vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
PRIMA DECLINAZIONE Alla prima declinazione appartengono molti nomi femminili e pochi nomi maschili, nessun nome neutro. Essi presentano: Nominativo singolare in -ă Genitivo singolare in –ae
Particolarità Genitivo singolare in -AS (anziché in –ae). Il sostantivo familia accompagnato dai termini pater, mater, filius, filia, può presentare una forma più antica di genitivo in -AS. Es. pater familias, padre di famiglia mater familias, madre di famiglia filius familias, figlio di famiglia filia familias, figlia di famiglia Genitivo plurale in -UM (anziché in –arum). Si può trovare in: a) nomi di origine greca, come dracma, moneta, amphora, anfora, che accanto alle forme drachm-arum, amphor-arum, presentano la forma drachm-um, amphor-um; b) composti con i suffissi -cŏla, -gĕna, come caelicola, abitante del cielo, Graiugena, nato in Grecia. Accanto alle forme caelicol-arum, Graiugen-arum, si può trovare caelicol-um, Graiugen-um. Dativo e ablativo plurale in -ABUS (anziché in –is). I nomi femminili filia, figlia, dea, dea, liberta, schiava liberata, e nel linguaggio degli allevatori mula, la mula, equa, la cavalla, e-scono in -abus per distinguersi dai rispettivi maschili che escono in –is.
Es. fili-is et fili-abus, ai figli e alle figlie de-is et de-abus, aglidei e alle dee equ-is et equ-abus, ai cavalla e alle cavalle Esistono nomi comuni e nomi di città che hanno solo il plurale (pluralia tantum). Alcuni sono: divitiae, arum, la ricchezza Athenae, arum, Atene insidiae, arum, l’insidia Cannae, arum, Canne deliciae, arum, la delizia Syracusae, arum Siracusa Nutiae, arum, le nozze Pisae, arum, Pisa Esistono nomi che al singolare hanno un significato diverso dal plurale. Alcuni sono: copia, ae, abbondanza copiae, arum, truppe lettera, ae, lettera dell’alfabeto litterae, arum, missiva viglia, ae, veglia vigiliae, arum, sentinelle opera, ae, opera operae, arum, operai
SECONDA DECLINAZIONE La seconda declinazione comprende nomi femminili, maschili e neutri. All’interno della declinazione si possono distinguere tre gruppi: 1 GRUPPO: Fanno parte del primo gruppo tutti i sostantivi che hanno la desinenza del nomina-tivo in –US. Per la maggiore sono nomi maschili e qualche nome femminile, tra cui i nomi di pianta. Sono gli unici sostantivi che presentano il vocativo singolare con una terminazione diver-sa dal nominativo.
Particolarità I nomi di pianta generalmente sono femminili, i nomi di frutto generalmente sono neutri. Parole come virus, i, il veleno, pelagus, i, il mare, vulgus, i il volgo, sono di genere neutro sebbene abbiano terminazione in -us. Esse mancano totalmente del plurale. Il sostantivo locus, i, il luogo, i passi del libro, al singolare è sempre maschile, al plurale presenta sia il genere neutro, loca, orum, i luoghi,sia il genere maschile, loci, orum, i passi del libro.
TERZA DECLINAZIONE
La terza declinazione è caratterizzata dalla terminazione fissa in -IS del genitivo singolare.
I nomi della terza declinazione - ad altissima frequenza tra quelli latini - possono essere maschili, femminili e neutri.
Importante è la distinzione tra nomi:
-PARASILLABI -> con lo stesso numero di sillabe al nominativo e al genitivo singolare.
(Es. Amnis,-is; hostis,-is; navis,-is).
-IMPARASILLABI -> nomi che al genitivo singolare hanno una o due più sillabe rispetto al nominativo. (Es. Rex,regis; Consul,consulis; iter,itineris).
La terza declinazione si suddivide in 3 gruppi, a seconda dei sostantivi che ne fanno parte.
1 GRUPPO : Contiene i nomi imparasillabi con una sola consonante prima dell'uscita -is del genitivo.
2 GRUPPO : Contiene i nomi imparasillabi con due consonanti prima dell'uscita -is del genitivo e i nomi parasillabi.
3 GRUPPO : Contiene i nomi neutri che terminano al nominativo singolare in -E, -AL, -AR e hanno il genitivo singolare in -IS, -ALIS, -ARIS.
COME RISALIRE AL NOMINATIVO??
I sostantivi parasillabi hanno il nominativo in -IS o -ES
I sostantivi imparasillabi con:
- t/d davanti all'IS del genitivo -> cadono t/d -> nominativo in -E (aries, arietis)
- p/b davanti all'IS del genitivo -> restano p/d -> nominativo in -S (plebs, plebis)
- c/g " " " " -> c/g si fondono con s -> nominativo in -X (dux, ducis)
- r " " " " -> cade la r -> nominativo in -S (flos, floris)
QUARTA DECLINAZIONE Comprende sostantivi maschili, femminili e pochissimi neutri con il tema in -u. I nomi maschili e femminili seguono una stessa declinazione ed escono al nominativo singolare in -ŭs, mentre i neu-tri, che seguono una propria declinazione, escono al nominativo singolare in-ūs.
