Concetti Chiave
- Seneca's philosophy is marked by a dualism in the concept of God, oscillating between pantheism and spiritualistic tendencies influenced by religious inclinations.
- He introduces a dualism between soul and body, viewing the body as a constraint for the soul, which seeks liberation to achieve purity.
- Seneca emphasizes conscience as a moral and spiritual force, highlighting its unyielding role in distinguishing and judging good from evil.
- His thought diverges from Greek Stoicism by accentuating the inherent sinful nature of humans, opposing the Stoic ideal of the sage's perfection.
- Seneca advocates for equality and social justice, famously urging treatment of inferiors as one would wish from superiors, akin to the Christian ethic.
Indice
Seneca – Pensiero
Vissuto a cavallo fra la fine dell’era pagana e l’inizio di quella cristiana, Seneca appartiene al Neostoicismo che fiorì soprattutto a Roma con dei caratteri del tutto peculiari e per un certo verso innovativi. La caratteristica fondamentale del suo pensiero è l’oscillazione a proposito del concetto di Dio: da un lato troviamo una tendenza ad uscire dal panteismo e dall’altro alcune istanze spiritualistiche ispirate da una tendenza religiosa. In molti passi dei suoi scritti, Seneca sembra del tutto allineato con il dogma panteistico dello Stoicismo: Dio corrisponde ad una Provvidenza immanente, costituisce l’intrinseca ragiona che plasma la materia, coincide con la Natura e con il Fato. Tuttavia, il sentimento del divino ha a volte tratti spirituali e perfino personali che vanno ben al di là degli schemi ontologici dello Stoicismo. Fu condannato al suicidio dall’imperatore Nerone nel 65 d.C. ed egli si diede la morte con una stoica fermezza e con una forza d’animo ammirabile
Dualismo fra anima e corpo
Nella psicologia riscontriamo lo stesso fenomeno. Il filosofo sostiene l’esistenza di un dualismo fra anima e corpo che ricordano il Fedone di Platone. Il corpo è considerato un peso, un vincolo, una sorta di carcere per l’anima. L’anima è la vera parte dell’uomo che tende a liberarsi dalla catena del corpo per raggiungere la sua purezza. Un simile concetto incrina la concezione stoica secondo cui l’anima è “pneuma”, cioè alito e che, quindi fa parte del corpo. In realtà, a livello intuitivo, Seneca va oltre il materialismo stoico, mas poiché gli mancano le categorie ontologiche per sviluppare le sue intuizioni, tutto resta come se fosse sospeso in aria.
La coscienza
Sempre restando in ambito psicologico, egli descrive la coscienza (= “conscientia”, in latino) come una forza morale e spirituale dell’uomo, mettendola così in primo piano come nessun pensatore aveva mai fatto prima di lui. La coscienza è la consapevolezza del bene e del male e non può essere eliminata. Ad essa nessuno si può sottrarre perché l’uomo non può mai nascondersi a se stesso. Infatti, il malvagio può sempre sfuggire alla punizione della legge, ma non alla coscienza che sempre gli farà provare rimorso per quanto ha commesso, come se si trattasse di un giudice implacabile. Egli propone addirittura un esame di coscienza quotidiano che obbliga l’uomo a presentarsi ogni giorno davanti a se stesso per far si che i vizi poco a poco diminuiscano di intensità o siano eliminati. La coscienza di Seneca non è assimilabile alla coscienza dell’uomo moderno che sostituisce la morale oggettiva e naturale per trasformare in bene, quanto, pur essendo un male in sé, ci piace. Questo perché per Seneca non esiste il bene o il male soggettivo: il bene è sempre e oggettivamente bene e il male è sempre e oggettivamente male e la coscienza interviene per elogiare l’uomo o per ammonirlo.
Il senso del peccato e della colpa
Un altro aspetto che differenzia il pensiero di Seneca da quello degli Stoici greci è l’accentuato senso del peccato e della colpa. Per la sua struttura originaria, l’uomo è peccatore e questa affermazione si pone in antitesi con il concetto di perfezione che gli Stoici antichi attribuivano al saggio. Seneca sostiene che se l’uomo non commettesse mai una colpa non sarebbe uomo e lo stesso saggio, poiché resta comunque un uomo, non è indenne dal peccato.Le differenze sociali
Col suo pensiero, Seneca ha avversato la schiavitù e le differenze sociali. In questo senso una sua affermazione è rimasta celebre: “Comportati cogli inferiori come vorresti che si comportasse con te coloro che ti sono superiori”. Questa massima non si discosta molto dall’insegnamento evangelico “Ama il prossimo tuo come te stesso”. La nobiltà e la schiavitù dipendono soltanto dalla fortuna e da tutta una serie di circostanze, per cui tutti annoverano fra gli antenati o un nobile o un servo. In origine, tutti gli uomini erano uguali e l’unica nobiltà che abbia un senso e quella in cui l’uomo si costruisce nella dimensione dello spirito.
Il rapporto fra gli uomini
Per quanto riguarda il rapporto fra gli uomini, Seneca pone a fondamento l’amore e la fratellanza, poiché secondo il filosofo la natura ci crea fratelli generandoci dagli stessi elementi e destinati allo stesso scopo. A questo proposito è molto significativa la frase seguente: “Teniamo sempre presente che siamo nati per vivere in società. E la nostra società umana è simile ad una volta di pietre, che non cade, proprio perché le pietre, opponendosi le une alle altre, si sostengono a vicenda e quindi sostengono la volta”.Domande da interrogazione
- Qual è la caratteristica fondamentale del pensiero di Seneca?
- Come descrive Seneca il dualismo fra anima e corpo?
- Qual è il ruolo della coscienza secondo Seneca?
- In che modo Seneca si differenzia dagli Stoici greci riguardo al peccato e alla colpa?
- Qual è la visione di Seneca sul rapporto fra gli uomini?
La caratteristica fondamentale del pensiero di Seneca è l'oscillazione riguardo al concetto di Dio, con una tendenza a uscire dal panteismo e alcune istanze spiritualistiche ispirate da una tendenza religiosa.
Seneca descrive il dualismo fra anima e corpo come un fenomeno in cui il corpo è un peso e un vincolo per l'anima, che cerca di liberarsi per raggiungere la purezza, andando oltre il materialismo stoico.
La coscienza, per Seneca, è una forza morale e spirituale che rappresenta la consapevolezza del bene e del male, da cui nessuno può sfuggire, e che agisce come un giudice implacabile.
Seneca si differenzia dagli Stoici greci per l'accentuato senso del peccato e della colpa, sostenendo che l'uomo è peccatore per natura e che anche il saggio non è indenne dal peccato.
Seneca vede il rapporto fra gli uomini fondato sull'amore e la fratellanza, poiché la natura ci crea fratelli, destinati allo stesso scopo, e la società umana è simile a una volta di pietre che si sostengono a vicenda.