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Concetti Chiave

  • Il carme 85 di Catullo, noto per la celebre espressione "odi et amo", esprime il conflitto interiore tra amore e odio verso Lesbia.
  • La struttura del carme utilizza un distico elegiaco che riflette la contraddizione dei sentimenti del poeta attraverso un'analisi dettagliata del linguaggio.
  • Catullo esprime il suo tormento attraverso l'uso del verbo "excrucior", evocando l'immagine della croce e suggerendo un dolore intenso e ineluttabile.
  • Il testo si caratterizza per la predominanza di verbi che sottolineano l'intensità e la passività dei sentimenti, creando un chiasmo tra le azioni attive e passive.
  • La disposizione chiastica del carme riflette una dialettica degli opposti, visivamente sottolineando il tormento psicologico del poeta.

Indice

  1. Testo e traduzione del carme 85 - Odi et amo
  2. Analisi del carme 85
  3. Commento del carme 85

Testo e traduzione del carme 85 - Odi et amo

Il testo del carme è:
Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.

La traduzione letterale e quella più libera sono:
  • Traduzione letterale:
    Odio e amo. Forse chiedi perché io lo faccia.
    Non lo so, ma sento che avviene e soffro.
  • Traduzione più libera:
    Odio e amo. Forse chiedi come sia possibile.
    Non lo so, ma sento che è così e soffro.

Analisi del carme 85

odi = voce del verbo odi, odisti, odisse, difettivo perché ha solo il tema del perfetto e pertanto manca del tema del presente. Si tratta di un perfetto logico e si traduce come un presente. Prima persona singolare predicato verbale (soggetto sottinteso: ego)
et = congiunzione copulativa
amo = voce del verbo amo, amas, amavi, amatum, amare, prima coniugazione indicativo presente attivo prima persona singolare, predicato verbale.
quare = avverbio interrogativo indiretto che introduce una proposizione interrogativa indiretta che, secondo la norma, si trova al congiuntivo (in dipendenza da requiris).
id = pronome personale di terza persona singolare neutro accusativo, complemento oggetto.
faciam = voce del verbo facio, facis, feci, factum, facere, coniugazione in -io o mista, congiuntivo presente attivo prima persona singolare, predicato verbale.
fortasse = avverbio dubitativo
requiris = voce del verbo requiro, requiris, requisivi, requirere, 3 coniugazione indicativo presente 2 persona singolare (il soggetto è un interlocutore fittizio) predicato verbale.
nescio = composto di scio, nescio,nescis, nescivi o nescii, nescitum, nescire 4 coniugazione indicativo presente 1 persona singolare attivo predicato verbale.
sed = congiunzione avversativa.
sentio = voce del verbo sentio, sentis, sensi, sensum, sentire, 4 coniugazione indicativo presente 1 persona singolare predicato verbale,
fieri = voce del verbo semideponente fio, fis, factus sum, fieri 3 coniugazione infinito presente retto da sentio
excrucior = voce del verbo excrucio, excrucias, excruciavi, excruciatum, excruciare, 1 coniugazione passivo mediale, che corrisponde a me excrucio, derivante da crux, indicativo presente 1 persona singolare, predicato verbale,

Commento del carme 85

Il carme 85 è il carme emblematico di Catullo, sicuramente uno dei più celebri. Questo testo, chiuso in un distico elegiaco, esprime il tormento interiore (com’è possibile anche notare dall’utilizzo del verbo excrucior -verso 2-, quasi come se fosse stato trafitto da questo amore) destato dalla situazione psicologica in cui riversa Catullo, dissociato tra odio e amore, determinati rispettivamente dal disgusto per il comportamento indegno di Lesbia, che lo tradisce continuamente, e dal rimpianto per la donna di cui è innamorato, poiché non può più averla, o almeno non nella stessa maniera. La coesistenza dei due sentimenti non trova una spiegazione razionale e rende più acerba la pena del poeta, rappresentando questo sentimento contrastante con un binomio antitetico tra l’amore e l’odio. Proprio l’espressione “odi et amo” è una di quelle espressioni divenute proverbiali: infatti la brevità lapidaria dell’epigramma catulliano ha favorito la cristallizzazione della formula, che però appare esaltata da un contorno efficace e studiato.

