Gaiaa.mazzo
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Concetti Chiave

  • Gregor Samsa si sveglia trasformato in un enorme insetto e lotta con la sua nuova condizione fisica.
  • La sua famiglia, inizialmente scioccata, gradualmente lo emargina e cerca di adattarsi alla nuova realtà.
  • Gregor riflette sulla sua vita passata, il lavoro e i sacrifici fatti per sostenere la sua famiglia.
  • Le condizioni fisiche di Gregor peggiorano, e la famiglia, ormai indifferente, si occupa di lui sempre meno.
  • Alla fine, Gregor muore e la famiglia decide di ricominciare, pianificando un futuro senza di lui.

Le metamorfosi di Kafka

Destandosi un mattino da sogni inquieti, Gregor Samsa si trovò tramutato, nel suo letto in un enorme insetto. Si ritrovò disteso sulla schiena che sentiva dura come una corazza, il ventre era brutto e convesso, aveva molte zampette sottili in proporzione alla sua stazza. Capì che non stava sognando perché riconobbe la sua stanza e le tele del campionario del suo lavoro. Guardò fuori dalla finestra e vide che era una brutta giornata.
Pensò che magari dormendo ancora un po’ la situazione poteva tornare alla normalità, ma siccome era abituato a dormire sul fianco destro, gli era impossibile girarsi dalla posizione supina in cui si trovava. Ci provò per innumerevoli volte, tenendo gli occhi chiusi per non vedere le sue zampette muoversi nel vuoto. Inizia a pensare al suo lavoro: tutti i giorni viaggia avanti e indietro in treno, come agente di commercio, deve preoccuparsi di coincidenze, mangia in modo irregolare e cattivo, deve chiudere contratti con gente sempre diversa…. Assolto nei pensieri, alza la testa per cercare di guardare il suo corpo in un punto dove gli prudeva: si accorge così di avere dei puntini bianchi. Cerca di toccarli con le zampette ma ciò gli crea una sensazione di freddo. Mentalmente da la colpa a quello che gli è successo alle levatacce che deve fare per lavorare. Aveva anche pensato di licenziarsi ma il pensiero dei debiti che i suoi genitori avevano verso il suo titolare, lo aveva fermato. Aveva calcolato che ci sarebbero voluti ancora 5 o 6 anni, durante i quali il suo treno partiva alle 5 del mattino. Si girò verso la sveglia e vide che erano già le 6:30. La sveglia era posizionata sulle 4:00 ma lui non la aveva sentita. Pensò che il treno successivo era alle 7:00 e lui doveva ancora sistemare il campionario, senza contare che lui non era sicuramente in forma e che il suo titolare era sicuramente già stato informato della sua assenza. Alle 6:45 sentì bussare alla sua porta, era sua mamma che gli chiedeva come mai era ancora a letto. La sua voce in risposta si mescolò ad un pigolio penoso che saliva dal basso e distorceva le parole. La porta di legno attutì la risposta di Gregor, che disse alla madre che arrivava subito. Così tutti si accorsero che Gregor era ancora a casa. Arrivò il padre, bussando con vigore e chiedendo che cosa era successo. Gli dice di non preoccuparsi, che era quasi pronto. Lodò la sua abitudine, che aveva preso viaggiando, di chiudersi a chiave in camera. Pensò che il cambio di voce poteva essere dovuto ad uno sbalzo di temperatura, ad un raffreddore comune tra i commessi viaggiatori. Gli bastò gonfiare il petto per far sì che la coperta cadesse a terra, ma capì subito che non sarebbe stato altrettanto facile riuscire ad alzarsi: il suo corpo era largo e pesante, non aveva più mani e braccia, ma zampette che si agitavano senza controllo. Cercò di alzarsi sporgendo dal letto la parte inferiore del corpo, ma era troppo pesante e non riusciva a muoverla; quindi tentò con la parte superiore, girando la testa verso la sponda del letto. Tutto il corpo seguì il movimento della testa e si trovò sospeso nel vuoto con la parte superiore del corpo. Per paura di cadere e picchiare la testa, tornò nella posizione iniziale, ma quando rivede le sue zampette agitarsi in modo disordinato, decide di ritentare. Con delle spinte uniformi, cerca di spingere tutto il corpo all’esterno del letto per cercare di cadere senza sbattere la testa, ma la schiena che sembrava coriacea. Pensò anche che sarebbe stato tutto più facile se qualcuno fosse venuto ad aiutarlo, passando le braccia sotto il suo corpo arcuato, ma a parte il fatto che la porta era chiusa a chiave, rimaneva il problema del suo aspetto. In quel momento sente il campanello di casa: era il suo procuratore del lavoro che voleva accertarsi di persona del motivo per cui Gregor non era andato al lavoro. Agitato da ciò, si lanciò giù dal letto, cadendo sul tappeto con un grande tonfo. Gregor cercò di pensare se era possibile che una cosa simile a quello che era successa a lui, poteva essere accaduta anche a qualcun altro. Sentì la sorella avvicinarsi alla porta per avvisarlo della presenza del procuratore, che voleva sapere il motivo per cui Gregor non aveva preso il treno dell’alba per recarsi al lavoro, e chiedeva di parlare direttamente con lui. Sentì la madre parlare con l’uomo per informarlo che Gregor stava poco bene e che per quello non si era presentato al lavoro. La madre inizia a lodare la dedizione del figlio per il lavoro, ma il procuratore dice di non essere contento del rendimento lavorativo di Gregor, e lo invita ad aprire la porta per giustificare il suo comportamento e per non fare preoccupare la sua famiglia. A quel punto Gregor dice si essere indisposto, di essere ancora disteso a causa di un capogiro, ma che stava meglio, e che anche se si muoveva a fatica, stava cercando di alzarsi per aprire. Dice al procuratore che i rimproveri che ha sentito sono infondati, che prenderà il treno delle otto, e che quindi lui può tornare nel suo ufficio. Mentre parlava, stava cercando di avvicinarsi alla porta, trascinando il suo corpo. Senti il procuratore dire che non aveva capito una parola di quello che Gregor aveva detto e sosteneva che si stava prendendo gioco di lui. La madre inizia a preoccuparsi davvero, dice che potrebbe essere gravemente malato e dice alla figlia di correre a chiamare il medico e il fabbro per aprire la porta, perché la voce di Gregor sembrava quella di un animale. Gregor realizzò che gli altri non capivano quello che lui diceva, dubitò anche che i suoi colpi di tosse fossero percepiti come tali. Intanto si avvicinò ancora di più alla porta, trascinandosi con la sedia su cui si era seduto, si gettò contro la porta e vi rimase attaccato coni polpastrelli delle zampette che avevano una sostanza appiccicosa, tentò di aprire la porta facendo girare la chiave con la bocca.

