Anna___04
Genius
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Concetti Chiave

  • Il termine "poetae novelli" fu usato per la prima volta nel III secolo da Terenziano Mauro per indicare i poeti moderni rispetto agli antichi.
  • Questa definizione non rappresenta una scuola di pensiero, ma piuttosto nuovi orientamenti poetici emergenti.
  • I "poetae novelli" cercano rinnovamento ispirandosi ai modelli neoterici e preneoterici, come Catullo e Calvo.
  • Praticano una poesia raffinata e colta, esprimendo sentimenti soggettivi in brevi carmi lirici.
  • Condividono con i neoterici la sperimentazione metrica e l'uso di diminutivi e vocaboli colloquiali.

I “poetae novelli”

La priva volta che nel mondo latino fu usato il termine "poetae novelli" fu in uno scritto del III secolo dell'autore Terenziano Mauro, che la usa nel senso di "poeti moderni", per indicare gli scrittori più recenti che si contrapponevano a quelli antichi. Con questa definizione in realtà non si fa riferimento ad una scuola di pensiero o ad una nuova corrente letteraria, piuttosto risulta appropriata per definire i nuovi orientamenti che affioravano dalle pur sacrissime tracce lasciate dalla poesia lirica di questo periodo.

Caratteristica fondante dei "poetae novelli" è la ricerca di un rinnovamento perseguito con il ritorno, al di là dei classici, ai modelli neoterici (poetae novi, come Catullo e Calvo) e preneoterici. Anch'essi, cosi come i predecessori a cui fanno riferimenti e a cui si ispirano, praticano la poesia come "lusus" colto e raffinato e prediligono la forma della lirica, dando espressione, in carmi brevi, a sentimenti soggettivi e momenti di vita passata. In comune con i neoterici e con i preneoterici hanno la tendenza alla sperimentazione metrica e la ricerca dell'espressività, effettuata mediante l'uso frequente dei diminutivi e dei vocaboli attinti alla lingua colloquiale. Nel loro rifarsi ai poeti neoclassici, i poeti del II secolo partecipano inoltre alle tendenze arcaizzanti che si affermano in questo periodo.

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