
Nel nuovo episodio di #Sapevatelo, il vodcast di Skuola.net che esplora temi vicini ai giovani, si parla di uno dei momenti più delicati e decisivi nel percorso professionale: il colloquio di lavoro. A raccontarci cosa fare – e cosa no – è Carlotta Cicala, HR Administration Specialist di Skuola.net, che ogni giorno seleziona e incontra candidati.
Indice
Da dove si parte quando si viene chiamati a colloquio?
“Oggi andiamo a vedere come, una volta inviato il curriculum, una volta in cui abbiamo fatto buona impressione, come superare un colloquio. Da dove si parte? Sicuramente si parte da un buon setting o un buono standing in base al tipo di colloquio che svolgerete. Quindi sicuramente se svolgete un colloquio telefonico oppure un video colloquio cercate un buon setting, quindi un posto comodo in cui abbiate modo di parlare e in cui non abbiate fretta di dover andar via.”
Il look è davvero così importante?
“Non c'è un dress code per un colloquio, ovviamente. Cercare di presentarsi al meglio, il che non vuol dire, insomma, mettersi in un vestito da sera, ma semplicemente anche un outfit che ritenete comodo e che vi rispecchi soprattutto." sottolinea l'esperta, aggiungendo poi "Ci sono delle aziende che richiedono uno standing più formale, ma vi spiegano come dovete vestirvi, e altre invece in cui non c'è un dress code, quindi si può anche optare per un casual friday ogni tanto e andare in jeans e scarpe da ginnastica.”
Come riconoscere un colloquio rispettoso?
Anche chi seleziona ha delle responsabilità. “Il recruiter deve ricordarsi che si è trovato anche lui in un momento della sua vita dall'altro lato della scrivania, quindi sicuramente mostrare empatia, che è una delle caratteristiche fondamentali per essere un recruiter, e cercare di immedesimarsi nel candidato."
Mentre dal punto di vista del candidato, Cicala osserva "ricordarsi che si ha una dignità. Il recruiter deve mostrare rispetto nei confronti della persona che ha davanti, innanzitutto per il tempo che gli sta dedicando. Anche se si tratta di una mezz'ora in cui cerchi di conoscere il più possibile di quella persona, ti ha dedicato del tempo per essere presente al colloquio.”
Quali qualità valorizzare se sei alle prime esperienze?
Per chi si affaccia per la prima volta nel mondo del lavoro, l’autenticità è la chiave. “Secondo me la cosa importante per chi si affaccia ai colloqui, è la trasparenza. Evitare di mandare CV a tutte le aziende, ma cercare di focalizzarsi su un certo numero, su un certo settore, per poter approfondire la conoscenza di determinati ambiti, determinate competenze. Spiegare perché si è lì, spiegare cosa si vuole fare, dove si vuole andare. Perché poi tanti recruiter, cercano di capire se la persona che stanno colloquiando è potenzialmente una persona che rimarrà in azienda."
Dalla prospettiva del candidato, l'HR consiglia: "Schiaritevi le idee, cercate di capire prima dove volete andare, cosa volete fare. Se pensate che l'azienda a cui vi state proponendo e che vi ha chiamato non è un'azienda che fa per voi, scrivetelo in maniera chiara al recruiter, perché evitate voi una perdita di tempo e l’azienda stessa una perdita di tempo.”
Autocandidature: vale la pena?
“Non c'è mai un momento giusto per inviarle. Fondamentalmente l'autocandidatura è un tentativo che si può fare sicuramente. Se seguite un'azienda in particolare che vi piace, sulla quale avete messo gli occhi e volete provare ad entrarci, tenetela d'occhio, tenete d'occhio il job posting, tenete d'occhio LinkedIn. Ogni azienda ha una sezione sul loro sito, ‘lavora con noi’, e c'è anche spazio per le autocandidature. In quel caso forse la lettera motivazionale è indispensabile.”
Cosa chiedere (e cosa evitare) durante un colloquio?
“Quando stiamo facendo un colloquio di lavoro non ci sono domande scomode. Dipende sempre dal modo di porsi e da come si pongono le domande e anche dalla fase della candidatura in cui si è. Ad esempio, durante un colloquio conoscitivo, dopo dieci minuti che parli con un recruiter, non chiedere subito ferie e permessi. Ma durante un colloquio finale, quando hai già superato due o tre step di selezione, in quel caso si può cominciare a chiedere anche."
Carlotta Cicala sottolinea che "è buona norma fare delle domande da parte dei candidati perché mostra anche interesse. Magari si vuole sapere di più sulla cultura aziendale. Fate delle domande anche puntuali e contestualizzate, sulla cultura aziendale, sul numero dei dipendenti, sui programmi attivi, sul welfare. Insomma, qualcosa che comunque sia legato all'azienda, su cui dovete prepararvi, perché è un punto in più, un punto a favore.”
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