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Analisi del romanzo "Metello" di Vasco Pratolini Pag. 1
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Sintesi
Questo appunto di Italiano tratta il romanzo “Metello” di Vasco Pratolini. Dopo una breve panoramica sulla vita e le opere più importanti dell’autore, viene analizzata in maniera approfondita la trama e le caratteristiche del suo romanzo più importante, “Metello”.



Breve panoramica biografica su Vasco Pratolini


Vasco Pratolini è stato uno scrittore vissuto tra la prima e la seconda metà del Ventesimo secolo. È nato a Firenze nel 1913 da una famiglia di modeste condizioni economiche. Vasco Pratolini perde la madre all’età di 5 anni. In seguito, svolge numerosi lavori e si ammala di tubercolosi.
Grazie alla sua grande passione per la letteratura, Pratolini entra in contatto con Elio Vittorini, che lo introduce negli ambienti letterari.
In seguito, lo scrittore matura una coscienza proletaria di classe e prende parte attivamente alla Resistenza.
Dopo aver soggiornato a Milano e a Napoli, si trasferisce definitivamente a Roma.
Tra le sue opere più importanti ricordiamo:
  • Il quartiere;

  • Cronaca familiare;

  • Cronache di poveri amanti;

  • Le ragazze di San Frediano;

  • Metello.


Per approfondimenti sulla vita e le opere di Vasco Pratolini vedi anche qua

La trama del romanzo “Metello” di Vasco Pratolini


Il protagonista dell’omonimo romanzo dello scrittore Vasco Pratolini è Metello. È nato a Firenze, da un padre anarchico e una madre tanto bella quanto forte e risoluta. Metello resta orfano di entrambi i genitori e viene in seguito adottato da una famiglia di contadini di Rincine, con la quale resta fino all’età di 15 anni. Quando questa famiglia decide di partire per il Belgio, dato che Metello non poteva partire con loro, scappa e torna a Firenze, la sua città di origine. Qui, Metello inizia una nuova vita, accontentandosi del poco che riesce a racimolare lavorando come scaricatore.
Un incontro fondamentale per Metello è stato con l’anarchico Betto, un amico del defunto padre Caco. Betto gli insegna a leggere e a scrivere, gli dà una casa, ma inizia a costituire la presenza del padre che Metello non ha mai avuto. Si apre così un nuovo capitolo per Metello, il quale inizia a lavorare come manovale presso l’impresa edile Badolanti.
Alla scomparsa dell’amico Betto, Metello si reca a denunciare il fatto alle forze dell’ordine. In risposta alla denuncia, le forze dell’ordine fanno provare a Metello quella che sarà la prima delle tante notti in “carbonaia”, dalla quale ne esce come “vero italiano e vero uomo”: schedato dalle forze di polizia e entrato per la prima volta in contatto con le idee socialiste di uguaglianza e equità.
Di nuovo solo, Metello cresce in forza e caparbietà. Intelligente e attraente, amante delle donne, conosce Viola, una vedova con la quale avvia una relazione, che costituisce la sua iniziazione col mondo femminile.
Metello viene promosso mezzo muratore e si iscrive inoltre alla Camera del Lavoro.
In seguito a tre inutili anni spesi a Napoli per la leva militare, torna a Firenze, dove ricomincia da zero la vita lasciata in pausa.
Ormai uomo, Metello riveste un ruolo sempre più importante non solo in cantiere, ma anche presso la Camera e presso gli altri socialisti. Proprio durante uno sciopero viene preso e incarcerato. In questa occasione, Metello conosce il suo vero amore: Ersilia, la figlia di un compagno morto in cantiere, con la quale inizia una corrispondenza epistolare. Una volta uscito di prigione, Metello sposa Ersilia e i due hanno un figlio, Libero.



