
Così storie come quella di Cristina vanno raccontate, per ispirare tutti quelli che continuano a… strappare lungo i bordi. Perché Cristina a 30 anni aveva già intrapreso una brillante carriera nel marketing in Google, una delle aziende più ambite al mondo e i cui colloqui di selezione sono leggendari per la loro complessità. Eppure capita che inizia a coltivare la passione per la console da DJ fino a che… decide che il suo futuro lavorativo è nella musica, lasciando quindi un posto di lavoro sicuro e ambito come quello in Google. Ma cosa è accaduto nel mentre? Ecco il suo racconto a Skuola.net.
1. Per anni hai portato avanti due carriere parallele, lavorando in Google ma anche come DJ e producer di musica elettronica. Come hai fatto a conciliare questi due mondi?
All’inizio era relativamente semplice perché la musica per me era un hobby, e la trattavo quindi come tale, cercando di dedicarci il più tempo possibile ma senza esagerare. Ho iniziato a suonare in maternità e, una volta rientrata al lavoro, ho provato a portare avanti la musica con costanza, inizialmente suonando la notte in casa in cuffia mentre mia figlia dormiva, e man mano ritagliandomi sempre più tempo per produrre o per andare a suonare a eventi e nei locali. Ma negli ultimi due anni, la mia carriera da DJ è cresciuta bene, al punto di avere quasi tutti i weekend impegnati e diversi tour in giro per il mondo. Mi sono quindi ritrovata a dover conciliare un lavoro full time in Google, con l’essere mamma e la musica. L’ultimo anno l’ho passato ad usare le mie ferie per viaggi musicali, e ammetto che ho avuto davvero poco tempo per riposarmi nel weekend o stare con mia figlia. Contrariamente a quanto molti penseranno leggendomi, per me a livello fisico era gestibile perché la musica per me è una grande fonte di energia e, seppur richieda di viaggiare molto e suonare a orari disparati, per me è anche sinonimo di relax. Tuttavia, nell’ultimo periodo sentivo che per continuare a crescere nella musica e dedicare più tempo a mia figlia, fosse necessario fare un compromesso da qualche parte. È anche per questo che ho recentemente deciso di lasciare Google e dedicarmi solamente alla musica.
2. Google è una di quelle aziende in cui tanti vorrebbero lavorare sotto tanti punti di vista. Cos'è che ha reso la tua esperienza in questa azienda speciale e che pensi che ti abbia arricchito anche come professionista in ambito musicale?
Confermo, Google è una di quelle aziende dove si vuole fare esperienza. Sei sempre circondato da persone in gamba, con uno spirito imprenditoriale e tanta voglia di fare; e se ti capita di lavorare sul marketing di prodotto, come facevo io, hai la possibilità di vedere l’impatto del tuo lavoro, con prodotti utilizzati ogni giorno da migliaia di persone. Negli ultimi anni in Google ho gestito un programma che si chiama Italia in Digitale, che ha formato milioni di aziende e persone sulle competenze digitali - un impatto vero e che mi rendeva molto orgogliosa! Una cosa che mi ha particolarmente formato in Google è la grande attenzione allo sviluppo professionale e personale dei dipendenti. Nel mio caso specifico, ho potuto seguire dei corsi di music production parzialmente finanziati da Google e sono diventata facilitator di #IamRemarkable, un workshop che ha l’obiettivo di aiutare le donne e i gruppi sottorappresentati a diventare più disinvolti nell’autopromuoversi. Sono tutte iniziative che mi hanno aiutato, sia da un punto di vista tecnico che sul fronte comunicativo, anche come artista. Inoltre, Google è sempre stata estremamente supportive della mia passione e non mi sono mai sentita sotto pressione per stare provando a perseguire il mio sogno musicale. Anzi: mi è capitato di fare delle call di lavoro mentre ero in tour a Goa, Dubai o in Sudamerica; la mia manager e i miei colleghi sono più volte venuti a sentirmi all’Hi e ad altre serate; e inoltre, lavorando da remoto riuscivo a gestirmi le giornate in maniera relativamente sana, con piccole pause quando necessario. E per questo ringrazio Google, che mi ha sempre spinto a perseguire i miei obiettivi personali, al di là di quelli professionali. Ricordo un giorno il CEO di Google, Sundar Pinchai, inviò una mail a tutti i Googlers del mondo, durante il periodo delle olimpiadi. Sundar ringraziava pubblicamente i Googlers che erano a Tokyo a competere nelle olimpiadi, e subito pensai “allora non sono l’unica ad avere un hobby strutturato come side activity... e anzi, con la mia attività da DJ non sono certo paragonabile ai campioni olimpionici!”. Sono quindi stata molto fortunata a lavorare in un’azienda che mi abbia permesso di vivermi la musica come una passione da coltivare in maniera sana, senza paura di sentirmi giudicata per stare facendo anche altro.
