Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • La particella "ne" in italiano può avere valore avverbiale o pronominale, sostituendo espressioni come "di lui", "di essa", o "di ciò".
  • "Ne" si colloca generalmente davanti al verbo, ma si pospone all'infinito, gerundio e imperativo.
  • Quando unita a un'altra particella pronominale, "ne" occupa la seconda posizione nella frase.
  • In alcuni casi, "ne" può conferire un significato particolare ai verbi, come in "aversene a male" o "valerne la pena".
  • Il "ne" può risultare pleonastico, specialmente nel linguaggio parlato, servendo a volte come elemento rafforzativo.

Particella “ne” in italiano

La particella “ne” può avere valore avverbiale o pronominale.
Può essere considerata come la forma invariabile di un pronome che ha funzione di complemento di specificazione, argomento e di complemento di partizione. In questi casi, se riferito a persone, sostituisce di lui, di lei, di loro. Se riferito a cose, sostituisce di esso, di essa, di essi, di esse.

Esempi:
• Sono stato a far visita al mio amico: ore te ne descrivo la casa (= ti descrivo la casa di lui)
• Ecco il libro che Maria mi ha regalato: ne ho già letto tre capitoli (= ho già letto tre capitoli di esso)
• Vedo che hai visitato il Louvre; perché non me ne parli? (= perché non mi parli di esso? – argomento)
• Vuoi del caffè? Grazie, ne prendo una tazza (= prendo una tazza di esso –partitivo)
• Volete ancora della marmellata? Non ne vogliamo più (Non vogliamo più di essa – partitivo)
Spesso sostituisce un’espressione neutra, con valore “di ciò”.

E in questo caso può riferirsi ad un’intera frase o ad un concetto
Esempio:
• Dici la verità? Ne dubito (= Dubito di ciò – Dubito che tu dica la verità)
Dove si colloca “ne” all’interno della frase?
Di solito essa occupa lo stesso posto dei pronomi atoni, cioè davanti al verbo.
• Non ne posso più
• Hai del danaro? Io non ne ho più (in questa frase il “ne” ha valore di partitivo)
All’infinito, al gerundio e all’imperativo, il “ne” si pospone.
• Prendi questi oggetto e fanne ciò che vuoi!
• Avendone parlato ai suoi genitori, ora egli si sente più sollevato.
Nel caso in cui la particella “ne”si trovi unita ad un’altra particella pronominale, il “ne” si pone sempre in seconda posizione.
Esempi:
• Me ne vado.
• Non te ne faccio una colpa.
• Vedi queste mele? Voglio dartene qualcuna
• Non ce ne ha voluto parlare
Se unita con ad alcuni verbi di senso comune, conferisce a questi ultimi un significato particolare
Esempi:
• aversene a male (= restarci male) – volerne (provare risentimento verso una persona) – valerne la pena( essere vantaggioso fare qualcosa)
Nel linguaggio parlato può succedere che il “ne” sia usato di sproposito o che finisca addirittura per essere pleonastico
Esempi:
• Ne ha di soldi, il tuo amico! (= Il tuo amico ha molti soldi)
• In questi giorni, ne abbiamo sentite di belle. (= in questi giorni abbiamo sentito delle da non crederci)
• Che cosa me ne faccio del tuo aiuto? (= Il tuo aiuto non mi serve)
• Di ciò ne abbiamo parlato troppo (in questo caso è veramente pleonastica e va eliminata, soprattutto nella lingua scritta.
Il “ne” può avere anche un valore avverbiale, riferito ad un luogo
• Ne sono fuggito = Sono fuggito di lì, da quel luogo
Di solito, in questo caso, il “ne” si accompagna con un pronome personale atono: andarsene, allontanarsene, separarsene.
Anche in questi casi, è frequente che il “ne” abbia un valore pleonastico. Infatti, Me ne vado via = Vado via, e il “ne” è una ripetizione del tutto inutile, anche se serve da rafforzativo. Infatti, se voglio dire che non ho nessuno e che sono isolato da tutti, posso scrivere: “Sto solo”, ma dicendo “Me ne sto solo”, il rafforzamento contribuisce a conferire maggiore incisività alla frase.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la funzione principale della particella "ne" in italiano?
  2. La particella "ne" può avere valore avverbiale o pronominale, sostituendo espressioni come "di lui", "di lei", "di esso", e può indicare complemento di specificazione, argomento o partizione.

  3. Come si posiziona la particella "ne" all'interno di una frase?
  4. Di solito, "ne" si colloca davanti al verbo, come gli altri pronomi atoni, ma si pospone all'infinito, al gerundio e all'imperativo.

  5. Cosa succede quando "ne" si unisce ad altre particelle pronominali?
  6. Quando "ne" si unisce ad altre particelle pronominali, si pone sempre in seconda posizione, ad esempio in frasi come "Me ne vado" o "Non te ne faccio una colpa".

  7. In quali casi "ne" può risultare pleonastico?
  8. "Ne" può risultare pleonastico nel linguaggio parlato, quando non aggiunge significato alla frase, come in "Ne ha di soldi" o "Di ciò ne abbiamo parlato troppo".

  9. Qual è il valore avverbiale della particella "ne"?
  10. Il valore avverbiale di "ne" si riferisce a un luogo, indicando provenienza o allontanamento, come in "Ne sono fuggito", e spesso si accompagna a pronomi personali atoni.

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