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Abbandonare il mondo digitale per salire a bordo di un treno. Questa è esattamente la scelta controcorrente di Luca (nome di fantasia), un giovane sviluppatore informatico che ha lasciato la sicurezza di un lavoro nel codice per cambiare vita e diventare macchinista, cioè la la persona che guida il treno lungo una rete ferroviaria, trasportando merci o passeggeri.
In un'era in cui tutti sembrano puntare verso l'innovazione tecnologica, Luca ha optato per un percorso completamente diverso. Cosa lo ha spinto a fare questo salto? Ne è valsa la pena? Di certo la visione è soggettiva, e Luca dimostra di essere a suo agio nei suoi nuovi panni.
Noi di Skuola.net abbiamo avuto l'opportunità di parlare con lui e scoprire i motivi dietro la scelta di rivoluzionare le sue prospettive lavorative.
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Oggi il macchinista dei treni fa parte di quei mestieri in cui si fa fatica a trovare personale. Perché hai scelto questo mestiere? Cosa ti attrae di più?
"Quello che mi attrae di più di questo mestiere è la sua atipicità: parlo sul serio quando dico che in questo lavoro ogni giorno è diverso per turni, mezzi, condizioni atmosferiche, colleghi e passeggeri che incontri. La cosa incredibile è questa atipicità non svanisce con il tempo e con l'esperienza e me l'hanno potuto confermare macchinisti più anziani. A mio parere, è una peculiarità molto difficile da trovare nella maggior parte dei lavori che si svolgono oggigiorno."
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Tu non eri disoccupato, lavoravi come sviluppatore: uno di quegli ambiti in cui i lavoratori vengono spesso contesi e gli stipendi sono molto più alti rispetto alla media italiana. Come mai hai deciso di cambiare vita?
"Dopo un po' di anni da sviluppatore, lavoro che mi è sempre piaciuto fare, penso che sia nata dentro di me una voglia di cambiamento, anche di stile di vita. L'opportunità di lavoro che mi si è presentata con la sua atipicità e la quantità di responsabilità hanno fatto il resto."
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Gli sviluppatori lavorano spesso in full remote. Il lavoro da macchinista è, al contrario, necessariamente, 100% in presenza (almeno fino ad oggi). Questo aspetto ha avuto un qualche peso nelle tue scelte?
"Di questo posso parlare per esperienza personale dato che ho lavorato in full remote. Inizialmente l'idea di tornare in presenza 100% non mi entusiasmava, avendo vissuto anche questa tipologia di lavoro. Dopo essermi buttato in questo mestiere, mi sono accorto che probabilmente il lavoro full remote non faceva per me; la vita del macchinista è, a mio parere, molto stimolante. Voglio però sottolineare che si tratta di un aspetto totalmente soggettivo: altre persone si trovano benissimo a lavorare in modalità full remote o ibrido."
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La tua famiglia è più contenta del mestiere attuale o di quello precedente?
"La mia famiglia era titubante tanto quanto me, trattandosi di un cambio di rotta da un "lavoro del futuro" a un lavoro che può essere considerato "del passato". Nonostante questo, la mia famiglia era felice che fossi abbastanza stabile lavorativamente in entrambi i lavori a questa età."