Concetti Chiave
- "La montagna incantata" di Thomas Mann è considerato un capolavoro, contribuendo al Nobel per la letteratura nel 1929.
- Il romanzo trae ispirazione dall'esperienza personale di Mann nel 1912, quando la moglie fu ricoverata in un sanatorio a Davos.
- Hans Castorp visita un cugino in sanatorio e finisce per soggiornarvi sette anni, attratto dall'ambiente e da Clavdia Chauchat.
- Il sanatorio funge da laboratorio sociale, evidenziando l'inadeguatezza della borghesia e l'inefficacia delle esperienze di vita.
- Hans vede la malattia come un'opportunità di crescita, a differenza degli altri, che restano insoddisfatti e improduttivi.
Il romanzo “La montagna incantata” rappresenta sicuramente uno dei più grandi capolavori dello scrittore tedesco Thomas Mann, tanto che proprio grazie alla pubblicazione di quest’opera l’autore si meritò l’assegnazione del premio Nobel per la letteratura quando correva il 1929. L’ispirazione per questo lavoro arrivò per diversi anni prima, in particolare nel 1912, quando la moglie Katya ebbe problemi di salute, principalmente ai polmoni e questo causò il suo internamento in un sanatorio presso Davos, in Svizzera, in questo periodo appunto cominciò a progettare un nucleo narrativo che poi sarebbe diventato il romanzo “La montagna incantata”, la cui stesura durò più di dieci anni.
Il protagonista è un giovane ingegnere di nome Hans Castorp che va a visitare il cugino Joachim proprio in un sanatorio, ma la sua permanenza si prolunga sempre di più fino a soggiornare per ben sette anni, la ragione di questa visita prolungata inizialmente è quella di un focolaio di tubercolosi scoppiato all’interno dell’edificio, successivamente però è anche l’amore per la paziente russa Clavdia Chauchat, e infine a trattenerlo è anche la scoperta di un mondo completamente diverso dal suo, con persone, ritmi di vita e momenti di cui non aveva mai fatto esperienza. Questo scaturisce in Hans un senso di curiosità misto a disgusto, quindi il romanzo intero rappresenta un romanzo di formazione ma una formazione che non arriverà mai a compiersi in maniera definitiva, in quanto, come si nota nella seconda parte del libro, il protagonista lascerà il sanatorio per andare nella trincea dei campi di battaglia della prima guerra mondiale. Il protagonista appare quindi come un simbolo rappresentativo della borghesia media, ma non di una borghesia dedita al lavoro e alla famiglia, bensì si presenta come un ceto sociale improduttivo e quasi parassitario ma che per Mann diventa come una sorta di cavia da laboratorio da dover sviscerare e analizzare e il sanatorio è lo spazio giusto per attuare questa ricerca. Nel sanatorio infatti il tempo risulta sospeso e si può dare maggiore evidenza alla psicologia di ogni personaggio, e il binocolo dell’autore scorge una totale inadeguatezza, di uomini che non trovano soddisfazione in nulla, se non nel temporaneo piacere sessuale e non riscontrano una lezione di vita da niente, neanche dalla malattia che li avvicina alla morte. Hans invece è diverso, lui capisce che la malattia è il nucleo da cui partire per arrivare ad elevare se stesso e l’umanità intera.Domande da interrogazione
- Qual è l'ispirazione dietro "La montagna incantata"?
- Chi è il protagonista del romanzo e qual è il suo percorso?
- Come viene rappresentata la borghesia nel romanzo?
L'ispirazione per "La montagna incantata" arrivò nel 1912, quando la moglie di Thomas Mann, Katya, fu internata in un sanatorio a Davos per problemi di salute, principalmente ai polmoni.
Il protagonista è Hans Castorp, un giovane ingegnere che visita il cugino in un sanatorio e finisce per soggiornarvi sette anni, attratto da un focolaio di tubercolosi, dall'amore per Clavdia Chauchat e dalla scoperta di un mondo diverso.
La borghesia è rappresentata come un ceto sociale improduttivo e parassitario, che nel sanatorio diventa oggetto di analisi, mostrando inadeguatezza e mancanza di soddisfazione, mentre Hans cerca di elevare se stesso e l'umanità.