
Il lavoro che paga (meglio) è al Nord. Una realtà che emerge dall'Osservatorio AlmaLaurea sulle differenze retributive tra i laureati di primo e secondo livello. Nell'anno 2022 – periodo preso in esame dall'indagine – il vantaggio retributivo (a un anno dal titolo di laurea) di coloro che lavoravano al Nord era di oltre il 14% tra i laureati di secondo livello.
Un esempio di come nel nostro Paese il mondo del lavoro appaia sempre più frammentato.Ma c'è di più, molto di più. Dall'analisi emerge infatti come – a parità di condizioni – i giovani lavoratori del Mezzogiorno partano decisamente svantaggiati rispetto ai colleghi del Nord.
A un anno dal titolo al Nord si guadagna di più
A un anno dal conseguimento del titolo, il vantaggio retributivo degli occupati al Nord è evidente ed è pari a +7,6% tra i laureati di primo livello (percepiscono in media 1.350 euro rispetto ai 1.255 di quelli del Mezzogiorno) e a +14,2% tra quelli di secondo livello (1.388 euro rispetto ai 1.215 euro del Mezzogiorno). All'estero - dove il divario aumenta considerevolmente - addirittura, a un anno dal titolo, un laureato riesce a mettersi in tasca ben 1.750 euro, cifra che sale a 1967 euro tra i laureati di secondo livello.
E a cinque anni dal titolo?
Anche a cinque anni dal conseguimento del titolo le differenze vengono confermate, evidenziando il vantaggio retributivo degli occupati al Nord rispetto a quanti lavorano nel Mezzogiorno: tra i laureati di primo livello, lo stipendio medio è di 1.610 euro al Nord rispetto ai 1.427 euro del Mezzogiorno. Tra quelli di secondo livello, il divario tra Nord e Sud rimane sostanzioso, rispettivamente 1.703 e 1.508 euro. Chi lavora all'estero rimane ancora più avvantaggiato: la differenza di retribuzione è di oltre mille euro: ben 2.577 euro contro i 1.508 percepiti nelle regioni del Sud Italia.