
C’è chi vuole continuare a studiare e chi, invece, si sente pronto a entrare nel mondo del lavoro. Dopo il diploma, ogni scelta è legittima. Ma quali sono oggi le strade più promettenti?
A fare un po’ di chiarezza è stata il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, che qualche settimana fa ci è venuta a trovare per partecipare al nostro vodcast "10 domande".
In uno dei passaggi dell'intervista le abbiamo chiesto qualche consiglio per gli studenti che si sono appena diplomati. Ed ecco quello che ci ha detto.
“Guardate tutte le facoltà STEM, guardate gli ITS”, consiglia, perché oggi più che mai bisogna scegliere tenendo d’occhio non solo le passioni personali, ma anche ciò che il mercato del lavoro sta cercando.
Ma attenzione: non esistono percorsi “di serie B”. Anche il diritto, l’economia e le professioni tecniche sono in piena evoluzione.
Ecco cosa ha detto il Ministro, punto per punto, tra numeri, consigli e scenari futuri.
@skuolanet ▶ Guarda l'intervista completa sul nostro canale YouTube: Cosa scegliere dopo il diploma di Maturità? Ecco cosa consiglia Marina Calderone, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. Il ministro è passato qualche settimana fa da Skuola.net per partecipare al nostro vodcast "10 domande" e parlare con noi del futuro dei giovani: scuola, lavoro, orientamento. Una chiacchierata super utile se stai decidendo cosa fare dopo il diploma. Ecco cosa ci ha detto Se provieni da un percorso di formazione professionale, sappi che funziona perchè il 75% dei ragazzi trova lavoro dopo il diploma e ben il 25% sceglie di continuare a studiare, anche all’università. E va benissimo così: ognuno ha il suo percorso, l’importante è seguire quello giusto per te. Se invece sei più indeciso, occhio a questi settori che offrono tante opportunità e sono in continua evoluzione, come: Le facoltà STEM (scienza, tecnologia, ingegneria, matematica) Gli ITS, ovvero scuole ad alta specializzazione molto vicine al mondo del lavoro Anche l’area giuridico-economica, che si sta trasformando con l’arrivo del digitale e ha sempre più sbocchi E no, studiare giurisprudenza non vuol dire per forza diventare un avvocato “classico”, perchè ci sono tante strade: diritto informatico, proprietà intellettuale, diritto internazionale… La verità? Non esistono più lavori “fissi” per tutta la vita (shock): le professioni cambiano con il mondo, e chi lavora oggi deve essere pronto ad adattarsi, aggiornarsi, reinventarsi. Insomma, non devi per forza sapere tutto subito, però puoi cominciare a farti domande, informarti, esplorare, perché il futuro non è una destinazione, è un percorso E se vuoi vedere l'intervista completa, vai sul nostro canale YouTube
suono originale - Skuola.net
Indice
Il successo della formazione professionale: “Il 75% trova subito lavoro”
C’è un dato che, da solo, sposta la prospettiva: il 75% degli studenti che frequentano un corso di formazione professionale trova lavoro, mentre il restante 25% decide di continuare a studiare.
Se spesso l’università viene vista come unica strada legittima, questa proporzione racconta una realtà diversa, concreta, tutt’altro che residuale. Insomma, chi esce da un percorso professionalizzante, spiega Calderone, “ha la possibilità o di andare a lavorare, perché troverà sicuramente un’azienda che gli chiederà di farlo, oppure, ovviamente, di proseguire il percorso”.
Università e lavoro: perché guardare a STEM e ITS
Il mercato, nel frattempo, continua a fornire indicazioni importanti. E tra le parole chiave spiccano le STEM – Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Matematica – e i percorsi ITS, gli Istituti Tecnici Superiori.
Calderone è netta su questo punto: “Guardate tutte le facoltà STEM, guardate gli ITS”, perché sono “percorsi formativi molto interessanti e soprattutto innovativi” e “hanno una diretta correlazione col mondo del lavoro”. Tradotto: chi li sceglie, spesso non deve nemmeno aspettare la laurea per ricevere proposte concrete.
Non è solo una questione di sbocchi immediati, ma di attualità: sono questi i settori su cui si stanno giocando le trasformazioni più profonde – dal digitale alla transizione ecologica, dall’intelligenza artificiale all’automazione. Chi li padroneggia, ha una marcia in più.
Giurisprudenza ed Economia: non è (più) il solito film
In un panorama dominato dal mito delle STEM, c’è però un’altra galassia da cui continuano ad arrivare segnali forti: le facoltà giuridiche ed economiche.
Anche queste, dal punto di vista dell'innovazione e del mercato del lavoro, “sono estremamente interessanti”, conferma Calderone. Perché? Semplice, in quei mondi che un tempo sembravano granitici, oggi le regole del gioco stanno cambiando. E “anche nell’ambito dell’avvocatura le specializzazioni sono tantissime”, spiega ancora il Ministro.
A farsi spazio sono temi come la proprietà intellettuale, il diritto d’autore, la governance digitale, fino al diritto internazionale e commerciale. In un mondo globalizzato, digitale e iperconnesso, sapere di diritto conta ancora: ma bisogna saperlo in modo nuovo.
Il mondo del lavoro cambia: chi lavora deve cambiare con lui
Se c’è un filo conduttore che attraversa tutto il ragionamento del Ministro, ovvero: le professioni non sono più entità fisse, ma sistemi in continuo movimento. Le sue parole sono chiare: “Le professioni non sono qualcosa di statico, perché sono strettamente collegate col mondo”. E il mondo – lo sappiamo – cambia in fretta.
Ecco perché scegliere cosa fare dopo il diploma significa anche chiedersi dove sta andando il mercato, quali competenze saranno ancora rilevanti fra cinque o dieci anni, e in che modo aggiornarsi lungo la strada.
“Anche chi sceglie di fare un’attività professionale - sottolinea il Ministro - deve sapere che deve guardare a ciò che richiede il mercato del lavoro in termini di professionalità”. Come a sottolineare: la passione è importante, ma a volte non basta. Serve anche consapevolezza.