Il primo verso del carme esordisce con la famosa formula “odi et amo”, due termini antitetici (formano un’antitesi), quasi a formare un ossimoro, che mostrano la contraddittorietà dei sentimenti del poeta, dichiarando il suo amore per Lesbia, ma anche la sua delusione d’amore, profonda a tal punto da odiarla. In seguito, tramite una proposizione interrogativa indiretta, il cui soggetto è un interlocutore fittizio (che è possibile identificare con Lesbia o con un alter ego del poeta, come se stesse parlando con sé stesso e si rispondesse in seguito da solo), che chiede come sia possibile la coesistenza di emozioni così contrastanti. Nel verso seguente, la risposta è data in prima persona dal poeta, che riconosce la passività della situazione, come dimostra il parallelismo (il parallelismo è la figura retorica di ordine con la quale si sviluppa un'idea attraverso la successione simmetrica, in genere in coppia di brevi concetti o elementi grammaticali) tra fieri e l’attivo faciam. Infatti, se nell’esametro è presente un’idea di attività, poiché si presentano solo verbi attivi (odi, amo, faciam, requiris), indicando la forza delle sue azioni e dei suoi sentimenti, nel pentametro invece i verbi sono nella maggior parte passivi (fieri; sentio, alla diatesi attiva, è un verbo legato ai sensi, alle sue sensazioni; excrucior), a indicare la rassegnazione del poeta, la sua passività rispetto alla situazione nella quale si ritrova. Infine, il pentametro finisce con “excrucior”, letteralmente “mi metto in croce”, che rende l’idea di una completa soggezione del poeta al dolore che lo lacera, un dolore fatto di odio e di amore insieme. Potrebbe venire spontaneo tradurre con “mi cruccio”, ma, nonostante l’assonanza con il verbo crucciare (che in realtà deriva da corrucciare, derivato da una forma volgare corruptiare, forse da da cor ruptum -“cuore spezzato”), excrucior è un composto di crux (croce, patibolo, supplizio); esso era uno strumento di tortura indegno e crudele per gli schiavi. Alcuni di questi schiavi fecero delle rivolte, come Euno, soffocata nel sangue oppure un’altra grande rivolta fu quella di Spartaco, che finì tragicamente perché tutti i rivoltanti e vennero crocifissi lungo la Via Appia. Inoltre, la figura crocifissa per antonomasia è Gesù Cristo, che, tramite la crocifissione, secondo la religione cristiana, ha espiato i peccati degli uomini. Il distico consta quasi unicamente di verbi: infatti in due versi sono presenti ben otto verbi. L’opposizione di apertura ‘Odi et amo’ si riflette nella disposizione a chiasmo delle parti: essa è infatti riproposta in chiusura del nesso sentio et excrucior (amo si collega a sentio e odi a excrucior, formando un chiasmo, ovvero una figura retorica che consiste nella disposizione incrociata- a “chi”- di elementi semanticamente o grammaticalmente correlati)). Le due coppie verbali incorniciano il nucleo argomentativo del testo, nel cui interno, faciam richiama fieri, non solo per il legame etimologico, ma soprattutto per una nuova opposizione semantica. Infatti, Catullo si chiede perché “faccia” ciò (in senso attivo), ma deve prendere atto della sua passività: “avviene” che odio e amore si combattano nel suo animo senza che egli riesca a dominarli. Inoltre, anche faciam e fieri con nescio e requiris formano un chiasmo, fungendo da collegamento ai due nuclei comunicativi del testo secondo un climax discendente nell’esametro e ascendente nel pentametro, esprimendo rispettivamente la domanda dell’interlocutore fittizio e la risposta di Catullo. La disposizione chiastica, la quale segue una dialettica degli opposti e pervade il carme non è casuale, ma sembra delineare visivamente un’immagine, secondo una tecnica diffusa negli epigrammi ellenistici, che Catullo conosceva bene: quella della croce, riferita alla tortura a cui è sottoposto il poeta nella sua realtà psicologica, svelata e messa in risalto dal verbo excrucior che chiude il componimento.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale del carme 85 di Catullo?
  2. Il tema principale del carme 85 è il conflitto interiore tra odio e amore che Catullo prova per Lesbia, esprimendo il tormento e la sofferenza derivanti da questi sentimenti contrastanti.

  3. Come viene espressa la contraddittorietà dei sentimenti nel carme?
  4. La contraddittorietà dei sentimenti è espressa attraverso l'antitesi "odi et amo", che rappresenta l'amore e l'odio che Catullo prova simultaneamente, e l'uso di verbi attivi e passivi per mostrare la sua attività e passività emotiva.

  5. Qual è il significato del verbo "excrucior" nel contesto del carme?
  6. Nel contesto del carme, "excrucior" significa "mi metto in croce", indicando la completa soggezione di Catullo al dolore causato dall'amore e dall'odio, paragonandolo a una tortura.

  7. Quale figura retorica è utilizzata per strutturare il carme e quale immagine evoca?
  8. Il carme utilizza la figura retorica del chiasmo, che evoca l'immagine di una croce, simbolizzando la tortura psicologica a cui è sottoposto Catullo a causa dei suoi sentimenti contrastanti.

  9. Come si manifesta la passività di Catullo nel carme?
  10. La passività di Catullo si manifesta attraverso l'uso di verbi passivi nel pentametro, come "fieri" e "excrucior", che indicano la sua incapacità di controllare i sentimenti di odio e amore che lo tormentano.

Domande e risposte