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Concetti Chiave

  • Seneca criticizes the waste of time, emphasizing that life feels short because we are not aware of its value and limits.
  • He describes "occupied" people as those who allow external factors to control them, leading to a life of alienation and wasted time.
  • The concept of otium is pivotal, promoting inner development through philosophical study as opposed to superficial external pursuits.
  • Seneca differentiates between mere existence and true life, which is achieved through meaningful activities and engagement with the past.
  • He advises withdrawing from politics to embrace otium, highlighting a shift towards valuing past wisdom over present and future endeavors.

De brevitate vitae

E’ uno dei dialoghi più famosi di Seneca dedicato a Paolino, il suocero di Seneca, prefetto dell’Annona (funzionario dell’ordine equestre che garantiva gli approvvigionamenti per Roma la quale era cliente del principe). Seneca parla della brevità della vita e nota che molte persone (come Aristotele) si lamentano del fatto che la vita sia breve, quando in realtà viene sprecata; lo spreco del tempo deriva dal fatto che il tempo non lo si vede, perciò non si ha la piena consapevolezza della sua importanza , e non potendolo vedere, non ci si rende conto che è limitato.

Alcune persone si rendono conto di sprecarlo, ma commettono un errore, poiché stabiliscono di cambiare vita nel futuro, ma nessuno garantisce loro di raggiungere quel momento del futuro; quindi inconsciamente si vive come se si fosse immortali.
Elenca molte persone che definisce “occupati”, in quanto hanno lasciato che altre cose o persone si siano occupate di loro (possono essere definiti “alienati”); di queste propone una descrizione critica e satirica:
• Coloro che si dedicano alla politica: Seneca prende una posizione anticonformista rispetto ai valori tradizionali, dato che non pensava che il negotium politico realizzasse l’uomo, ma piuttosto che fosse una perdita di tempo e un’alienazione
• Coloro che si dedicano agli affari, alla cura fisica del corpo, alla musica, all’erudizione: in questi modi gli uomini sprecano il loro tempo

Si trova però una pagina didascalica in cui distingue il presente (che è sfuggente), il futuro (che non esiste) e il passato (che può essere controllato): il controllo del tempo si realizza col controllo del passato dato che possiamo tenere in considerazione il passato buono individuale e dell’umanità, ossia la possibilità di accedere alle teorie di grandi filosofi tramite le loro opere.
L’otium è dunque fondamentale, consacrato al perfezionamento interiore (unico bene secondo gli stoici), trascorso quindi leggendo e apprendendo il pensiero dei filosofi del passato. Si passa dunque alla vita esteriore (propria della massa) e superficiale a una vita interiore e profonda. Gli alienati perdono tutto il loro tempo poiché non hanno un passato individuale buono a cui pensare e non capiscono l’importanza di mettere in contatto col passato buono e su cui non si può avere potere poiché controllato dal logos e di concentrarsi sul presente e sul futuro. Seneca distingue dunque il tempo (gli anni in cui siamo viventi) e la vita (che si raggiunge quando si impiega nelle attività buone).
Crede che il tempo a noi concesso sia provvidenziale poiché gli dei concedono agli uomini un tempo sufficiente a soddisfare i loro obiettivi personali.
Consiglia poi a Paolino di ritirarsi dalla vita politica e di dedicarsi all’otium.

In questo dialogo, rispetto ad altre opere, Seneca propone un ideale di vita condizionato da una scelta di vita precisa (l’otium). Solitamente invece ritiene che la virtù e la felicità si possano raggiungere anche senza l’otium. Esalta eccessivamente il passato, mentre in altre opere ha una prospettiva molto diversa (forse in quel periodo aveva scarse aspirazioni per il presente e il futuro). Rispetto a Cicerone, per il quale la vecchiaia rendeva l’uomo saggio, Seneca sostiene che avere molti anni non implichi aver raggiunto la saggezza.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale del dialogo "De brevitate vitae" di Seneca?
  2. Il tema principale è la brevità della vita e come molte persone sprecano il loro tempo senza rendersene conto, vivendo come se fossero immortali.

  3. Come Seneca descrive le persone "occupate" nel suo dialogo?
  4. Seneca critica e descrive satiricamente le persone "occupate" come coloro che si lasciano alienare da politica, affari, cura fisica, musica ed erudizione, sprecando così il loro tempo.

  5. Qual è la distinzione che Seneca fa tra presente, futuro e passato?
  6. Seneca distingue il presente come sfuggente, il futuro come inesistente e il passato come controllabile, suggerendo che il controllo del tempo si realizza attraverso il controllo del passato.

  7. Cosa consiglia Seneca a Paolino riguardo alla vita politica?
  8. Seneca consiglia a Paolino di ritirarsi dalla vita politica e di dedicarsi all'otium, il perfezionamento interiore attraverso la lettura e l'apprendimento del pensiero dei filosofi del passato.

  9. Come si differenzia l'ideale di vita proposto in "De brevitate vitae" rispetto ad altre opere di Seneca?
  10. In "De brevitate vitae", Seneca propone un ideale di vita condizionato dall'otium, mentre in altre opere ritiene che virtù e felicità possano essere raggiunte anche senza di esso.

Domande e risposte