Concetti Chiave
- L'immigrazione è descritta attraverso l'immagine di un'isola di plastica nel mare, simbolo dell'adattamento dei pesci a vivere tra i rifiuti umani.
- La plastica galleggiante rappresenta l'ultimo legame di un bambino siriano, iracheno o iraniano con la sua terra d'origine, riflettendo il trauma della guerra.
- Il testo evoca la disperazione di un bambino costretto a lasciare la sua casa, in fuga dai suoni di guerra e dalla distruzione.
- I migranti attraversano il mare con la speranza di trovare accoglienza e un futuro migliore, ma molti affrontano il pericolo di naufragare.
- Il contenuto esprime un forte rifiuto delle guerre, viste come portatrici di morte e distruzione senza alcun beneficio per l'umanità.
L'immigrazione
Lì in mezzo al mare c'è un isola di plastica; forse i pesci si sono evoluti fino a creare la loro casa con materiali che le fabbriche scaricano nel mare. Chissà quanta plastica si trova nei fondali chissà quanta plastica si trova nei fondali marini, credo che i pesci possono costruire intere città e soddisfare tutte le loro esigenze.
Quelli soletta potrebbe essere anche l'unico gioco di un bambino siriano, iracheno o iraniano che è scappato dalla guerra e quello era il suo ultimo ricordo della sua terra o della sua famiglia.
Quel poveretto ha viaggiato per giorni e notti in mare nella speranza di arrivare sulla terraferma ed essere accolto come un bambino qualunque e non di essere isolato. Altri migranti sperano di trovare lavoro in Italia e guadagnarsi da vivere. Ma non tutti ce l'hanno fatta e sono morti nei naufragi insieme alle loro speranze e loro sogni che non si avvereranno mai.
Io non capisco e non capirò mai perché devono esistere le guerre; portano soltanto morte, distruzione e non fanno bene a nessuno.