Da fuori sentirono i suoi sforzi e lo incitavano a continuare, tenendosi sospeso alla chiave con le mascelle, e usando tutto il peso del suo corpo, riuscì a far girare la chiave, e appoggiando la testa alla maniglia, spalancò la porta. Udì il procuratore dire “oh!” e lo vide portarsi una mano alla bocca, e retrocedere. La mamma fece due passi verso Gregor e poi si accasciò sulle gambe, portando il viso sulle ginocchia. Il padre alzò il pugno, come per rimandare Gregor nella stanza, poi si coprì gli occhi con le mani e iniziò a singhiozzare. Gregor si appoggiò allo stipite della porta, lasciando vedere solo metà della sua figura, disse a tutti che si sarebbe vestito e poi sarebbe andato al lavoro, chiede al procuratore di difenderlo in ditta riportando la sua devozione al lavoro anche in un momento di difficoltà. Mentre Gregor parlava, il procuratore si stava già incamminando verso l’ingresso spaventato. Gregor pensò che non era il caso di farlo allontanare dalla casa in quello stato d’animo, per evitare problemi con il lavoro, ma i suoi genitori sembravano non comprendere la situazione. Pensò che se almeno ci fosse stata la sorella, lei era più furba, avrebbe intrattenuto il procuratore con qualche moina. Senza riflettere sulle sue capacità di movimento, Gregor, avanzò verso il procuratore che era già arrivato al pianerottolo dell’uscita, ma cadde sulle sue zampette ed emise un gridolino. Si riprese subito e capì che le zampette erano ben salde al suolo e gioì del fatto che in quella posizione riusciva a coordinarle e a comandarle. Arrivò vicino alla madre, che era ancora immobile nella sua pozione, ma questa balzò in piedi e con le braccia spalancate, iniziò a chiede aiuto indietreggiando da Gregor e rifugiandosi tra le braccia del marito. Gregor vide il procuratore scappare dalla casa. Il padre prese il bastone che il procuratore aveva lasciato sulla sedia con il suo cappello, e un giornale che stava sul tavolo e li usò per ricacciare Gregor nella sua stanza. Gregor aveva difficoltà a camminare all’indietro, cercò di girarsi e avvicinarsi alla porta della sua camera. Il suo corpo era più largo della porta, e il padre non era abbastanza lucido da aprire l’altra metà della stessa per farlo passare, e non aveva la pazienza di aspettare che Gregor si rialzasse su due zampe per passare, ma lo spingeva. Gregor rimase incastrato nella porta, il padre gli diede una gran botta, ed egli sanguinando, finì nella sua stanza e l’uscio venne chiuso.

