Concetti Chiave
- Il De otio di Seneca, scritto nel 62 d.C., riflette il suo distacco dalla vita politica e il conseguente confronto con i principi stoici.
- Seneca giustifica il ritiro dalla vita attiva come un mezzo per evitare le distrazioni della folla e seguire esempi virtuosi.
- Il dialogo esplora la compatibilità tra il ritiro e gli ideali stoici, confrontandoli con i principi epicurei sulla vita pubblica.
- Seneca distingue tra due tipi di repubblica, una universale e una locale, e sostiene che si può servire la prima anche in ritiro.
- L'opera conclude sottolineando l'interconnessione tra piacere, contemplazione e azione, che conducono tutti alla stessa meta.
De otio
Il De otio è l’ottavo libro dei Dialoghi, e viene composto nel 62 d.C. È l’anno in cui Seneca si congeda dalla vita politica e quindi anche da Nerone constatando l’impossibilità di riformare l’impero. La scelta del ritiro è però apparentemente in discordanza con il principio stoico secondo cui il sapiente non deve abbandonare la vita attiva volta al bene comune. Il dialogo è un capolavoro di prudenza attraverso il quale Seneca si distacca dalla vita politica riuscendo anche a dimostrare di non essersi distaccato dai principi stoici. L’opera è dedicata all’amico Sereno, rigido portavoce dei principi stoici. I vizi, afferma Seneca, godono di un ampio consenso. Il ritiro è utile proprio per evitare che la folla ci distolga dai nostri giudizi e dai nostri obiettivi, e solo nell’otium è possibile seguire degli ottimi esempi e scegliere quello su cui regolare stabilmente la nostra vita. Se non ci si ritira, si dipenderà sempre dai giudizi altrui e non si seguirà la via stimata come buona, ma quella con il maggior numero di orme. La via dei più è ovviamente la via della perdizione, e l’unica alternativa è il ritiro. Ma abbandonare la vita attiva, afferma Sereno, non è in contrasto con i principi degli stoici? Seneca risponde affermando che il principio degli stoici si fonda sulla scelta prioritaria di vita pubblica a meno che fattori esterni ne impediscano l’accesso, mentre il principio degli epicurei sceglie preventivamente di accostarsi alla vita pubblica a meno che non intervengano fattori esterni. Dal momento che i fattori esterni possono essere svariati, secondo l’autore, i due principi sono molto simili. Chiede inoltre al suo interlocutore: perché la vita privata di molti filosofi dovrebbe essere meno utile rispetto alla vita pubblica di questi? Per giustificare la sua domanda, Seneca afferma che esistono due tipi di repubblica: una comprendente il mondo intero, contenendo uomini e dei, e l’altra ristretta nell’angolo di mondo determinato dalla nascita: Cartagine, Atene o qualsiasi altra città. Alcuni si prestano per l’una e per l’altra repubblica, alcuni solo per una, altri ancora solo per l’altra. Secondo Seneca ci si può porre a servizio della prima repubblica anche durante il ritiro, indagando cosa sia la virtù, cosa sia Dio e come sia fatta la natura. Il filosofo conclude l’opera chiarendo il rapporto tra la vita alla ricerca del piacere, la vita contemplativa e la vita dedicata all’azione. Messo da parte l’astio tra i seguaci dei tre stili di vita, questi conducono tutti alla stessa meta: non c’è piacere senza contemplazione, non c’è contemplazione senza piacere, non c’è azione senza contemplazione.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale del "De otio" di Seneca?
- Come giustifica Seneca il ritiro dalla vita attiva rispetto ai principi stoici?
- Qual è la differenza tra la repubblica universale e quella locale secondo Seneca?
- Qual è la conclusione di Seneca riguardo ai diversi stili di vita?
Il tema principale del "De otio" è il ritiro dalla vita politica e la riflessione sulla compatibilità di tale scelta con i principi stoici, evidenziando l'importanza dell'otium per seguire esempi virtuosi e regolare la propria vita.
Seneca giustifica il ritiro affermando che i principi stoici permettono di scegliere la vita pubblica solo se non ostacolata da fattori esterni, rendendo il ritiro compatibile con la filosofia stoica.
La repubblica universale comprende il mondo intero, uomini e dei, mentre quella locale è limitata a una città specifica come Cartagine o Atene; si può servire la repubblica universale anche durante il ritiro.
Seneca conclude che i tre stili di vita - ricerca del piacere, vita contemplativa e vita d'azione - conducono alla stessa meta, poiché sono interdipendenti: non c'è piacere senza contemplazione, né contemplazione senza piacere, né azione senza contemplazione.