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La Divina Commedia di Dante Alighieri: introduzione e struttura dell’opera
La Divina Commedia di Dante Alighieri è una delle più importanti opere di letteratura a livello internazionale. L’opera è stata scritta in un periodo compreso tra il 1307 e il 1321, anno della morte dello scrittore. Dante Alighieri ha riferito che il titolo iniziale non era Divina Commedia bensì “Comedìa”.
La Divina Commedia è suddivisa in tre cantiche: Inferno, Purgatorio e Paradiso. Ciascuna delle tre cantiche è costituita a sua volta da 33 canti, fatta eccezione per l’Inferno che comprende 34 canti, di cui uno costituisce il proemio dell’opera. La Divina Commedia è scritta in terzine di endecasillabi, a rime incatenate, con schema ritmico ABA BCB CDC.
La Divina Commedia narra il viaggio immaginario di Dante Alighieri, che attraversa l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso. Il suo viaggio inizia il Venerdì Santo dell’8 aprile del 1300 e dura 7 giorni. Si tratta di un viaggio verticale, che parte dal basso, cioè dall’Inferno, per giungere fino all’alto, cioè al Paradiso.
La Divina Commedia è contraddistinta da un importante aspetto di simmetria nell’utilizzo delle parole e nella scelta dei numeri. Per quanto riguarda i numeri, vi sono alcuni numeri che assumono un ruolo importante, quali il 3, il 7 e il 9. In effetti, l’opera è suddivisa in 3 cantiche costituite da 33 canti, più un proemio, per un totale di 100 canti. Inoltre, ricordiamo che l’intero viaggio di Dante Alighieri dura 7 giorni. I numeri assumono un ruolo centrale anche nella descrizione di Inferno, Purgatorio e Paradiso, infatti:
- Dante descrive l’Inferno come suddiviso in 9 cerchi e suddivide i dannati in 3 sezioni;
- Il Purgatorio, invece, è diviso in 7 cornici;
- Infine, il Paradiso è diviso in 9 cieli.
Per quanto riguarda invece la simmetria nella scelta delle parole, notiamo che tutte e tre le cantiche si concludono con la stessa parola, cioè “stelle”:
- La cantica dell’Inferno si conclude con la frase: “E quindi uscimmo a riveder le stelle”;
- La cantica del Purgatorio si conclude con la frase: “Puro e disposto a salire alle stelle”;
- Infine, la cantica del Paradiso si conclude con la frase “L’amore che move il sole e l’altre stelle”.
Una delle principali caratteristiche stilistiche della Divina Commedia è il cosiddetto “plurilinguismo dantesco” vale a dire la variazione della tipologia di linguaggio a seconda del luogo. Nello specifico, per riferirsi ad una persona anziana, viene utilizzato il termine “vecchio” nell’Inferno; “veglio” nel Purgatorio; “sene” nel Paradiso.
Per approfondimenti sulla vita di Dante Alighieri vedi anche qua
La descrizione dell’Inferno dantesco nella Divina Commedia
Dante Alighieri descrive l’Inferno come una enorme voragine sotterranea, che è stata provocata da Lucifero, situata sotto la città di Gerusalemme. L’Inferno è suddiviso in 3 parti: anti-inferno, alto-inferno e basso inferno. Ritroviamo quindi una struttura verticale, tale per cui all’estremità più alta vi sono i dannati che hanno commesso i peccati meno gravi, fino a raggiungere l’estremità più bassa della voragine, dove troviamo Lucifero. Come abbiamo precedentemente accennato, l’Inferno è suddiviso in 9 cerchi:
- Nel primo cerchio vi è il Limbo;
- Nel secondo cerchio troviamo i lussuriosi;
- Nel terzo cerchio vi sono i golosi;
- Nel quarto cerchio vi sono i prodighi e gli avari;
- Nel quinto cerchio troviamo gli iracondi e gli accidiosi;
- Nel sesto cerchio vi sono gli erotici;
- Nel settimo cerchio sono relegati i violenti, suddivisi a loro volta in tre gironi: i violenti contro il prossimo; i violenti contro se stessi; i violenti contro Dio.
- Nell’ottavo cerchio vi sono i fraudolenti;
- Infine, nel nono cerchio troviamo i traditori.
Tra i principali personaggi che Dante Alighieri incontra durante il suo viaggio nei meandri dell’Inferno ricordiamo: Caronte (che traghetta le anime dal vestibolo all'inferno); il cane Cerbero; Capaneo il bestemmiatore; Virgilio. Nello specifico, Virgilio è la guida di Dante nell’inferno e nel Paradiso terrestre. La scelta di includere questo personaggio ha una triplice motivazione. In primo luogo, Dante considera Virgilio un maestro. In secondo luogo, Virgilio è considerato un precursore del cristianesimo, sebbene sia stato un autore pagano. Infine, anche Virgilio ha narrato il viaggio di Enea – protagonista dell’Eneide – negli Inferi.
Per approfondimenti sulla Cantica dell’Inferno di Dante Alighieri vedi anche qua

La descrizione del Purgatorio e del Paradiso dantesco nella Divina Commedia
Il Purgatorio è suddiviso in Antipurgatorio e Purgatorio. Nell’Antipurgatorio, che si trova nella parte inferiore si trovano le anime che si sono pentite soltanto poco prima della morte. L’antipurgatorio è suddiviso in quattro schiere. Il Purgatorio in 7 cornici, che corrispondono ai sette peccati capitali, vale a dire: lussuria, accidia, gola, invidia, superbia, ira e accidia.
Infine, il Paradiso presenta una struttura circolare, costituita da 9 cerchi concentrici in espansione. I cerchi comprendono (procedendo dall’interno verso l’esterno):
- Il primo cielo (denominato Cielo della Luna) comprende gli angeli e gli spiriti mancanti ai voti;
- Il secondo cielo (denominato Cielo di Mercurio) comprende gli arcangeli e gli spiriti attivi per raggiungere fama e onore;
- Il terzo cielo (denominato Cielo di Venere) include i principati e gli spiriti che hanno amato gli altri;
- Il quarto cielo (denominato Cielo del Sole) include i potestà e i sapienti;
- Il quinto cielo (denominato Cielo di Marte) include le virtù, i martiri e coloro che durante la vita hanno combattuto per la loro fede;
- Il sesto cielo (denominato Cielo di Giove) comprende le dominazioni e le anime giuste;
- Il settimo cielo (denominato Cielo di Saturno) include i trani e le anime che si sono dedicate alla contemplazione;
- L’ottavo cielo (denominato Cielo delle stelle fisse) comprende i cherubini e le anime trionfanti;
- Infine, il nono cielo (denominato Primo mobile) comprende i serafini e i cori degli angeli.
Per approfondimenti sulla Divina Commedia di Dante Alighieri vedi anche qua