Analisi e commento del romanzo “Metello” di Vasco Pratolini


Con questo romanzo storico, pubblicato nel 1952, lo scrittore Vasco Pratolini raffigura la vita di migliaia di giovani italiani durante la fine del diciannovesimo secolo. L’Italia di questo periodo è un’Italia contadina, un’Italia proletaria, un’Italia povera alle prese tutti i giorni con drammi economici, legati al mantenimento della famiglia, al pagamento dell’affitto della casa, al sostegno della prole.
Metello diventa il portavoce della condizione vissuta dai giovani italiani in questo periodo. Metello è un personaggio a tutto tondo.
Con lo scorrere delle pagine, i suoi pensieri evolvono e maturano fino ad affermarsi. Per tale motivo, “Metello” è anche romanzo psicologico e di formazione: tratta di un giovane dapprima convinto che “non bisogna mai essere né il primo né l’ultimo”, ma col tempo comprende l’importanza di prendere una posizione, iniziando ad appoggiare l’idea socialista, senza mettersi troppo in mostra in quanto vuole “valere per uno”.
Le sue capacità, la sua chiarezza di pensiero e le sue abilità oratorie, lo costringono però a ricoprire un ruolo di rilevanza nel grande sciopero del 1902, perdurato per ben 46 giorni, con lo scopo di ottenere un innalzamento del salario, durante il quale prende su di sé il peso della responsabilità decidendo anche per tutti gli altri amici e colleghi che si trovano a lottare sulla sua “stessa barricata”, e che vedono in lui l’unico punto di riferimento. Sciopero entrato nella storia, ma che per i protagonisti si conclude dopo immense privazioni e con una vittoria amara, seguita dalla morte del decano Lippi e del giovane Renzoni, precipitati dai ponti e dalla carcerazione di Metello e dei compagni che avevano guidato lo sciopero.
La speranza però non muore mai: il primo mattone per il riconoscimento dei diritti proletari ormai era stato gettato. Sei mesi dopo gli ex scioperanti vengono liberati e Metello scopre di aspettare un nuovo figlio di Ersilia: il nuovo futuro fatto di giustizia e equità che nasce.

Per approfondimenti sul romanzo “Metello” di Vasco Pratolini vedi anche qua
Estratto del documento

dell’amico Betto, Metello si reca a denunziare il fatto alle forze

dell’ordine, che in risposta gli fanno provare quella che sarà la

prima delle tante notti in “carbonaia”, dalla quale ne esce come

“vero italiano e vero uomo”: schedato dalle forze di polizia e entrato

per la prima volta in contatto con le idee socialiste di uguaglianza e

equità.

Di nuovo solo, Metello cresce in forza e caparbietà. Intelligente e

attraente, amante delle donne, conosce Viola, una vedova con la

quale avvia una relazione che costituisce la sua iniziazione col

mondo femminile. Promosso mezzo muratore, si iscrive inoltre alla

Camera del Lavoro. In seguito a tre inutili anni spesi a Napoli per la

leva militare, torna a Firenze dove ricomincia da zero la vita lasciata

in pausa. Ormai uomo, Metello riveste un ruolo sempre più

importante non solo in cantiere, ma anche presso la Camera e

presso gli altri socialisti. Proprio durante uno sciopero viene preso e

incarcerato, conoscendo il suo vero amore: Ersilia, figlia di un

compagno morto in cantiere, con la quale inizia una corrispondenza

epistolare e con la quale, una volta uscito dal carcere, si sposa e ha

un figlio, Libero.

Metello è un personaggio a tutto tondo. Con lo scorrere delle pagine

i suoi pensieri evolvono e maturano fino ad affermarsi. Un romanzo

definibile pertanto anche psicologico e di formazione, che parla di

“non bisogna mai essere né il

un giovane dapprima convinto che

primo né l’ultimo”, che capisce solo col tempo che una posizione

va presa e pertanto inizia ad appoggiare l’idea socialista, senza

“valere per uno”.

mettersi troppo in mostra in quanto vuole

Le sue capacità, la sua chiarezza di pensiero e le sue abilità

oratorie, lo costringono però a ricoprire un ruolo di rilevanza nel

grande sciopero del 1902, perdurato per ben 46 giorni, con lo scopo

di ottenere un innalzamento del salario, durante il quale prende su

di sé il peso della responsabilità decidendo anche per tutti gli altri

amici e colleghi che si trovano a lottare sulla sua “stessa barricata”,

e che vedono in lui l’unico punto di riferimento. Sciopero entrato

nella storia, ma che per i protagonisti si conclude dopo immense

privazioni e con una vittoria amara, seguita dalla morte del decano

Lippi e del giovane Renzoni, precipitati dai ponti e dalla

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