Concetti Chiave
- Il cavaliere Agilulfo esiste solo grazie alla sua forza di volontà, mentre dentro l'armatura non c'è nessuno.
- Gurdulù, lo scudiero di Agilulfo, ha una presenza fisica ma è inconsapevole della propria esistenza.
- Il romanzo è narrato da Suor Teodora, che svela le suggestioni letterarie e le citazioni celate nei nomi e nelle trame.
- Calvino gioca con i concetti di realtà e finzione, creando personaggi che sfidano le convenzioni del romanzo tradizionale.
- Il finale intreccia malinconia e lietezza, con il disvelamento della narratrice come la bella Bradamante che abbandona la finzione per l'amore.
Indice
Il cavaliere inesistente
Passando in rassegna i suoi paladini, Carlomagno scopre un cavaliere tutto bianco, di nome Agilulfo, che esiste solo in virtù della sua forza di volontà. Dentro l’armatura, infatti, non c’è nessuno.
Gurdulù e la confusione
Ha invece un’esistenza materialistica Gurdulù, assegnato ad Agilulfo come scudiero. Gurdulù tende a confondersi con tutti gli aspetti immediati delle cose che incontra: si crede di volta in volta anatra, rana, pesce, minestra, pentola, albero di pere ecc.
mentre Agilulfo sa di esserci ma invece non c’è, Gurdulù esiste ma non sa di esserci.Il gioco letterario di Calvino
Impossibile raccontare ordinatamente il seguito del romanzo, in cui entra scena un narratore, anzi una narratrice (Suor Teodora, religiosa dell’ordine di San Colombano). Solo chi conosce i riferimenti letterari di Calvino è in grado di cogliere tutte le suggestioni e le citazioni, a cominciare dai nomi dei personaggi. Cavalieri e fanciulle si amano, si travestono, duellano, si ritrovano diversi da quel che credevano di essere in uno spazio e in un tempo che sono essi pure un gioco. Insomma, un romanzo come questo esige che i lettori siano complici dell’autore e possibilmente in grado di riconoscere tutti i rinvii alle opere del passato. Ai personaggi in carne ed ossa del romanzo tradizionale, Calvino contrappone personaggi di carta, o, per meglio dire, di carta stampata.
Il finale del romanzo
Come finisce questo gioco? Finisce in modo allo stesso tempo lieto e malinconico. Il cavaliere inesistente, che in seguito a un equivoco si crede disonorato, cessa davvero di esistere, e l’immaginaria monaca redattrice del racconto, con un bel colpo di scena si scopre essere la bella Bradamante. Abbandona tonaca, carta e penna per seguire la realtà di un amore, e va a conquistare il suo futuro insieme al giovane Rambaldo.
Domande da interrogazione
- Chi è Agilulfo e qual è la sua particolarità?
- Qual è il ruolo di Gurdulù nel romanzo?
- Come si conclude il romanzo "Il cavaliere inesistente"?
Agilulfo è un cavaliere tutto bianco che esiste solo grazie alla sua forza di volontà, poiché dentro l'armatura non c'è nessuno.
Gurdulù è lo scudiero di Agilulfo e ha un'esistenza materialistica; tende a confondersi con gli aspetti immediati delle cose che incontra, a differenza di Agilulfo che sa di esserci ma non c'è.
Il romanzo si conclude in modo lieto e malinconico: il cavaliere inesistente cessa di esistere, e la narratrice, Suor Teodora, si rivela essere la bella Bradamante, che abbandona la tonaca per seguire l'amore con il giovane Rambaldo.