Gregor si svegliò a tarda sera. Sentì il rumore di passi in punta di piedi, e il rumore della porta che si chiudeva: era stata la sorella che gli aveva portato una ciotola di latte e pane, il suo cibo preferito. Si avvicinò alla porta dove era stato appoggiato il cibo, con fatica a causa della ferita sul suo fianco sinistro e alla ferita ad una zampetta. La gioia nel vedere il latte durò poco perché non solo mangiare gli era difficile, ma scoprì che il latte non gli piaceva più, quasi lo disgustava. Spiò dalla ma non vide ne sentì nulla. Durante la notte Gregor pensò a come organizzare la sua esistenza per il futuro: nella stanza che ormai era sua da 5 anni, ma che ora gli appariva grande e alta, trovò sollievo nel nascondersi sotto il divano, anche se il suo corpo era troppo grande per starci tutto, e decise che per il momento la cosa migliore da fare era di essere paziente e rispettoso con i suoi familiari per non aumentare i loro problemi. La mattina la sorella entrò nella stanza e quando lo vide sotto il divano, si spaventò e richiese subito la porta, ma poi, come pentita del gesto, rientrò in punta di piedi, e notò che Gregor non aveva toccato cibo. Tornò lasciando su un foglio di giornale gli avanzi della sera prima, un pezzo di formaggio che già giorni prima Gregor aveva definito immangiabile, e una ciotola di acqua e uscì subito dalla stanza. Gregor si avvicinò al cibo e notò con piacere che le ferite si erano già quasi del tutto cicatrizzate, e mangiò con gusto il formaggio e i cibi più avariati. Stava riposando ancora vicino alla porta quando sentì la chiave girare lentamente nella toppa, si affrettò ad andare sotto il divano, ma dopo il pasto abbondante il suo corpo si era ingrossato e faticava a respirare in quello spazio ristretto. Da lì vide la sorella raccogliere con la scopa e gettare in un secchio tutto quello che Gregor non aveva mangiato. Gregor veniva nutrito 2 volte al giorno, la mattina e dopo il pranzo di mezzogiorno. Origliando nelle stanze attigue alla sua: sentiva che, nei primi due giorni, tutte le discussioni vertevano sul contegno da tenere d’ora in poi, sull’impossibilità di lasciare l’appartamento incustodito e sulla paura dei suoi famigliari di rimanere in casa da soli con Gregor. Capì che la domestica si era licenziata, che aveva giurato di non fare parola con nessuno di quello che era successo nella loro casa, che ora l’impegno della casa era tutto sulle spalle della madre e dalla sorella. Già dal primo giorno, il padre espose alle due donne la situazione finanziaria della famiglia: l’azienda del padre era fallita 5 anni prima, Gregor aveva fatto di tutto per sopperire a quel disastro finanziario, aveva iniziato a lavorare con ardore passando da semplice commesso a viaggiatore di commercio, con grandi possibilità di guadagno. La famiglia accettava con gratitudine il denaro di Gregor, ma mancava l’affetto. Cosa che lui ritrovava solo nella sorella, tanto che aveva deciso che per natale la avrebbe iscritta al conservatorio per studiare violino senza badare alle spese che avrebbe dovuto sostenere. Gregor apprese che era comunque rimasto qualcosa dalla attività del padre e che i soldi che Gregor portava a casa tutti i mesi erano stati spesi solo in parte. Questo piccolo capitale avrebbe permesso loro di vivere tranquilli per un po’. Inizialmente Gregor si arrabbiò perché sapendolo avrebbe potuto usare quei soldi per ridurre il debito di suo padre con il suo titolare, e liberarsi prima da un lavoro che non gli piaceva, ma poi pensò che ora quella somma avrebbe permesso alla sua famiglia di mantenersi per qualche anno. Pensò alla sua famiglia: il padre, anche se in buona salute, era un uomo anziano che non lavorava da 5 anni, che aveva messo su parecchi chili; la madre, soffriva di asma; la sorella era ancora una ragazzina. Ogni volta che li sentiva parlare della necessità di denaro, Gregor si allontanava dalla porta pieno di vergogna. Man mano che passavano i giorni, Gregor si accorse di perdere la vista, non riusciva più a distinguere l’ospedale che si