Definizione del termine “elegia”
L’elegia è un particolare genere letterario caratterizzato dall’uso di un determinato metro, chiamato distico elegiaco, costituito da una successione di due versi di diversa lunghezza, un esametro e un pentametro.
Alcuni lessicografi antichi, collegando il termine con il sostantivo elegos, attestato per la prima volta nel V secolo a.C. in alcune opere teatrali per indicare il “canto funebre”, ipotizzarono una derivazione dall’espressione “dire ahi ahi”, cioè “lamentarsi”.
Pertanto ritennero che l’elegia inizialmente indicasse solo il canto intonato per i riti funebri. L’ipotesi, che ha avuto grande fortuna nei secoli, non è tuttavia convincente. È più verosimile supporre, come già fecero i grammatici antichi, che l’unico elemento distintivo dell’elegia fosse il metro. Fra l’altro il neutro elegheion compare nel V secolo a.C. per indicare il pentametro o l’intero distico. Probabilmente il termine “elegia” deriva dal frigio e indica lo strumento con cui si accompagnavano i componimenti elegiaci (in
greco aulòs). La duttilità musicale dell’aulòs rendeva l’elegia idonea ad esprimere una varietà di temi: parenesi di guerra, la riflessione esistenziale, l’amore, la politica, il lamento funebre, la poesia didascalica; soprattutto quest’ultima traeva vantaggio anche dal metro.