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Questo appunto di Letteratura Greca presenta il testo in greco, la traduzione in italiano e il commento del frammento 2 D di Mimnermo noto con il titolo "Siamo come le foglie".

Indice

  1. Testo in greco
  2. Traduzione in italiano
  3. Commento a "Siamo come le foglie"

Testo in greco

ἡμεῖς δ᾿, οἷά τε φύλλα φύει πολυάνθεμος ὥρη
ἔαρος, ὅτ᾿ αἶψ᾿ αὐγῇς αὔξεται ἠελίου,
τοῖς ἴκελοι πήχυιον ἐπὶ χρόνον ἄνθεσιν ἥβης
τερπόμεθα, πρὸς θεῶν εἰδότες οὔτε κακὸν
οὔτ᾿ ἀγαθόν· Κῆρες δὲ παρεστήκασι μέλαιναι,
ἡ μὲν ἔχουσα τέλος γήραος ἀργαλέου,
ἡ δ᾿ ἑτέρη θανάτοιο· μίνυνθα δὲ γίνεται ἥβης
καρπός, ὅσον τ᾿ ἐπὶ γῆν κίδναται ἠέλιος.
αὐτὰρ ἐπὴν δὴ τοῦτο τέλος παραμείψεται ὥρης,
αὐτίκα δὴ τεθνάναι βέλτιον ἢ βίοτος·
πολλὰ γὰρ ἐν θυμῷ κακὰ γίνεται· ἄλλοτε οἶκος
τρυχοῦται, πενίης δ᾿ ἔργ᾿ ὀδυνηρὰ πέλει·
ἄλλος δ᾿ αὖ παίδων ἐπιδεύεται, ὧν τε μάλιστα
ἱμείρων κατὰ γῆς ἔρχεται εἰς Ἀΐδην·
ἄλλος νοῦσον ἔχει θυμοφθόρον· οὐδέ τίς ἐστιν
ἀνθρώπων ᾧ Ζεὺς μὴ κακὰ πολλὰ διδοῖ.

Traduzione in italiano

Siamo come le foglie che la stagione fiorita della primavera fa spuntare, quando crescono rapidamente sotto i raggi del sole; come loro ci deliziamo dei fiori della giovinezza per un tempo breve, senza conoscere né il male né il bene che viene dagli dèi. Ma le Chere tenebrose ci stanno accanto, uno che ha come conseguenza la dolorosa vecchiaia, l'altro la morte. Il frutto della giovinezza è di breve durata, dura quanto la luce del sole si diffonde sulla terra. E quando la fine di questa stagione passa, subito la morte è migliore della vita. Perché molte sono le sofferenze che assediano il cuore. Talvolta a qualcuno svaniscono i beni e gli tocca una vita dolorosa e povera; a un altro, invece, mancano i figli e, desiderandoli moltissimo, scende sottoterra nell'Ade; un altro ancora viene colpito da una malattia che distrugge l'anima. Non c'è nessuno a cui Zeus non infligga una moltitudine di mali.


Commento a "Siamo come le foglie"

Paragonando la natura dell’uomo alle foglie, che crescono forti ma rapidamente cadono, il poeta avvia una dolorosa riflessione sulla condizione umana. La giovinezza, età felice e inconsapevole, dura un attimo: un duplice destino di vecchiaia e di morte attende l’uomo. Appena varcata la soglia della vecchiaia, è meglio per l’uomo morire piuttosto che vivere: la vecchiaia è solo foriera di mali. In un famoso passo dell’Iliade, il troiano Glauco e il greco Diomede rinunciano al combattimento, non appena scoprono di essere legati da vincoli di ospitalità. Nel dialogo fra i due compare la similitudine che costituisce l’intertesto di Mimnermo. La visione omerica è ben diversa da quella di Mimnermo. Il debito nei confronti dell’epos si intravede anche nel seguito del componimento; la menzione delle Chere, detentrici di un duplice destino di vecchiaia e di morte, richiama il passo dell’Iliade in cui Achille parla delle due sorti che lo conducono alla morte. Anche in questo caso l’ottimismo omerico è ribaltato: la gloria e la lunga vita si mutano in morte ed ancor peggio in vecchiaia. Dunque, le reminiscenze omeriche costituiscono solo lo spunto per affrontare i temi che più stanno a cuore al poeta di Colofone: la fugacità della giovinezza, durante la quale l’uomo vive in una dimensione di gioia e di incoscienza, e l’incombere della vecchiaia, che costringe l’uomo ad una vita desolata e squallida.

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