Rosabianca 88
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Concetti Chiave

  • Il racconto "Non aspettavano altra" di Dino Buzzati esplora temi di paura e rifiuto dello straniero attraverso un'esperienza drammatica in una cittadina del Nord Italia.
  • Buzzati utilizza uno stile definito "realismo magico", dove elementi sovrannaturali si intrecciano con la realtà, accettati con naturalezza dal lettore.
  • Le opere di Buzzati sono caratterizzate da temi comuni come il mistero, l'attesa di catastrofi, il destino e la presenza di mostri nascosti nella quotidianità.
  • La narrazione di Buzzati combina una prosa fredda con un linguaggio ricco di metafore, invitando il lettore a interpretare i significati nascosti delle storie.
  • Buzzati, nato a Belluno e vissuto a Milano, ha iniziato la sua carriera letteraria nel 1933 ed è noto per romanzi come "Il deserto dei Tartari".

Indice

  1. Il paradosso della paura
  2. Temi e stile di Buzzati
  3. La vita e le opere di Buzzati

Il paradosso della paura

Il racconto di Buzzati porta al paradosso le affermazioni di Ben Jelloun sulla paura e il rifiuto dello straniero in quanto diverso e sconosciuto. In questo caso due sventurati turisti capitano in un’afosa cittadina del Nord Italia dove vengono guardati con sospetto dagli abitanti, che rifiutano loro persino una stanza in albergo e un po’ di ristoro; quindi, in un crescendo da incubo, i due viaggiatori vengono maltrattati, perseguitati e infine linciati da una folla inferocita.

È da notare che nel corso della vicenda il linguaggio di questi inospitali cittadini passa dall’italiano al dialetto e, nella fase culminante del racconto, quando si scatenano le violenze, a una lingua incomprensibile che è un vero e proprio muro eretto dai locali per respingere e umiliare le loro vittime.

Temi e stile di Buzzati

Buzzati fu un prolifico scrittore di racconti, riuniti in antologie sotto diversi titoli. In essi possiamo ritrovare temi e atmosfere comuni: un’aura di fiaba, il senso del mistero, l’attesa di una catastrofe imminente, il gioco del destino e delle coincidenze, la graduale presa di coscienza che nella nostra vita quotidiana sono nascosti mostri pronti ad attaccarci, ma anche l’amore e la pietà nei confronti delle persone e degli animali. Le storie iniziano in tono realistico e i protagonisti sono personaggi normali che scivolano a poco a poco in situazioni estreme e paradossali, vivendo esperienze magiche e inquietanti; si tratta di quello stile che è chiamato “realismo magico”, in cui il sovrannaturale s’insinua nella trama e viene accettato con naturalezza anche dal lettore. A una prosa fredda e oggettiva, o semplicemente discorsiva, s’intreccia un linguaggio ricco di metafore e di similitudini che all’improvviso dischiudono una prospettiva inaspettata o una dimensione misteriosa nella narrazione. L’autore però non “dice” niente, rimane in disparte, rendendo il lettore testimone dei fatti e interprete del significato del racconto; se vi è una morale nella novella, essa non è espressa in modo esplicito, il lettore la recepisce non solo a livello razionale ma soprattutto emotivo.

La vita e le opere di Buzzati

Dino Buzzati nato a Belluno, fino alla morte visse quasi sempre a Milano. Compiuti gli studi in legge, nel 1928 entrò come cronista al “Corriere della Sera”, dove lavorò per tutta la vita, con incarichi diversi. Durante il secondo conflitto mondiale fu corrispondente a bordo di navi da combattimento.

Il suo esordio letterario risale al 1933, quando pubblicò il romanzo Bàrnabo delle montagne, seguito, due anni dopo, da Il segreto del Bosco Vecchio. Qui si ritrovano già alcuni suoi temi fondamentali: il gusto per il magico e l’allegorico, le ampie descrizioni di una natura misteriosa e nordica, selvaggia e aspra. Il romanzo più famoso è però Il deserto dei Tartari, che si colloca nella linea della grande letteratura europea tra le due guerre che ha in Kafka il suo maggiore esponente.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema centrale del racconto "Non aspettavano altra" di Dino Buzzati?
  2. Il racconto esplora il tema della paura e del rifiuto dello straniero, portando al paradosso le affermazioni di Ben Jelloun. I turisti vengono maltrattati e infine linciati, evidenziando l'ostilità verso il diverso.

  3. Come si evolve il linguaggio degli abitanti nel racconto di Buzzati?
  4. Il linguaggio degli abitanti passa dall'italiano al dialetto e infine a una lingua incomprensibile, creando un muro per respingere e umiliare le vittime.

  5. Quali sono i temi ricorrenti nelle opere di Dino Buzzati?
  6. I temi ricorrenti includono un'aura di fiaba, il senso del mistero, l'attesa di una catastrofe, il gioco del destino, e l'amore e la pietà verso persone e animali, spesso in uno stile di "realismo magico".

  7. Qual è il romanzo più famoso di Dino Buzzati e a quale corrente letteraria appartiene?
  8. Il romanzo più famoso è "Il deserto dei Tartari", che si colloca nella grande letteratura europea tra le due guerre, con Kafka come maggiore esponente.

Domande e risposte

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