Concetti Chiave
- Domenico Barone era coinvolto in uno scambio regolare di valigette piene di contanti alla Stazione Centrale di Milano, provenienti da un uomo di Ginevra.
- Un sabato sera, ricevette una cartolina cifrata che conteneva un messaggio nascosto con istruzioni per un compito pericoloso e finale.
- Il compito finale prevedeva la consegna di una scatoletta contenente una mina al possessore della valigetta, con l'intento di farlo esplodere.
- Al termine dello scambio, Domenico scoprì che la sua valigetta conteneva una bomba, causando la sua esplosione e morte.
- L'intera operazione era orchestrata per eliminare qualsiasi traccia del criminale che aveva fornito l'esplosivo, con Domenico ignaro del pericolo fino alla fine.
L'incontro a Milano Centrale
Il testo parla di un episodio accaduto a Domenico Barone, un uomo che effettuava passaggi a rischio calcolato. Egli infatti riceveva da due mesi a quel giorno una valigetta piena di contanti nella stazione di Milano Centrale da un uomo magrolino e col naso adunco proveniente da Ginevra. Il suo compito era dunque quello di controllare, una volta arrivato in albergo, che dentro alla valigetta ci fossero i contanti e successivamente telefonare in muto al padrone di quei soldi, per poi consegnarglieli al supermercato di viale Regina Giovanna.
Il messaggio criptico
Un sabato sera però gli fu consegnata una lettera dal superiore contenente una cartolina con le seguenti parole: “Statista centellino ammanierato subappalto” la cui decifrazione dava la frase “Stazione Centrale ammazzare subito”.
Il piano finale
Domenico Barone a questo punto chiamò il suo superiore, questa volta non in muto, e gli furono date le istruzioni sul come agire nei giorni seguenti. 
Domande da interrogazione
- Qual era il compito di Domenico Barone nella stazione di Milano Centrale?
- Cosa conteneva la scatoletta che Domenico doveva consegnare?
- Cosa accadde quando Domenico aprì l'ultima valigetta?
Domenico Barone riceveva una valigetta piena di contanti da un uomo proveniente da Ginevra e doveva controllare il contenuto in albergo, telefonare in muto al padrone dei soldi e consegnarli al supermercato di viale Regina Giovanna.
La scatoletta conteneva una mina, destinata a esplodere quando l'uomo magrolino avrebbe controllato il contenuto nel bagno del treno.
Quando Domenico aprì l'ultima valigetta, non trovò i soldi ma una bomba che esplose, uccidendolo insieme a tutto ciò che era nella stanza.