Concetti Chiave
- Banana Yoshimoto paragona la vita a un viaggio meraviglioso, ricco di ostacoli e momenti irripetibili, attraverso ricordi magici come il primo amore e la maternità.
- La scrittrice descrive luoghi come la Sicilia e il Sudamerica, associando i suoi viaggi a profumi e sapori che evocano ricordi intensi.
- Critica la società giapponese come fredda e priva di profondità emotiva, contrapposta alla vivacità e apertura degli italiani.
- L'autobiografia enfatizza l'importanza di apprezzare le piccole felicità insignificanti della vita quotidiana, come oggetti semplici e momenti fugaci.
- Yoshimoto invita a non dare nulla per scontato, sottolineando il valore del tempo e dei ricordi, anche quelli più semplici e quotidiani.
Tra i libri di Banana Yoshimoto vi è anche un romanzo autobiografico, Un viaggio chiamato vita, in cui l’autrice parla in prima persona e racconta la sua vita. Il romanzo della scrittrice giapponese è stato pubblicato in Italia dalla Feltrinelli nel 2010 e la traduzione è sempre quella di Giorgio Amitrano.
Indice
La vita come viaggio
“Un viaggio, per quanto terribile possa essere, nel ricordo si trasforma in qualcosa di meraviglioso”. E’ con questa frase che la scrittrice Banana Yoshimoto introduce il suo romanzo. Con queste parole l’autrice paragona la vita a un viaggio meraviglioso, caratterizzato da numerosi ostacoli, ma anche caratterizzato da eventi bellissimi e irripetibili.
Ricordi e luoghi
La vita viene paragonata quindi a un viaggio caratterizzato da ricordi sia magici sia inebrianti, come per esempio il ricordo del primo amore, i profumi più intensi di cibi come per esempio il rosmarino, le gioie vissute in prima persona in legame alla maternità, l’arrivo e il profumo della primavera nei vari Paesi mondiali, la descrizione della Tokyo degli anni Settanta.
Descrizione dell'Italia
Molto intensa e profonda è anche la descrizione dell’Italia, Paese a cui Banana Yoshimoto è molto legata. Per esempio quando descrive la Sicilia, analizza i suoi tramonti luccicanti e dorati, il profumo fragrante del suo rosmarino, come sopra citato. Quando parla della Sicilia, la Yoshimoto la descrive con queste parole: “La Sicilia, a inizio primavera, era un paradiso di fiori. Anice, gelsomini, cactus e fiori di mandorlo sbocciavano ovunque, e la città intera si riempiva del loro dolce profumo”.
Viaggi e sapori
La sua autobiografia prosegue ricordando i tanti viaggi effettuati in giro per il mondo, i quali sono associati a sapori di cibi e non solo: per esempio quando beve una tazza di mate ricorda il suo viaggio nel verde Sudamerica. Inoltre la donna ricorda anche l’emozione provata nel vedere le piramidi egiziane, le quali sono il risultato del lavoro e della genialità di una grande civiltà come quella egizia.
Critiche alla società giapponese
Sono presenti anche delle critiche alla società giapponese, considerata molto tradizionale, ma priva di profondità; a tal proposito considera Tokyo una città molto fredda. Inoltre definisce i giapponesi persone non capaci di emozionarsi, come fanno magari gli italiani.
Lei ricorda la sua infanzia, il rapporto con la madre (donna molto fragile), le passeggiate notturne con la sorella tra la neve, la cura della sua famiglia per l’alimentazione.
Apprezzare le piccole cose
Un altro messaggio molto importante nel suo libro è quello di apprezzare le piccole cose della vita, come un mazzo di tulipani comprato da una donna, i colori di un gingko nella stagione autunnale, oggetti per lei preziosi come per esempio i sandali della sorella o la maglietta regalatale da un’amica dopo avere effettuato un viaggio in India.
Invito a vivere consapevolmente
“La vita è fatta di piccole felicità insignificanti, simili a minuscoli fiori. Non è fatta solo di grandi cose, come lo studio, l’amore, i matrimoni, i funerali. Ogni giorno succedono piccole cose, tante da non riuscire a tenerle a mente né a contarle, e tra di esse si nascondono granelli di una felicità appena percepibile, che l’anima respira e grazie alla quale vive”. Con queste parole l’autrice invita ognuno di noi a non dare nulla per scontato nella propria vita, apprezzando le piccole cose che questa ci riserva. Chiaro è anche l’invito a reimpossessarci del nostro tempo, dei nostri ricordi, anche quelli più semplici. Ogni singolo dettaglio, anche quello più insignificante, per lei è importante e di questo bisognerebbe farne tesoro sempre.
Famiglia, Ricordo, Viaggio.
Italia, Giappone.
L’autrice utilizza, in questo romanzo autobiografico, uno stile semplice, chiaro, profondo tipico dei suoi romanzi.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale del romanzo "Un viaggio chiamato vita" di Banana Yoshimoto?
- Come descrive Banana Yoshimoto la Sicilia nel suo romanzo?
- Quali critiche muove l'autrice alla società giapponese?
- Quali ricordi personali condivide Banana Yoshimoto nel suo romanzo?
- Qual è il messaggio finale che l'autrice vuole trasmettere ai lettori?
Il tema principale del romanzo è la vita paragonata a un viaggio meraviglioso, caratterizzato da ostacoli e momenti irripetibili, con un invito ad apprezzare le piccole cose quotidiane.
Banana Yoshimoto descrive la Sicilia come un paradiso di fiori a inizio primavera, con tramonti luccicanti e dorati e il profumo fragrante del rosmarino.
L'autrice critica la società giapponese per essere molto tradizionale e priva di profondità, definendo Tokyo una città fredda e i giapponesi incapaci di emozionarsi come gli italiani.
Banana Yoshimoto condivide ricordi della sua infanzia, il rapporto con la madre, le passeggiate notturne con la sorella, e i viaggi in giro per il mondo associati a sapori e profumi.
Il messaggio finale è di non dare nulla per scontato, apprezzare le piccole felicità quotidiane e reimpossessarsi del proprio tempo e dei propri ricordi, anche quelli più semplici.