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Questo appunto di Letteratura Greca presenta la struttura e la trama dell’Antigone di Sofocle con un accenno alle sue interpretazioni e al suo significato,

Indice

  1. Le tragedie di Sofocle e l’Antigone
  2. Struttura dell’Antigone di Sofocle
  3. Trama dell'Antigone di Sofocle

Le tragedie di Sofocle e l’Antigone

Di Sofocle ci sono rimaste sette tragedie e tre quarti di un dramma satiresco;
  • Aiace;
  • Antigone;
  • Trachinie;
  • Èdipo re;
  • Elettra;
  • Filottète
  • Èdipo a Colono;
  • I cercatori di orme (dramma satiresco).
Sulla base del fatto che si ritiene che Sofocle fosse stato eletto stratego nel 441/440 a.C.
grazie al successo dell’Antigone, la sua datazione è collocata nel 442 a.C.

Struttura dell’Antigone di Sofocle

La struttura dell’Antigone di Sofocle è la seguente:
  • Prologo (versi 1-99): Antìgone, Ismène.
  • Parodo (versi 100-161): Coro di vecchi Tebani.
  • Primo episodio (versi 162-331): Creonte, Coro di vecchi Tebani, Guardia.
  • Primo stasimo (versi 332-375): Coro di vecchi Tebani.
  • Secondo episodio (versi 376-581): Coro, Guardia, Creonte, Antigone, Ismene.
  • Secondo stasimo (versi 582-625): Coro di vecchi Tebani.
  • Terzo episodio (versi 626-780): Coro di vecchi Tebani, Creonte, Emóne.
  • Terzo stasimo (versi 781-800): coro di vecchi Tebani.
  • Quarto episodio (versi 801-943): Antigone, Coro di Vecchi Tebani, Creonte.
  • Quarto stasimo (versi 944-987): Coro di vecchi Tebani.
  • Quinto episodio (versi 988-1114): Tiresia, Creonte, Coro di vecchi Tebani.
  • Quinto stasimo (versi 1115-1152): Coro di vecchi Tebani.
  • Esodo (versi 1153-1353): Messaggero, Coro di vecchi Tebani, Eurìdice, Creonte.

Trama dell'Antigone di Sofocle

La tragedia presenta una struttura a dittico, a volte vista dai critici come un difetto. Questo tratto si spiega come una reminiscenza del sistema della trilogia: le tragedie delle origini, infatti, erano riunite in gruppi di tre, con lo stesso tema. Sofocle, invece, scrive trilogie (tetralogie se consideriamo il dramma satiresco) dai temi diversi.
Nel caso dell'Antigone si tratta di una stessa vicenda in cui si possono individuare due momenti distinti e, quindi, due temi diversi: prima si svolge la "tragedia" di Antigone, poi, quella di Creonte.
L'azione inizia con il cadavere di Polinice (fratello di Antigone) presso le mura di Tebe e il divieto di sepoltura da parte di Creonte.
Il coro, formato da vecchi Tebani, dovrebbe sostenere la ragazza nella sua intenzione di dare sepoltura al fratello, ma non lo fa per paura, anzi, gli anziani la invitano a desistere.
Per aumentare la tragicità della vicenda, Antigone viene isolata non solo dal coro, ma anche dalla sorella Ismène.
Di notte, Antigone riesce a buttare della terra sul cadavere di Polinice, ma deve interrompersi a causa delle sentinelle che sono vicino al corpo; quando torna per cercare di seppellirlo viene scoperta e condannata a morte.
Nel momento in cui Creonte la condanna, la tragedia si abbatte anche su di lui: Emòne (suo figlio e promesso sposo di Antigone) lo rinnega come padre quando Creonte rifiuta di assolvere la ragazza.
Questo è il punto di non ritorno per Creonte, accecato e isolato dalla hybris. Non solo nega la sepoltura a Polinice, ma manda sentinelle con cani e uccelli perché facciano scempio del cadavere.
Creonte è accecato dalla fede nella potenza illuminata dello Stato e nella sua personale potenza.
Il coro, però, ricorda a Creonte che prima delle norme dello Stato vi sono le norme assolute degli dèi. Vi è insita una condanna alla fede cieca nello Stato e nel suo ordinamento; per Sofocle al di sopra dello Stato c'è una morale assoluta che riguarda il rispetto dell'uomo.
Anche gli dèi lo respingono: Tiresia predice orribili segni e dichiara che la città è contaminata da un cadavere. Quando Creonte capisce le parole di Tiresia è troppo tardi, trova Antigone che si è impiccata ed Emone che si è ucciso su di lei.
Antigone muore perché è un'eroina epica in un mondo ormai "moderno": la ragazza crede che al di sopra delle leggi dello Stato ci siano le leggi divine.
Anche la moglie di Creonte, Eurìdice, si uccide dopo averlo maledetto. Creonte è ora solo e questa è la sua punizione per aver sfidato gli dèi.

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