simone.scacchetti
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Concetti Chiave

  • Voltaire's "Candide" is influenced by the Lisbon earthquake, highlighting optimism amidst adversity.
  • The story's conclusion, "Il faut cultiver notre jardin," emphasizes self-improvement and personal growth.
  • Discussions with a Turkish philosopher and a serene old man reveal perspectives on work and life's purpose.
  • Candide's reflection on work as a remedy for boredom, vice, and need underscores his philosophical evolution.
  • The narrative advocates for understanding and nurturing one's inner qualities to achieve a fulfilling life.

Quando Voltaire scrive Candide ou l’optimisme, è probabilmente impressionato dal terremoto che ha distrutto Lisbona. Nonostante accadano controversie, nonostante la presenza del male, Candido deve riuscire a vedere il mondo che lo circonda con ottimismo.
L’estratto chiude l’opera di Voltaire ed è intitolato “Il faut cultiver notre jardin”. Troviamo dunque i protagonisti della vicenda, e questi sono Candido, Pangloss e Martin, che decidono di chiedere al derviscio, uno dei migliori filosofi della Turchia, per quale ragione l’uomo, animale così stravagante, sia stato formato. Ma il derviscio, con disinteresse e freddezza, suggerisce di tacere, poiché non importa ragionare, come vorrebbe invece fare Pangloss del migliore dei mondi possibili, dell’origine del male, della natura dell’anima e dell’armonia perfetta.
I protagonisti, in seguito, incontrano un buon vecchio, che si stava rilassando immerso nella pace naturale. Questo si dimostra allo stesso modo disinteressato e disinformato su ciò che si fa a Costantinopoli. Ma, con cortesia, invita gli estranei a entrare in casa. Qui, il buon vecchio espone la sua concezione del lavoro come necessaria per allontanare i tre mali: la noia, il vizio e il bisogno.
Al ritorno, Candido comincia a riflettervi e chiede un parere agli altri. Pangloss afferma che le grandezze sono molto pericolose, d’accordo con le affermazioni di tutti i filosofi. Lo stesso Pangloss ha una concezione dell’uomo come individuo nato per il lavoro e non per il riposo. Allo stesso modo, Martino, afferma che l’unico modo per rendere la vita sopportabile è quello di lavorare senza ragionare.
Candido, a questo punto della narrazione, ripete la frase del buon vecchio: “il faut cultiver notre jardin”, ma con un senso diverso, non più solo letterale e quasi bucolico, ma filosofico. Infatti, segue l’enumerazione per asindeto di tutte le qualità delle donne e degli uomini che rendono la loro esistenza dignitosa nel momento in cui cominciano a coltivare se stessi, le proprie passioni, le idee, i sentimenti, le qualità: questo presuppone infatti una pre-conoscenza di se stessi, ed è necessaria. Per coltivare il proprio giardino bisogna dunque conoscerlo, scoprire quali sono i suoi pregi e quali sono i suoi punti deboli, mai per nasconderli, mai per truccarli, ma per esporli, per migliorarli, per perfezionarli. Solo in questo modo i giardini diventeranno verdi e rigogliosi, pieni di salute e di vita.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato della frase "il faut cultiver notre jardin" nel contesto di Candide?
  2. La frase "il faut cultiver notre jardin" assume un significato filosofico, suggerendo che per vivere una vita dignitosa, bisogna coltivare se stessi, le proprie passioni e qualità, conoscendo e migliorando i propri pregi e difetti.

  3. Come reagiscono i protagonisti alle riflessioni del derviscio e del buon vecchio?
  4. I protagonisti, dopo aver ascoltato il derviscio e il buon vecchio, riflettono sull'importanza del lavoro come mezzo per allontanare la noia, il vizio e il bisogno, concordando che la vita è resa sopportabile lavorando senza ragionare troppo.

  5. Qual è la concezione del lavoro secondo Pangloss e Martino?
  6. Pangloss e Martino condividono l'idea che l'uomo è nato per lavorare e non per riposare, e che il lavoro è essenziale per rendere la vita sopportabile, evitando di perdersi in ragionamenti inutili.

Domande e risposte