atomo, secondo

il suo numero di elettroni esterni, tende a cedere, acquistare o mettere in

compartecipazione un numero di elettroni tali da raggiungere un ottetto

completo nello strato più esterno. Con la simbologia di Lewis possiamo

rappresentare gli elettroni esterni con dei puntini, che, dopo averne disposto

uno per lato, possono essere disposti massimo due per lato. 3

Il primo tipo di legame chimico che analizziamo è il legame covalente,

caratterizzato dalla compartecipazione (ovvero messa in

comune) di una o più coppie di elettroni esterni (o di

valenza) tra atomi vicini all’interno della stessa molecola.

Prendiamo per esempio la molecola di fluoro F , per ogni

2

atomo di fluoro la rappresentazione di Lewis prevede

sette elettroni, distribuiti in tre coppie, più un elettrone

spaiato. Quando due atomi di fluoro si avvicinano,

l’elettrone spaiato interagisce con entrambi i nuclei. La

messa in comune di questi elettroni forma una coppia di

legame (doppietto) che fa parte contemporaneamente di

entrambi gli atomi e permette loro di avere intorno al

nucleo gli otto elettroni.

Poiché stiamo parlando di atomi uguali, essi hanno la stessa tendenza ad

attirare gli elettroni della coppia di legame: questa proprietà è chiamata

elettronegatività.

Il legame formato da due atomi con la stessa elettronegatività viene definito

covalente puro o omopolare.

Un nuclide è una singola specie atomica

caratterizzata da un numero definito di

protoni e neutroni. Se si costruisce un grafico

dei nuclidi conosciuti con il numero atomico

(Z) in ascissa e il numero dei neutroni (N) in

ordinata, vediamo che quelli stabili si

raggruppano in una fascia. Al crescere del

numero atomico, il discostamento dei nuclidi

dalla linea centrale indica che occorrono

sempre più neutroni per mantenere stabile il

nucleo. Oltre il bismuto (Z = 83) non

esistono più nuclidi stabili, indifferentemente

dal numero dei neutroni. Per bassi valori di

Z, fino a circa 20, i nuclidi stabili hanno lo

stesso numero di protoni e neutroni; infatti si

sovrappongono alla semiretta verde (N = Z).

Tutti i nuclidi caratterizzati da valori che li

pongono al di fuori dalla fascia di stabilità sono radioattivi e per questo sono

chiamati radionuclidi. Essi si tramutano spontaneamente in altri più stabili,

dando così luogo a un decadimento radioattivo, cioè al processo con il quale un

radionuclide espelle delle particelle subatomiche diventando stabile. La

velocità con cui avviene un processo di decadimento si esprime

frequentemente attraverso il tempo di dimezzamento (T ), che cambia in

1/2

relazione ai diversi nuclidi. Il tempo di dimezzamento, o emivita, di un

radionuclide è l’intervallo in cui la quantità di un radionuclide si dimezza. 4

Un nucleo dà luogo a diversi tipi di decadimenti radioattivi in base alla sua

composizione:

Decadimento α Decadimento β +

È caratteristico dei nuclidi Riguarda nuclidi a destra della

“pesanti” (A>200). Emettono fascia di stabilità, quindi con

una particella α, cioè un nucleo eccesso di protoni. Più probabile

di elio formato da due protoni e per elementi con basso numero

due neutroni. Il nucleo che si atomico. Un protone si trasforma

origina ha un numero atomico in un neutrone (perdendo la

inferiore di due unità e un carica +) e vengono emessi un

numero di massa inferiore di positrone β (stessa massa

+

quattro unità rispetto al dell’elettrone ma carica +) e un

radionuclide di partenza. neutrino elettronico con massa

nulla. Il nuclide che si forma ha

un numero atomico inferiore di

una unità e numero di massa

invariato rispetto al radionuclide

di partenza.

Decadimento β Decadimento ϒ

- In molti casi, i nuclei che hanno

È caratteristico dei nuclidi che si subito un decadimento α o β

trovano a sinistra della fascia di rimangono in una condizione di

stabilità e hanno quindi un energia in eccesso (stato eccitato).

eccesso di neutroni. In questo Quando i nuclei tornano al loro stato

caso, un neutrone diventa un fondamentale, questa energia viene

protone e vengono emessi un liberata sotto forma di radiazioni

elettrone β e un antineutrino

- elettromagnetiche (raggi ϒ). Il

elettronico (V- ), l’antiparticella

e nuclide finale ha la stessa

del neutrino elettronico. Il composizione di quello di partenza.

nuclide che si forma ha un 5

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