Concetti Chiave
- Srinivasa Ramanujan scoprì la matematica nel 1903 e fu profondamente attratto dalla matematica pura, nonostante i suoi fallimenti accademici in altre materie.
- Non riuscendo a trovare un lavoro stabile, Ramanujan iniziò a documentare il suo lavoro matematico in quaderni, cercando infine di vendere i suoi appunti.
- La sua carriera matematica decollò quando G.H. Hardy, colpito dalla sua originalità, decise di collaborare con lui, offrendo sostegno e una borsa di studio.
- Nonostante la produttività e il successo a Cambridge, Ramanujan soffrì di gravi tensioni psicologiche e difficoltà di adattamento alla vita in Inghilterra.
- Morì il 26 aprile 1920, dopo essere tornato in India, continuando a lavorare sulla matematica fino alla fine, con un'intensità intellettuale crescente.
Indice
L'inizio della passione matematica
Nato il 22 dicembre 1887 in India, Srinivasa Ramanujan scoprì la matematica nel 1903, con il libro di matematica di Carr, un matematico mediocre, che aveva raccolto gli appunti delle sue lezioni. Ramanujan fu irretito dalla matematica pura e perse interesse per tutto il resto: tranne che in matematica, andava male in tutte le materie e per questo fu cacciato dalla scuola; senza un lavoro, passava il suo tempo a bighellonare, così ogni tanto pativa la fame.
Cominciò a riportare i suoi appunti in alcuni quaderni, che erano il frutto del suo duro lavoro, ma anche dell'assenza di convenzioni nella quale si trovò a crescere, visto il suo insuccesso accademico.Il matrimonio e la ricerca di lavoro
Verso la fine del 1908, dopo aver sopportato a lungo le sue scelte, i genitori gli organizzarono un matrimonio combinato. Ramanujan abbandonò le sue ambizioni di fare il matematico: voleva solo un lavoro e la possibilità di un futuro, di una nuova vita. A diciotto mesi dalle nozze, cominciò a cercare di vendere il suo lavoro, i suoi quaderni di appunti. Pubblicò il suo primo articolo sul Journal, riguardante le serie: dava dimostrazioni abbozzate e incomplete e trovava collegamenti tra cose che sembravano senza rapporto, ma con questa pubblicazione stava cominciando a farsi notare.
L'incontro con G.H. Hardy
Così scrisse ad alcuni matematici europei: Baker e Hobson diedero una risposta negativa e il 16 gennaio del 1913, Ramanujan scrisse a G.H. Hardy che, più giovane degli altri due, si lasciò colpire dalla stranezza dei teoremi del matematico indiano. Hardy non sapeva che fare del lavoro di Ramanujan, ma il suo amore per ciò che era inaspettato e non ortodosso, la sua apertura alle novità , lo fecero decidere per una collaborazione. Rispose così con una lettera prodiga di incoraggiamenti e la carriera di Ramanujan fece un balzo in avanti: ricevette una borsa di studio dal Presidency College di Madras che gli permise di dedicarsi esclusivamente alla matematica. Doveva semplicemente presentare, ogni tre mesi, un resoconto dei progressi fatti.
La vita a Cambridge
Raggiunto Hardy a Cambridge, Ramanujan si mostrò molto produttivo e felice: la sua originalità non gli permetteva formalismi, ma la sua intuizione rischiava di minare la sua crescita in campo matematico. Era stata una fortuna per Ramanujan finire tra le mani di Hardy, visto che questi riuscì a guidarlo senza bloccare il suo entusiasmo. Ramanujan non aveva doveri ufficiali nel college e poteva fare quello che voleva: si immergeva nella matematica senza preoccupazioni né finanziarie né familiari.
La crisi e il ritorno in India
Agli inizi del 1916, cominciò per lui un periodo di forte tensione nervosa: la guerra, la nostalgia della famiglia e della vita in India, la consapevolezza di essere sempre e comunque uno straniero tra gli inglesi, ebbero serie conseguenze psicologiche. Neppure Hardy riuscì a impedire cheRamanujan cadesse in una crisi ancora più profonda: l'unica cosa in comune tra i due era la matematica e l'inglese non arrivò mai a conoscere veramente Ramanujan. Il lavoro intenso a volte lavorava per trenta ore consecutive e poi dormiva per venti ore la mancanza di regolarità , equilibrio e riposo sconvolsero la sua vita: al suo terzo anno in Inghilterra, la malattia sembrava in attesa di insorgere. La caduta in una profonda depressione spinse Ramanujan a gettarsi sui binari davanti a un convoglio in arrivo: una guardia lo vide e lo salvò in extremis. Dopo questo gesto, consapevole dell'importanza delle onorificenze accademiche per l'indiano, Hardy ottenne la sua nomina alla Royal Society, ma non bastò. Malato, tornò in India nell'aprile del 1919: lo attendeva un'epidemia di influenza, che avrebbe ucciso milioni di persone ed egli stesso aveva uno stato di salute alquanto precario. Ramanujan lavorò ancora alla matematica, fino a poco prima di morire: nel suo ultimo anno di vita, le sue capacità intellettive si fecero più acute e brillanti. Morì il 26 aprile del 1920.
Domande da interrogazione
- Chi era Srinivasa Ramanujan e come ha iniziato il suo percorso nella matematica?
- Quali furono le difficoltà iniziali affrontate da Ramanujan nella sua carriera matematica?
- Come è iniziata la collaborazione tra Ramanujan e G.H. Hardy?
- Quali furono le sfide personali affrontate da Ramanujan durante il suo soggiorno in Inghilterra?
- Qual è stato l'impatto della salute di Ramanujan sulla sua carriera e vita?
Srinivasa Ramanujan era un matematico indiano nato il 22 dicembre 1887. Ha scoperto la matematica nel 1903 grazie a un libro di Carr, un matematico mediocre, e si è dedicato completamente a essa, trascurando altre materie scolastiche.
Ramanujan fu espulso dalla scuola per il suo scarso rendimento in materie diverse dalla matematica e, senza lavoro, soffrì la fame. Nonostante ciò, continuò a lavorare sui suoi appunti matematici.
Ramanujan scrisse a diversi matematici europei, ma solo G.H. Hardy, colpito dalla stranezza dei suoi teoremi, decise di collaborare con lui, incoraggiandolo e aiutandolo a ottenere una borsa di studio.
Durante il suo soggiorno in Inghilterra, Ramanujan affrontò tensioni nervose dovute alla guerra, nostalgia della famiglia e difficoltà di integrazione, che portarono a una profonda depressione.
La salute di Ramanujan peggiorò durante il suo soggiorno in Inghilterra, culminando in un tentativo di suicidio. Tornato in India, continuò a lavorare fino alla sua morte il 26 aprile 1920, nonostante le sue condizioni precarie.