trovava di fronte alla finestra della sua camera. La sorella continuava ad occuparsi di lui. Appena entrava nella stanza, correva con le mani alla bocca, a spalancare la finestra per cambiare l’aria, nel frattempo Gregor restava rannicchiato sotto il divano. Passò così un mese. Un giorno quando la sorella entrò nella stanza, trovò Gregor in piedi, retto alla finestra come ad incutere terrore. Lei si spaventò e non tornò fino a mezzogiorno. Per risparmiarle di vedere anche solo parte del suo corpo, Gregor, iniziò a coprirsi con un lenzuolo, prima di nascondersi sotto il divano, quando la ragazza entrava. I genitori aspettavano fuori dalla stanza per avere notizie di Gregor, come stava, se aveva mangiato, se migliorava…. La madre avrebbe voluto vederlo, ma venne persuasa dal marito e dalla figlia. Gregor prese l’abitudine di strisciare lungo le pareti il soffitto. La sorella notò il nuovo passatempo di Gregor e decise di facilitare il fratello, dandogli più spazio possibile per strisciare: pensò quindi di portare via i mobili dalla stanza, come la scrivania e il cassettone. Siccome non riusciva da sola, e il padre era fuori, chiese aiuto alla madre. Dopo essersi accertata che tutto fosse in ordine, fece entrare la donna. Gregor spiava da sotto il lenzuolo, vide le due donne smuovere il cassettone con grande fatica. Ad un certo punto alla madre venne il dubbio che a Gregor non facesse bene essere privato dei suoi mobili, che potesse sentirsi abbandonato, e rinunciare così ad ogni speranza di miglioramento. Se inizialmente Gregor sembrava pensare positivamente allo sgombro della sua camera, le parole della madre riaccendono parte della sua umanità, e si chiede come poteva aver pensato di rinunciare alla sua calda e gradevole camera, arredata con i mobili di famiglia, per trasformarla in una tana dove avrebbe potuto strisciare verso l’oblio. La sorella aveva ormai preso la gestione di Gregor nelle sue mani e decise di eliminare tutti i mobili dalla stanza, senza ascoltare le rimostranze della madre. Le donne riuscirono a portare fuori dalla stanza il cassettone stavano smuovendo anche la scrivania su cui Gregor aveva studiato dalle elementari. A quel punto Gregor uscì di colpo da sotto il divano e si lanciò su un quadro, abbracciandolo per impedire che venisse portato via. Rientrando nella stanza la sorella vide Gregor sulla parete e cercò di impedire alla madre di entrare, ma la donna riuscì comunque a vedere Gregor appeso alla parete e cadde svenuta sul divano. La sorella corse nella stanza accanto cercando qualche essenza per far rinvenire la madre. Anche Gregor voleva essere utile e seguì la sorella nella stanza, e la osservò mentre frugava tra le boccette. Quando si girò, dallo spavento ne fece cadere una, che si ruppe e il vetro ferì Gregor in faccia, mentre la ragazza tornò dalla madre chiudendosi la porta alle spalle. Gregor iniziò a strisciare ovunque, sulle pareti, sui mobili, fino a quando la stanza non incominciò a girargli intorno e lui cadde sul tavolo nel centro della stanza. Rimase lì fina a quando suonò il campanello e la sorella andò ad aprire. Era il padre. Grete gli raccontò che la madre era svenuta e che Gregor era uscito dalla stanza. Il padre pensò subito che Gregor avesse commesso chissà quale atto di violenza, e si diresse verso la stanza dove si trovava Gregor. Gregor fu stupito dalla visione del padre. Non sembrava più la stessa persona che poltriva nel letto stanco quando Gregor si alzava all’alba per andare a lavorare, che stava sprofondato in salotto già in vestaglia quando lui tornava, che usciva malvolentieri e si trascinava a fatica. Ora era ben vestito, come un fattorino di banca, aveva gli occhi vivi ed attenti, i capelli bianchi pettinati ed ordinati. L’uomo iniziò ad inseguire Gregor per la stanza, poi decise di lanciargli le mele che c’erano in casa. Una di queste, gli penetrò nella schiena. In quel momento vide la porta della sua camera aprirsi ed uscire la sorella con la madre che si lanciò verso il padre implorandolo di risparmiare la vita di Gregor.

