Concetti Chiave
- Flatlandia di Edwin A. Abbott esplora un mondo bidimensionale ispirato dalle idee di H. von Helmholtz sulla geometria non euclidea.
- Gli abitanti di Flatlandia vivono in un mondo a due dimensioni e non percepiscono la terza dimensione, riflettendo un concetto filosofico kantiano.
- Il protagonista, un Quadrato, riesce a comprendere e 'vedere' mondi di dimensioni diverse, sfidando i limiti della percezione convenzionale.
- La conoscenza del Quadrato del mondo tridimensionale e oltre gli costa la libertà, risultando in una condanna alla prigione e al marchio di follia.
- Il racconto stimola riflessioni su spazi multidimensionali e l'accessibilità delle nostre intuizioni a tali concetti matematici complessi.
Edwin A. Abbott Nel 1870, quando ormai il dibattito sulle geometrie non euclidee aveva coinvolto matematici, filosofi e pensatori in genere, lo scienziato H. von Helmholtz, fisiologo, fisico e matematico, sosteneva:
"Immaginiamo - ciò non è logicamente impossibile - che esistano esseri dotati di ragione, bidimensionale, viventi e moventesi sulla superficie d'uno dei nostri corpi solidi Ammettiamo che essi non possano percepire alcunché fuori di questa superficie, ma che possano percepire in modo simile al nostro entro l'ambito della superficie su cui si muovono. Se tali esseri costruissero la loro geometria, attribuirebbero naturalmente al loro spazio due sole dimensioni.
Geometrie diverse
"
"Esseri viventi su una sfera, pur essendo dotati delle medesime facoltà logiche, formulerebbero un sistema di assiomi geometrici affatto diverso da quello che potrebbero formulare gli esseri viventi sul piano e noi stessi, che viviamo invece in uno spazio a tre dimensioni.
Ispirazione per Flatlandia
"
Queste frasi, tratte dalla conferenza L'origine e il significato degli assiomi geometrici (H. L. von Helmholtz, Opere scelte , a cura di V.Cappelletti, UTET, Torino, 1967), possono aver ispirato il reverendo Edwin Abbott a raccontare un'immaginaria storia in un mondo piatto bidimensionale ,"Flatlandia", in cui gli esseri viventi non percepiscono la terza dimensione.
La domanda centrale
La domanda centrale alla quale sia Helmohltz, sia Abbott cercano di rispondere viene dai filosofi seguaci di Kant. Ammesso che uno spazio a più di tre dimensioni sia matematicamente possibile è accessibile anche alla nostra intuizione?
Il racconto del Quadrato
Il racconto del Quadrato protagonista di Flatlandia conferma questa tesi filosofica. Egli è stato in grado di 'vedere' sia il più complesso mondo tridimensionale, sia quelli più semplici a una dimensione e a zero dimensioni. Questa sua conoscenza gli costa però la prigione a vita e il marchio di pazzo. A. Bernardo le case di Flatlandia
una donna
soldati
un borghese
un professionista
un aristocratico
un sacerdote
una sfera tridimensionale attraversa flatlandia
l'autore
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Domande da interrogazione
- Qual è il tema centrale del racconto "Flatlandia" di Edwin A. Abbott?
- Come viene rappresentata la percezione delle dimensioni in "Flatlandia"?
- Quali conseguenze affronta il protagonista di "Flatlandia" a causa della sua nuova conoscenza?
Il tema centrale di "Flatlandia" è l'esplorazione delle dimensioni spaziali e la possibilità di percepire dimensioni oltre le tre conosciute, ispirato dalle idee di H. von Helmholtz e dai filosofi seguaci di Kant.
In "Flatlandia", gli esseri viventi percepiscono solo due dimensioni e non riescono a concepire la terza dimensione, fino a quando il protagonista, il Quadrato, non riesce a 'vedere' il mondo tridimensionale, il che lo porta a essere considerato pazzo.
Il protagonista, il Quadrato, viene imprigionato a vita e marchiato come pazzo per aver acquisito la capacità di percepire e comprendere dimensioni oltre quelle comunemente accettate nel suo mondo bidimensionale.