Concetti Chiave
- Il prologo degli Annales di Ennio descrive un sogno in cui il poeta Omero appare, simbolizzando l'investitura poetica di Ennio.
- La visione di un pavone rappresenta un simbolismo di trasformazione e rinascita, con l'anima che discende dal cielo ai giovani uccelli.
- Ennio esplora il ciclo naturale della vita, con la terra che riprende il corpo senza spreco, sottolineando la continuità dell'esistenza.
- Nel secondo proemio, Ennio si differenzia dai poeti precedenti, affermando di aver osato esplorare nuove fonti poetiche.
- La ricerca della sapienza è un tema centrale, con Ennio che sottolinea l'importanza dello studio prima di accedere a una comprensione profonda.
Ennio - Gli Annales
somno leni placidoque revinctus [...]Il prologo e l'investitura poetica
visus Homerus adesse poeta [...]
O pietas animi! [...]
desunt rivos camposque remanant [...]
Ova parire solet genus pinnis condecoratum,
non animam; post inde venit divinitus pullis
ipsa anima [...]
terraque corpus
quae dedit, ipsa capit, neque dispendi facit hilum. [...]
memini me fiere pavom.
Avvolto da un sonno dolce e tranquillo [...]
mi parve che fosse presente il poeta Omero [...]
O pietà dell'animo! [...]
e poi le acque vengono meno e ritornano ai fiumi e ai campi [...]
La stirpe ornata di penne è solita procreare le uova, non l'anima, poi ai piccoli l'anima giunge dal cielo [...]
e la terra, che ha dato il corpo, lei stessa lo riprende, e non fa alcuno spreco [...]
mi ricordo di essere diventato un pavone.
Il secondo proemio
Scripsere alii remversibus quos alim Fauni vatesque canebant
quom neque Musarum scopulos [...]
nec dicti studiosus quisquam erat ante hunc
nos ausi reserare [...]
nec quicquam sophiam, sapientia quae perhibetur,
in somnis vidit primus quam sam discere coepit.
Altri scrissero su questo argomento; con i versi che una volta cantavano i Fauni e gli indovini, quando ancora nessuno si era accostato alle vette delle Muse [...]
né prima di me vi era alcuno che fosse studioso della parola, noi osammo dischiudere (le fonti della poesia) [...]
nessuno ha mai veduto in sogno la sophia, quella che i latini chiamano "sapienza", prima di aver cominciato a studiarla