III
La mela rimase conficcata nelle sue carni perché nessuno osava toglierla. Ma la ferita ebbe il merito di ricordare alla sua famiglia, che malgrado il suo aspetto triste e ripugnante, anche Gregor ne era un membro. Il suo peggioramento fisico era stato compensato dal fatto che tutte le sere la porta che dava sulla sala da pranzo veniva lasciata aperta in modo che Gregor potesse vedere tutta la famiglia a tavola. Il padre dopo cena si appisolava sulla poltrona e le due donne dovevano faticare per portarlo a letto; la madre cuciva; la sorella, che era stata assunta come commessa in un negozio, studiava stenografia e francese per trovare un posto migliore. Le spese per la gestione della casa venivano ridotte sempre di più: per i lavori più pesanti veniva una donna enorme con i capelli bianchi, per alcune ore la mattina e la sera; Gregor capì che erano stai venduti anche dei gioielli di famiglia. Si parlava anche di vendere quell’appartamento, ormai eccessivo per loro, ma non sapevano come fare a traslocare Gregor. Gregor pensò che il suo trasporto fosse solo una scusa, (sarebbe bastata una grande cassa con dei fori), e che le loro remore erano dettate dal giudizio della gente: avrebbero pensato che la famiglia era stata colpita da una disgrazia senza uguali. Dopo aver messo a letto il padre, le due donne tornavano in salone e si stringevano l’un l’altra e tra le lacrime la madre chiedeva alla sorella di chiudere la porta di Gregor. Gregor passava le notti praticamente insonne, pensava a tutte le persone che aveva incrociato nella vita: il principale, il procuratore, i colleghi, alcuni amici, le cameriere degli alberghi, le cassiere dei negozi. Alternava momenti in cui avrebbe voluto riprendere in pugno la situazione e occuparsi nuovamente della sua famiglia, a momenti in cui era invaso dalla rabbia per come veniva trattato. Ormai la sorella non si preoccupava più di quello che gli poteva piacere e prima di correre al lavoro, si limitava a allungargli con una pedata una ciotola con del cibo rimasto, che poi ritirava con una scopa alla sera, senza preoccuparsi se Gregor aveva mangiato o meno. La pulizia della camera alla sera era sempre più sbrigativa e frettolosa: sudiciume, polvere e immondizia si accumulavano in tutti gli angoli, senza che la sorella se ne preoccupasse. Gregor pensò che potesse occuparsene la donnona che lavorava a ore in casa, sapeva di Gregor, perché un giorno, aprendo la porta all’improvviso, lo aveva visto, e la sua sola reazione fu quella dello stupore, non scappò e non incominciò a gridare. Da allora tutti i giorni apriva la porta e chiamava Gregor, un giorno in cui Gregor era più nervoso, nel sentirsi chiamare vecchio scarafaggio e blatta, fece per farsi contro alla donna, ma questa invece di spaventarsi, prese una sedia e fece intendere a Gregor con lo sguardo che l’avrebbe usata contro di lui. Gregor mangiava poco o niente, inizialmente aveva pensato che a toglierli l’appetito erano stati i pensieri per la sua camera, che era diventata il ripostiglio della casa, ora che la famiglia aveva deciso di affittare a tre pensionati tre camere della casa. Questi uomini avevano arredato le camere con mobili di loro proprietà, quindi i mobili di famiglia erano di troppo. Ma in camera di Gregor, finirono anche la cassetta della cenere e quella dell’immmonzia. Una sera la porta del soggiorno venne lasciata socchiusa della donna a ore e Gregor riuscì a vedere i pensionati. Sedevano al posto della sua famiglia ed erano serviti dalla madre e dalla sorella, che con il padre mangiavano in cucina, quella stessa sera la sorella iniziò a suonare il violino in cucina. I tre uomini le chiesero di spostarsi in salotto per allietare anche loro con la musica. Ma i tre uomini sembrarono non gradire la melodia suonata dalla ragazza, probamente si aspettavano una ballata allegra e si diressero verso la finestra a fumare i loro sigari. Gregor fu attratto dalla musica. Avanzò verso la sala tutto coperto di sporco e polvere. Era attratto dalle note tristi della sorella, avrebbe voluto prenderla per la gonna e trascinarla nella sua stanza, dove lui avrebbe apprezzato la sua musica, le avrebbe raccontato della sua intenzione di mandarla al conservatorio. Improvvisamente uno dei tre uomini si accorse di Gregor, chiamò il padre indicandolo con l’indice, il violino ammutolì. Il primo pensiero del padre fu quello di tranquillizzare i pensionati, anche se sembravano più divertiti dalla vista di Gregor che dal suono del violino. Cercò di spingerli nelle loro camere, ma questi iniziarono ad incollerirsi perché si erano resi conto di avere sempre avuto Gregor come vicino di stanza. La sorella dopo essersi ripresa dallo choc, passò il violino alla madre e corse a preparare i letti dei pensionati che però dichiarano di non voler più restare in quella casa e di non voler pagare neanche i giorni passati. Così dicendo si chiusero nelle loro stanze. Il padre si lasciò cadere sulla poltrona, la sorella prese coraggio e parlò ai genitori dicendo che la situazione era diventata insostenibile. Che quel mostro che vedevano non era più suo fratello, che avevano cercato di fare per lui tutto quello che umanamente era possibile per curarlo e sopportarlo, ma che la situazione non era più sostenibile.

