L'arbitrato
Nel primo atto il servo Onesimo rivela che il suo padrone Carisio aveva lasciato la moglie Panfila ed era andato a convivere con la flautista Abrotono. La moglie, infatti, aveva partorito un figlio e lo aveva poi abbandonato, per cui si sente tradito. Probabilmente c’è l’esposizione dell’antefatto: alcuni mesi prima, durante le feste Tauropolie, Carisio ubriaco aveva violentato una ragazza, Panfila, che poco dopo avrebbe sposato. Panfila era rimasta incinta e abbandonò il figlio ritenuto illegittimo, lasciandogli diversi segni di riconoscimento tra cui l’anello caduto al violentatore.Nel secondo atto il pastore Davo ha trovato il bambino abbandonato ma, non potendo adottarlo, lo cede al carbonaio Sirisco la cui moglie ha appena perso un bambino. I due uomini litigano per il possesso degli oggetti del neonato: per il carbonaio sono proprietà del bambino mentre per il pastore gli oggetti sono un compenso per il ritrovamento. Decidono allora di prendere un passante per giudicare la situazione. Il passante è il vecchio Smicrine che dà ragione al carbonaio. Sminicrine però non sa che il bambino è suo nipote visto che è il padre di Panfila. Onesimo incontra Smicrine e riconosce tra gli oggetti del bambino l’anello del padrone e intende riportarglielo. Nel terzo atto Abrotono apprende da Onesimo che l’anello era stato perso da una fanciulla alle Tauropolie dopo uno stupro. La donna afferma di ricordare la ragazza stuprata e di poterla riconoscere e per fare ciò si fingerà la madre del bimbo per ottenere da Carisio la libertà e le nozze con lui. Nel quarto atto Smicrine prova a convincere la figlia al divorzio, spinto dal voler recuperare la dote della figlia, senza riuscirci. Abrotono si reca da Panfila e riconosce in lei la madre del bambino. La cortigiana non sa se essere onesta o tacere ma alla fine dirà la verità. La donna, poi, restituisce il figlio alla madre rivelandole che il padre è Carisio che, nascosto, aveva sentito il dialogo tra padre e figlia e ora si sente colpevole. Abrotono rivela tutto e il giovane si abbandona alla gioia. Nel quinto atto Smicrine viene per portare via con sé la figlia ma Onesimo gli comunica che ha un nipotino. Qui la commedia si interrompe ma probabilmente si chiudeva con la riconciliazione tra i due coniugi e la libertà di Abrotono.