La poesia tra vecchi e nuovi valori
In conseguenza delle mutate condizioni politiche e sociali l’areté tradizionale omerica si trasforma, fino ad entrare in crisi. Il cambiamento delle tecniche militari sostituisce alla virtù guerriera dell’eroe solitario quella del gruppo: cioè di coloro che combattono per la patria, per la pòlis e non più per mostrare il proprio valore individuale. Callino e Tirteo, ad esempio, scrivono elegie guerresche e antepongono la “virtù oplitica”, la coesione dell’esercito in difesa della patria, a tutte le altre qualità umane.
Nel VII secolo a.C. un indizio dei primi mutamenti di valore può essere considerato Archiloco. Egli è un poeta che, per guadagnarsi la vita, fa il mercenario. Antepone la vita al valore guerriero (preferisce cioè fuggire abbandonando lo scudo piuttosto che morire) e vuole soddisfare le sue passioni fondamentali: a partire dalle passioni d’amore, che lo afferrano come forza invincibile.
Nella cultura poetica sembra così manifestarsi un senso nuovo dell’individuo, una coscienza delle sue concrete esigenze e passioni. Soprattutto l’eros emerge come una dominante della vita. Inoltre gli strati sociali emergenti cercano di definire nuovi modelli di virtù, diversi da quelli tradizionalmente tramandati come patrimonio storico del l’aristocrazia. L’areté aristocratica perde terreno e deve coesistere con più aretai.