Questo appunto di Letteratura Greca contiene il testo in Greco antico, la traduzion e in italiano e il commento dei versi 823-834 del terzo episodio dell'Aiace di Sofocle, la cui datazione varia fra il 450 ed il 442 a.C., dove il protagonista, Aiace, si rivolge per l’ultima volta agli dèi prima di uccidersi
Indice
Aiace: testo in greco dei versi 823-834
Οὕτω μὲν εὐσκευοῦμεν· ἐκ δὲ τῶνδέ μοισὺ πρῶτος, ὦ Ζεῦ, καὶ γὰρ εἰκός, ἄρκεσον.
Αἰτήσομαι δέ σ' οὐ μακρὸν γέρας λαχεῖν·
πέμψον τιν' ἡμῖν ἄγγελον, κακὴν φάτιν
Τεύκρῳ φέροντα, πρῶτος ὥς με βαστάσῃ
πεπτῶτα τῷδε περὶ νεορράντῳ ξίφει,
καὶ μὴ πρὸς ἐχθρῶν του κατοπτευθεὶς πάρος
ῥιφθῶ κυσὶν πρόβλητος οἰωνοῖς θ' ἕλωρ.
Τοσαῦτά σ', ὦ Ζεῦ, προστρέπω· καλῶ δ' ἅμα
πομπαῖον Ἑρμῆν χθόνιον εὖ με κοιμίσαι,
ξὺν ἀσφαδάστῳ καὶ ταχεῖ πηδήματι
πλευρὰν διαρρήξαντα τῷδε φασγάνῳ.
Aiace: traduzione dei versi 823-834
Oh, sono ben equipaggiato; e dopo questo, per prima cosa, Zeus, aiutami, come è naturale; il favore che ti chiedo non è grande. Manda un messaggero a portare la triste notizia a Teucro, affinché sia lui il primo a toccarmi quando sarò caduto su questa spada, ancora insanguinata, e non sarò visto per primo da qualche nemico e gettato in preda a cani e uccelli. Questo, o Zeus, ti chiedo, e allo stesso tempo invoco Hermes, che scorta gli uomini sottoterra, affinché mi addormenti profondamente, senza contorcermi, con un rapido balzo, quando mi sarò trafitto il costato con questa spada.