Concetti Chiave
- Il Castello di Kafka rappresenta l'incomprensibilità e l'oppressione della legge, simbolo di una logica non accessibile all'uomo.
- La storia dell'agrimensore K. esplora temi come la solitudine, l'alienazione e l'impossibilità di stabilire rapporti autentici con il mondo.
- Il protagonista K. incarna la condizione dell'uomo contemporaneo, privo di identità definita e in lotta con un sistema inaccessibile.
- Kafka non rappresenta i suoi protagonisti come rassegnati, ma piuttosto come individui che combattono contro la loro condizione.
- L'opera di Kafka è vista come una testimonianza di resistenza e volontà di non essere sopraffatti dalla realtà opprimente.
Il Castello, ultima opera della produzione di Kafka, è la sua opera più ambigua e paradossale.
Indice
Simbolismo del castello
La storia, quella dell'agrimensore K. che si trova a vivere in una cittadine sovrastata da un temuto e opprimente castello signorile, col quale lui desidererebbe entrare in "comunicazione", riassume in sé tutte le concezioni tipiche del pensiero kafkiano.
Dopo questa dovuta precisazione, passiamo a addentrarci nell'analisi richiestaci del rapporto tra la personalità dell'individuo protagonista ed il castello.
L'incomprensibilità della legge
Il castello è il simbolo dell'incomprensibilità della legge: a Kafka appare incomprensibile e assurda la vicenda dell'uomo, che è certo dominata da una legge, ma proprio dal fatto che all'uomo non è dato conoscerla deriva la dimensione dell'assurdo e di tragedia nella quale l'uomo è immerso. Ciò che, d'altra parte, fu il costante dissidio dell'uomo Kafka che nei Diari scriveva: "Non sono la pigrizia, la cattiva volontà, la goffaggine che mi fanno fallire in tutto: vita familiare, amicizia, matrimonio, professione, letteratura, ma è l'assenza del suolo, dell'aria, della legge. Crearmi queste cose, ecco il mio compito... il compito più originale". un meccanismo complesso e inesorabile schiaccia l'uomo ed è mosso da una logica che non è fatta a misura d'uomo, la cui via è un susseguirsi di disperati tentativi per conoscere questa logica e questa legge, entrare consapevolmente in questo meccanismo, che si concludono con la sconfitta: nel Castello, malgrado ogni tentativo, il "varco", per usare un termine di Montale, non è possibile: con quel mondo non si riesce ad e entrare in comunicazione.
Temi della narrativa di Kafka
Da quest'incomprensibilità e inaccessibilità della legge deriva tutto il ventaglio di temi della narrativa di Kafka: la solitudine dell'uomo, l'impossibilità di stabilire rapporti col mondo che lo circonda, l'impossibilità di essere autentici, la consapevolezza della sua condizione di escluso, di "straniero" (tema che tornerà negli esistenzialisti ed in Camus soprattutto), la sua alienazione, tutte tematiche che tendono a coincidere ed a delineare perfettamente la personalità dell'agrimensore K, il cui nome già fa capire la mancanza di delineazione individuale, che è il sunto, il comune denominatore, il simbolo, della situazione dell'uomo contemporaneo.
Dimensione agonistica e resistenza
Sempre nei riguardi del rapporto protagonista - castello si inserisce la cosiddetta dimensione agonistica. Tutte le situazioni sopaelencate non sono rappresentate da Kafka come eventi di cui non resti altro che prendere atto: l'atteggiamento di chi ne è vittima non è quello della rassegnazione o del vittimismo. Da tante testimonianze risulta che Kafka amava profondamente la vita e che il fatto che lui sentisse il mondo in cui viviamo come un mondo senza luce non aveva spento in lui questo amore, quest'ansia di vita. Quale sia la scelta dell'uomo e dei suoi protagonisti per contrastare questi avvenimenti non hanno importanza o comunque è troppo intima per parlarne; l'importante è che tutta la sua opera può essere vista come un'implacabile testimonianza della volontà dell'uomo di non esser sopraffatto. "Rimane il suo no alle ragioni che umiliano l'uomo sulla terra, il no più angoscioso e più risoluto che sia risuonato nel mondo contemporaneo, deserto d'illusioni ma non abbandonato alla coscienza", affermava G. Pampaloni in una sua splendida critica al Castello, a testimonianza dell'attivismo letterario dell'autore.
Domande da interrogazione
- Qual è il simbolismo del castello nell'opera di Kafka?
- Come si manifesta la personalità dell'agrimensore K. in relazione al castello?
- Quali sono i temi principali della narrativa di Kafka evidenziati nel Castello?
- Qual è l'atteggiamento di Kafka verso la vita, nonostante la visione del mondo come un luogo senza luce?
- Come viene descritta la dimensione agonistica nel rapporto tra il protagonista e il castello?
Il castello simboleggia l'incomprensibilità della legge e l'assurdità della condizione umana, dove l'uomo è dominato da una legge che non può conoscere, creando una dimensione di assurdo e tragedia.
La personalità di K. riflette la solitudine, l'alienazione e l'impossibilità di stabilire rapporti autentici, rappresentando l'uomo contemporaneo come un "straniero" escluso e senza delineazione individuale.
I temi principali includono la solitudine, l'alienazione, l'impossibilità di comunicare con il mondo, e la consapevolezza della propria condizione di escluso.
Kafka amava profondamente la vita e, nonostante la sua visione del mondo, manteneva un'ansia di vita e una volontà di non essere sopraffatto, come testimoniato dalla sua opera.
La dimensione agonistica è caratterizzata dalla lotta continua del protagonista contro l'incomprensibilità e l'oppressione del castello, senza rassegnazione o vittimismo, ma con una volontà di resistenza.