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Concetti Chiave

  • Manzoni esalta la storia medievale e le piccole imprese del popolo, contrapponendosi al neoclassicismo e all'illuminismo che glorificavano la storia romana.
  • La sua concezione della storia è influenzata dal giansenismo, rifiutando la predestinazione e sottolineando l'importanza della grazia e provvidenza divina.
  • Manzoni, nella "Lettera a D'Azeglio sul romanticismo", rifiuta le regole classiche e la mitologia, sostenendo che la letteratura debba essere utile, vera e interessante.
  • Nella "Lettera a M. Chauvet", Manzoni critica le unità aristoteliche, distinguendo tra "vero storico" e "vero poetico" per garantire la verosimiglianza narrativa.
  • Il principio della "provvida sventura" di Manzoni evidenzia come le prove difficili siano strumenti divini per testare la spiritualità umana.

Indice

  1. La concezione storica di Manzoni
  2. Lettera a D'Azeglio sul romanticismo
  3. Risposta a M. Chauvet

La concezione storica di Manzoni

Quando si parla di poetica per Manzoni è inevitabile il collegamento alla sua concezione della storia. Essa è in contrapposizione all'illuminismo e al neoclassicismo in quanto essi esaltavano la storia romana fatta di grandi imprese compiute da grandi uomini; Manzoni, invece, esalta la storia medievale e le piccole imprese compiute da uomini comuni: il popolo porta al progresso della civiltà.

Questa concezione è influenzata soprattutto dagli ambienti giansenisti da lui frequentati durante il soggiorno a Parigi: egli rifiuta la predestinazione ma ritiene che l'uomo possa avere una speranza di salvezza attraverso la grazie e la provvidenza di Dio; l'uomo riesce a salvarsi solo se è in grado di riconoscere l'intervento divino, altrimenti sarà dannato. L'intervento della provvidenza si manifesta attraverso prove difficili e dolorose (principio della provvida sventura) che servono a mettere alla prova la spiritualità e l'individualità dell'uomo.

Lettera a D'Azeglio sul romanticismo

Nella "Lettera a D'Azeglio sul romanticismo" (1823) Manzoni prende le distanze dalle produzioni precedenti e rifiuta il rispetto delle regole classiche e l'utilizzo della mitologia. Sostiene, inoltre, che l'opera letteraria debba avere: l'utile per scopo (deve spingere il lettore a riflettere); il vero per oggetto (deve trattare di argomenti con un fondo di verità); l'interessante per mezzo (deve suscitare interesse nel lettore).

Risposta a M. Chauvet

La "Lettera a M. Chauvet" (1820) è in risposta a un'altra precedentemente inviata da M. Chauvet, a seguito della rappresentazione del "Conte di Carmaglola", in cui accusa Manzoni di non aver rispettato l'unità di tempo e di luogo. Manzoni risponde con questa lettera sostenendo che rispettare le unità aristoteliche va contro il verosimile ed è dannoso in quanto trasmette un pessimo messaggio per al pubblico. Egli distingue inoltre il "vero storico" (la verità dei fatti secondo una ricostruzione credibile) e il "vero poetico" (discorsi diretti, emozioni e passioni che vengono aggiunti per capire come un personaggio affronta una determinata situazione); entrambi devono essere coerenti per rendere la storia verosimile.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la concezione storica di Manzoni e come si differenzia da quella illuminista e neoclassica?
  2. Manzoni esalta la storia medievale e le piccole imprese degli uomini comuni, in contrasto con l'illuminismo e il neoclassicismo che esaltavano le grandi imprese della storia romana. Crede che il popolo porti al progresso della civiltà, influenzato dagli ambienti giansenisti e dalla provvidenza divina.

  3. Quali sono i principi fondamentali espressi da Manzoni nella "Lettera a D'Azeglio sul romanticismo"?
  4. Manzoni rifiuta le regole classiche e la mitologia, sostenendo che l'opera letteraria debba avere l'utile per scopo, il vero per oggetto e l'interessante per mezzo, per spingere il lettore a riflettere e suscitare interesse.

  5. Come Manzoni risponde alle critiche di M. Chauvet riguardo al "Conte di Carmaglola"?
  6. Manzoni risponde che rispettare le unità aristoteliche va contro il verosimile e distingue tra "vero storico" e "vero poetico", entrambi necessari per rendere la storia credibile e coerente.

Domande e risposte

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