Concetti Chiave
- Il monologo di Molly Bloom in "Ulisse" di James Joyce mescola passato, presente e futuro, esplorando sogni d'infanzia e esperienze adulte.
- Molly esprime una gamma di sentimenti tra cui gelosia, amore e insoddisfazione verso il marito e l'amante.
- Il ricordo della collina di Howth evoca nostalgia e il primo incontro carnale con il marito, Leopold Bloom.
- Joyce utilizza il "flusso di coscienza", eliminando punteggiatura e ordine logico per rendere il monologo più autentico e libero.
- La ripetizione della parola "sì" fornisce una struttura al discorso, rappresentando affermazione e rassicurazione nella vita di Molly.
Joyce – Monologo di Molly Bloom
Nel diciottesimo capitolo dell’opera “Ulisse” di James Joyce, il lettore assiste ad un monologo interiore di una delle protagoniste, ovvero Molly Bloom, che inizia un discorso interiore mescolando passato, presente e futuro, parla dei propri sogni di bambina, passando successivamente alle esperienze sessuali che aveva vissuto da adulta, parla dei suoi sentimenti che vanno dalla gelosia, all’amore per il marito e per l’amante ma anche dell’insoddisfazione nei loro confronti. Arriva anche a soffermarsi sulla collina di Howth teatro di un ricordo che crea in lei una forte emozione nostalgica, ricorda infatti il primo rapporto carnale consumato con Leopold Bloom, suo marito. Il passaggio rappresenta uno dei momenti clou del romanzo, è infatti rappresentativo della poetica di Joyce nella novità che lui introduce tramite quello che lui definisce come “stream of consciousness”, ovvero il flusso di coscienza, che consiste nel raccontare il flusso dei ricordi di un personaggio senza alcun filtro o imposizione logica, sintattica e talvolta anche grammaticale.Per rendere infatti la modalità di pensiero rapido e scomposto più credibile, tutti gli elementi che rappresenterebbero un ordine vengono eliminati, quindi si perde la punteggiatura, l’organizzazione logica dei pensieri, le spiegazioni approfondite per introdurre il lettore a situazioni a lui sconosciute e anche la sintassi stessa. È quindi una tecnica sperimentale che gioca molto su simboli, vocali scorretti oppure di altre lingue, espressioni gergali, citazioni e così via. Sembra quindi che per questo breve lasso di narrazione il narratore non sia più onnisciente e che lasci la parola a Molly, in realtà Joyce nel suo flusso di coscienza non va a ridurre la tecnica ad una mera riproduzione e trascrizione letteraria, riporta infatti invece un discorso che si riallaccia ad alcuni sprazzi di lucidità e quindi ad alcuni nuclei narrativi, da cui poi arrivano le intuizioni. Un elemento solo sembra fornire maggiore linearità nel discorso, ovvero la ripetizione della parola “sì”, che sembra assumere il ruolo di rassicurazione e di affermazione della pienezza della sua esistenza. Inoltre, l’unico filo logico che emerge è quello del suo ruolo di moglie amata e amante del marito, Molly ripercorre infatti tutti i suoi spasimanti anche del passato ma il suo pensiero costante rimane sempre quello del marito, proprio come accade nell’Odissea, dove Penelope rappresenta per eccellenza il ruolo di moglie fedele al marito nonostante la sua lontananza.
Domande da interrogazione
- Qual è la tecnica narrativa principale utilizzata nel monologo di Molly Bloom?
- Quali temi principali emergono nel monologo di Molly Bloom?
- Qual è il significato della ripetizione della parola "sì" nel monologo?
La tecnica narrativa principale è il "flusso di coscienza", che permette di esprimere i pensieri e i ricordi di Molly senza filtri logici o sintattici.
I temi principali includono i sogni d'infanzia, le esperienze sessuali, i sentimenti di gelosia e amore, e l'insoddisfazione nei confronti del marito e dell'amante.
La ripetizione della parola "sì" funge da rassicurazione e affermazione della pienezza dell'esistenza di Molly, fornendo una certa linearità al discorso.