Concetti Chiave
- Alessandro Manzoni, nato a Milano nel 1785 e morto nel 1873, è una figura centrale del romanticismo italiano, influenzato dalla filosofia illuminista francese.
- Manzoni si converte al cattolicesimo, ma il suo approccio è segnato dal giansenismo, enfatizzando la salvezza come intervento di Dio e responsabilità umana.
- La poetica manzoniana si concentra sul "vero", preferendo rappresentare eventi storici reali per la loro forza drammatica intrinseca.
- Manzoni critica l'uso delle unità aristoteliche nelle tragedie, sostenendo che l'azione concentrata in un solo giorno forza la rappresentazione esagerata delle passioni.
- Il suo concetto di letteratura mira a ricostruire i moti psicologici e i sentimenti dei personaggi storici, non documentati ma essenziali per comprendere gli eventi.
La Vita di Manzoni
Manzoni nasce a Milano nel 1785 e muore nella stessa città nel 1873. E’ il più importante romantico in Italia. Nato da Giulia Beccaria, figlia di Cesare Beccaria. Manzoni in realtà è un illuminista, perché si trasferisce a Parigi con la madre, la quale si fidanza con Carlo Imbonati e quest’ultimo avvicina il poeta alla filosofia illuminista francese (di preciso ad una morale ed osservazione del reale).
Nel 1810 Manzoni rientra in Italia, dove sposa Enrichetta Blondel e si converte al cattolicesimo.Il Pensiero Religioso di Manzoni
Egli non vuole essere un teologo come Dante Alighieri, ma ama la religione popolare. Al poeta non interessa più la storia dei Romani e dei Greci, ma del Medioevo, perché mette in evidenza il ruolo che la chiesa ha nella storia. La chiesa per Manzoni, solleva gli umili dal dolore. Quest'autore è forse più pessimista di Foscolo ed il cattolicesimo manzoniano non è proprio un cattolicesimo originario, ma è sporcato dal giansenismo, che afferma che la salvezza si ha solo per opera di Dio. Manzoni è convinto che nella salvezza rientri anche la responsabilità umana: Salvezza come Dio che sceglie; l'uomo che agisce per la salvezza. La chiesa viene in soccorso agli umili, poiché la storia calpesta gli umili. Per Manzoni la letteratura è il racconto del vero (storicismo).
La Poetica del Vero
Victor Chauvet nel 1820 ha pubblicato sul “Lycèe francais” un articolo, in cui critica i principi romantici a cui Manzoni si è ispirato nella tragedia “Il conte di Carmagnola”, in particolare la violazione delle unità aristoteliche. Manzoni risponde alle critiche con questa lettera, pubblicata a Parigi. Per Manzoni la letteratura si deve ispirare al “vero”, ovvero la storia che è "ciò che è stato". Questo perché i fatti realmente accaduti hanno una forza drammatica che nessuna invenzione può eguagliare. Inoltre, costringendo a concentrare l’azione nel breve arco di una giornata, costringe anche ad esagerare le passioni che hanno condotto a quelle azioni. Quindi per Manzoni nasce il “romanzesco”, il falso, l’artificioso. A suo avviso i personaggi devono essere rappresentati in un legame inscindibile, in un particolare momento della storia ed in un particolare ambiente. La poetica del “vero” induce Manzoni a privilegiare i soggetti tratti dalla storia e a riprodurre fedelmente i caratteri drammatici di questi eventi. Quindi l’unica invenzione del poeta è cercare di ricostruire i moventi psicologici dei fatti, i pensieri e i sentimenti che hanno accompagnato gli animi dei personaggi, di cui la storia non conserva documenti.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza della religione nel pensiero di Manzoni?
- Come si differenzia la poetica di Manzoni rispetto ai principi romantici?
- Qual è il ruolo della storia nella letteratura secondo Manzoni?
- In che modo Manzoni risponde alle critiche di Victor Chauvet?
Manzoni non si considera un teologo come Dante, ma apprezza la religione popolare e il ruolo della chiesa nel sollevare gli umili dal dolore. Il suo cattolicesimo è influenzato dal giansenismo, che enfatizza la salvezza come opera di Dio, ma include anche la responsabilità umana.
Manzoni si ispira al "vero", ovvero alla storia reale, ritenendo che i fatti accaduti abbiano una forza drammatica superiore a qualsiasi invenzione. Critica la violazione delle unità aristoteliche e il "romanzesco", preferendo rappresentare personaggi in momenti storici specifici.
Per Manzoni, la letteratura deve ispirarsi alla storia, poiché essa rappresenta "ciò che è stato". La storia offre una drammaticità autentica che l'invenzione non può eguagliare, e la letteratura deve riprodurre fedelmente i caratteri drammatici degli eventi storici.
Manzoni risponde alle critiche di Chauvet, che riguardano la violazione delle unità aristoteliche nella sua tragedia "Il conte di Carmagnola", con una lettera pubblicata a Parigi, difendendo la sua poetica del "vero" e l'importanza di rappresentare la storia reale nella letteratura.