3. Un ambito passionale come quello della musica può trasformarsi in un ambito lavorativo? E se così fosse, come?
È esattamente quello che sta succedendo a me. Quello che è iniziato come hobby, col passare del tempo è diventato un lavoro che ora sto seguendo a tempo pieno. Non nascondo che per arrivare a certi livelli occorre lavorare sodo e, come succede per qualsiasi tipo di start up agli inizi, un certo investimento. Io ho investito tantissimo tempo nel perfezionare la tecnica di mixing, nel ricercare musica nuova, nella produzione musicale e ultimamente anche nella creazione di contenuti per i social. Se la comunicazione viene fatta bene, e soprattutto se la musica è prodotta con costanza ed è di qualità, i risultati arriveranno. Bisogna avere pazienza e determinazione, perché è un’industria dove conta molto differenziarsi, coltivare le relazioni e soprattutto non fermarsi mai. Ma con un mix di talento, passione, professionalità e determinazione (e perché no, anche un po’ di fortuna) sì, è possibile trasformare questo ambito da hobby a lavoro.
4. Hai iniziato a suonare come DJ durante la maternità e sin da allora hai portato avanti due lavori benché fossi mamma. Che consiglio vuoi dare ai giovani che si apprestano ad entrare nel mondo del lavoro, sul come bilanciare vita professionale e personale?
Diciamo che io sono sempre nata come “mamma DJ”: ero già mamma quando ho iniziato a suonare, e questo è stato uno degli elementi che volevo mi caratterizzassero sin da subito. Per me è sempre stato importante sottolineare che io fossi una donna, moglie e madre. Il mio nome d’arte “Lazic” è il cognome di mio marito, a lui dedicato perché lui è stata la persona che, insieme alla mia amica Costanza, più ha spinto perché io mi dedicassi alla musica. Ma sono anche mamma, tant’è che nel mio rider da artista ho specificato che può capitare che viaggi con mio marito e mia figlia e che quindi, in tal caso, serva prenotare una stanza tripla anzichè doppia. Non voglio che la genitorialità rimanga nascosta, anzi penso che ci sia molto da fare per rendere l’industria più family friendly; è per questo che faccio parte del parenthood committee di shesaid.so, la community di donne dell’industria musicale, per aiutare i professionisti della music industry che sono genitori a sentirsi protetti e supportati. Nel mio piccolo, sto cercando di dare l’esempio che far vedere che unire vita professionale e personale è possibile, e anzi salutare. Anche per quanto riguarda Google, la work life balance è assolutamente promossa in azienda e io sono sempre stata molto attenta a mantenere un giusto equilibrio, cercando di supportare altri genitori con attività di supporto interne all’azienda (come la “bring your kids to work day”, che ti permetteva di portare i tuoi figli in ufficio per un giorno pieno di attività family friendly). Da ora in poi mi occuperò solo di musica, ma ho deciso di portare con me l’attenzione all'equilibrio lavorativo e familiare che ho visto in Google, anche nella musica.
5. Tanti giovani indecisi sul futuro spesso sacrificano l'aspirazione di lavorare nell'ambito di cui sono appassionati, privilegiando ambiti meno graditi ma più sicuri in termini occupazionali. Qual è la tua opinione a riguardo e cosa ti senti di consigliare loro?
In generale sono una persona molto pragmatica e penso che, mentre reputo importante seguire le proprie passioni, sia altrettanto importante valutare in che modo e in che momento farlo. Io ho 36 anni e non mi vergogno del fatto che sono diventata DJ a 30 anni e quando ero già mamma; l’aver iniziato a fare musica in un’età più avanzata secondo me mi ha permesso di applicare le capacità sviluppate in un mondo corporate, di avere una stabilità economica, e di avere anche un approccio più responsabile e maturo, alla musica. Penso che sia stato proprio questo uno dei punti di forza che mi ha permesso di crescere con un trend relativamente veloce. Suggerisco quindi di essere coraggiosi, ma con senno; di fare sempre scelte ponderate e di non essere precipitosi o impazienti, perché se uno costruisce le cose con metodo e pazienza, come io ho fatto negli ultimi 6 anni affiancando la professione da DJ a quella del mondo corporate, i risultati prima o poi arriveranno.
6. Hai una fonte di ispirazione a cui guardi per quanto concerne la tua carriera musicale?
La mia grande fonte di ispirazione come donna è Samantha Cristoforetti, ingegnera, aviatrice e astronauta con una curiosità degna di nota e che stimo tantissimo; è nota per viaggiare nello spazio, anche per mesi. Per seguire il suo sogno professionale viene aiutata dal marito nella gestione dei figli, e in generale penso che sia rimarchevole che abbia costruito una carriera eccellente nell’ambito STEM che è, storicamente, male dominated. In ambito musicale, una fonte d’ispirazione per me è Damian Lazarus, artista con cui collaboro da un paio d’anni. Damian ha fondato un’etichetta, Crosstown Rebels, che quest’anno festeggia il ventesimo compleanno e che ha fatto la storia del mondo della musica elettronica nelle ultime due decadi… e continua a farla, rimanendo sempre sulla cresta dell’onda. Damian è una persona di spiccata imprenditorialità e creatività, che ama far emergere nuovi talenti (cosa non banale nell’industria musicale) e che per questo stimo molto.
7. Se qualcuno che ci legge volesse seguirti nel tuo percorso musicale, come potrebbe?
Come canale di comunicazione principale utilizzo Instagram, potete trovarmi su questa piattaforma o ascoltare la mia musica su Spotify o Soundcloud! Mi piace leggere tutti i messaggi, quindi scrivetemi pure se vi interessa approfondire la mia storia o scambiarsi qualche opinione musicale!