I giudici non avevano una cultura elevata, infatti la giuria era popolare, quindi chi si esibiva in tribunale doveva tentare di colpire emotivamente i giudici per portarli dalla loro parte, attraverso la “captatio benevolentiae”.
Il discorso si articolava in 5 fasi:
* prooimion: esordio. Si cerca la captatio benevolentiae.
* diegesis: esposizione. Si racconta la vicenda dimostrando l’irreprensibilità dell’imputato.
* pistis: argomentazione. Citazione di testimoni e lettura di leggi a favore dell’imputato.
*dalousis: confutazione. Confutazione dell’accusa.
*epilogos: conclusione. Si generalizza la sentenza alla città.
Il massimo esponente di tale oratoria è Lisia.
Questo tipo di oratoria si fonda sul concetto di “eikos” ovvero di “verosimiglianza”. A prescindere dalla verità ciò che conta è che la difesa sia inattaccabile per quanto riguarda la verosimiglianza.