LauraMara
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Concetti Chiave

  • Ovidio, nato a Sulmona nel 43 a.C., era un poeta di spicco nella Roma pre-esilio, proveniente da una famiglia equestre agiata.
  • Le sue opere "Tristia" e "Carmen" riflettono i temi dell'esilio e dell'amore, quest'ultimo potenzialmente conflittuale con la moralizzazione augustea.
  • Il coinvolgimento in uno scandalo di corte e le sue conoscenze su Giulia avrebbero contribuito all'esilio, secondo alcune ipotesi.
  • Ovidio ha innovato la poetica con idee di libertà creativa e relativismo, sostenendo che la poesia crea illusioni piuttosto che rappresentare la realtà assoluta.
  • Continuando a comporre in esilio, Ovidio non abbandonò mai la sua ricerca di tornare a Roma, ma morì nel 17/18 d.C.

Biografia di Ovidio

Nasce a Sulmona nel 43 da una agiata famiglia equestre. Dedica la sua vita agli otio, cioè alla composizione, tanto che prima dell'esilio è il poeta più nota di Roma.
nei Tristia che sono elegie dell'esilio. I Carmen sono ars amatoria il cui trasgressivo avrebbe urtato le esigenze della riforma moralizzante di Augusto. error sono coinvolgimento in uno scandalo di corte, era al corrente delle corrisponde immorali dei Giulia, nipote di Augusto, allontanata da Roma.

È stata avanzata un'altra ipotesi: che la condanna sia dovuta ai Fasti. In origine dovevano essere 12 libri in distici elegiaci che raccontavano mese per mese tutte le feste religiose e le usanze del popolo romano senza dare nessuna interpretazione delle leggende, quindi senza nessuna ricerca di valori, senza nessun intento educativo, quindi secondo quest'ultima ipotesi i fasti avverrebbero rivelato la pericolosità del relativismo di Ovidio applicato al l'ideologia del regime. Ovidio nonostante le sue continue ricerche di rientrare in patria muore nel 17/18. In esilio continua a comporre.

Poetica innovatrice di Ovidio
Ovidio crede nella libertà dell'ispirazione. La sua è stat definita una poetica metamorfica con un relativismo di fondo: per Ovidio non esiste una verità assoluta, ma solo il gioco delle apparenze, quindi la parola poetica realizza un'illusione di realtà, non la realtà è l'abolita retorica e versificatoria (cioè di fare versi) permette l'uso musicale e suadente della parola.

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