Il padre le diede ragione ma la madre ebbe come un malore. La sorella rimase ferma nella sua posizione, dicendo che avrebbero dovuto trovare il modo di sbarazzarsene. Il padre prima chiese alla figlia che cosa potevano fare, ma quando anche lei non aveva idee, iniziò a parlare da solo dicendo” se egli ci capisse, se solo ci capisse, potremmo trovare un accordo”. La sorella rincarò il concetto dicendo che la convivenza tra esseri umani e una bestia simile non era possibile e che se lui se ne fosse andato avrebbero potuto continuare a vivere e onorare la sua memoria. Presa da uno spavento che per Gregor fu incomprensibile la ragazza iniziò a gridare e si nascose dietro il padre. Gregor stava solo cercando di girarsi per tornare in camera sua. Appena fu entrato, la porta venne sbarrata di gran fretta dalla sorella che gridò “finalmente”. Nella sua stanza, Gregor si accorse di non riuscire più a muoversi, aveva dolori in tutto il corpo, pensò con amore e commozione alla sua famiglia e alle prime luci dell’alba esalò l’ultimo respiro. Quando alla mattina arrivò la donna ad ore, questa, pensò che se ne stava volutamente immobile e lo toccò con la scopa e si accorse che era “crepato, stecchito”. I coniugi e la sorella si alzarono per andare a vedere e il sig. Samsa disse “bene, ora possiamo ringraziare Dio” e si fece il segno della croce. Notarono che era diventato magrissimo. In quel momento i tre pensionati uscirono dalla camera che richiedevano la loro colazione, ma il sig. Samsa li cacciò dalla loro casa. Decisero di dedicare quella giornata al riposo e al passeggio. Scrissero ai loro titolari una lettera per chiedere un giorno di riposo. La donna ad ore si preoccupò di liberarsi del corpo di Gregor. Uscirono tutti e tre insieme e andarono a fare una passeggiata in campagna. Avevano tre lavori ben pagati, avrebbero venduto la casa e preso un appartamento più piccolo ed economico e cercato un buon marito per la figlia.

Domande da interrogazione

  1. Chi è il protagonista della storia?
  2. Il protagonista della storia è Gregor Samsa.

  3. Cosa succede a Gregor Samsa al suo risveglio?
  4. Gregor Samsa si sveglia trasformato in un enorme insetto.

  5. Qual è il lavoro di Gregor Samsa?
  6. Gregor Samsa è un agente di commercio.

  7. Come reagisce la famiglia di Gregor alla sua trasformazione?
  8. La famiglia di Gregor è inizialmente scioccata e spaventata dalla sua trasformazione, ma poi inizia a trattarlo come un mostro e a cercare di liberarsi di lui.

  9. Cosa succede alla fine della storia?
  10. Alla fine della storia, Gregor muore e la sua famiglia decide di dedicarsi al riposo e al passeggio.

Domande e risposte

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