Particolarità Nel dativo e ablativo plurale alcuni nomi mantengono l’antica terminazione in -ŭbus. Essi sono: Sostantivi uscenti al nominativo singolare in -cus (eccetto porticus). Es. arcus, arcus, arco acus, us, ago lacus, lacus, lago quercus, us, quercia specus, us, spelonca Sostantivi: tribus, us, tribù; partus, us, parto; artus, us, membra Sostantivo portus ammette entrambe le forme in ĭbus e in -ŭbus. Il sostantivo domus segue in parte la quarta, in parte la seconda declinazione, in particolare quest’ultima per l’ablativo singolare e per l’accusativo plurale.
LA QUINTA DECLINAZIONE La quinta declinazione comprende pochi sostantivi, tutti femminili, tranne dies e meridies, maschili Escono al nominativo singolare in -ES e al genitivo singolare in -EI.
SUBORDINATA CAUSALE
La proposizione causale è una subordinata che esprime la causa dell'azione della sua reggente.
In latino essa va distinta in due tipi: la proposizione causale oggettiva e quella soggettiva. In ambe-due i casi, la proposizione è retta dalle congiunzioni quia, quod, quoniam, quandoquĭdem, quan-do, siquĭdem (è possibile trovare anche si quĭdem) o dalla locuzione prepositiva propterea quod, tutte traducibili come "poiché", "perché", "in quanto", "siccome".
CAUSALE OGGETTIVA
La proposizione causale oggettiva, detta anche "reale", esprime la vera e obiettiva causa dell'azione nella reggente, o anche la causa che l'autore ritiene sia vera. Va espressa con il modo indicativo, ed è introdotta da quod, quia, quoniam.
Es. «Volo Tulliam valere quoniam eam amo.»
«Voglio che Tullia stia bene perché la amo.»
(è la causa vera per lo scrit-tore).
«Lepus in nemore latet quia lu-pum timet.»
«La lepre si nasconde nel bosco perché teme il lupo.»
(è la causa ritenuta corretta dal-lo scrittore).
«In caelo fulmina sunt quia Iuppi-ter iratus est.»
«In cielo ci sono i fulmini perché Giove si è arrabbiato.»
(è la causa ritenuta vera dalla colle-tività).
CAUSALE SOGGETTIVA
La proposizione causale soggettiva, o anche "obliqua", cioè quando la causa viene dichiarata dal soggetto della frase, come pensiero di persona diversa da chi parla o chi scrive; essa vuole il modo congiuntivo e la congiunzione che la regge va tradotta con "perché a suo/loro dire".
«Marcus et Gaius Romam ive-runt quandoquidem aliquid consuli dare deberent.»
«Marco e Gaio andarono a Roma perché, a loro dire, do-vevano dare qualcosa al conso-le.»
(è la causa dichiarata da Marco e Gaio, ma nessuno ci dice che sia vero).
«Lucia tristis est quod nemo eam a-met.»
«Lucia è triste perché, a suo dire, nessuno la ama.»
(la causa è ciò che dichiara Lucia ri-guardo alla sua tristezza, ma niente ci dice che la causa sia un'altra, né che qualcuno in realtà ami Lucia).
«Iulius numquam divitis erit siquidem dii contra eum sint.»
«Giulio non sarà mai ric-co perché a suo dire gli dei sono contro di lui.»
(è la giustificazione di Giu-lio per la sua povertà).
SUBORDINATA TEMPORALE
La proposizione temporale latina è una frase subordinata che esprime una situazione di tempo a cui è collegata una reggente. In latino la proposizione temporale si può esprimere in più modi.
TEMPORALI INTRODOTTE DA CUM + MODO INDICATIVO
Il CUM temporale, con significato di «quando», «allorché», «nel tempo in cui» e può esse-re seguito da tutti i modi dell'indicativo.
Es. «Cum Caesar in Galliam venit, devastavit omnes res.»
«Quando Cesare giunse nella Gallia, devastò ogni cosa.»
TEMPORALI INTRODOTTE DA DUM; ANTEQUAM; PRIUSQUAM; DONEC; UBI E PRI-MUM
Il DUM che significa «mentre», «nel momento in cui»; con questo senso regge solo il tempo presente, qualunque sia il tempo della reggente.
Es. «Dum cresco, veterior fio»
«Mentre cresco, divengo più vecchio.»
Le locuzioni ANTEQUAM e PRIUSQUAM si traducono come «prima che» (o «prima di»). All'indicativo indicano un fatto reale e certo.
Es. «Priusquam Cicero oravit, omnes tacebant in Senatu.»
«Prima che Cicerone parlasse, in Senato tutti tacevano.»
La congiunzione POSTQUAM che significa «dopo che» o «da quando»; richiede una parti-colare attenzione ai tempi, in quanto:
1. Usato col presente indica che l'azione della temporale sussiste nel presente.
Es. «Postquam consul sum, omnes me laudant.»
«Da quando sono console, tutti mi lodano.»
2. Usato con l'imperfetto per esprimere un'azione durativa nel passato, e in espressioni con valore anche causale.
Es. «Postquam Caesar aderat, coniurantes tacuerunt.»
«Poiché Cesare si avvicinava, i congiuranti tacquero.»
3. Usato col perfetto indica che l'azione della subordinata precede immediatamente quella della reg-gente.
Es. «Postquam rhetor virus bibuit, mortuus est.»
«Subito dopo che il retore ebbe bevuto il veleno, morì.»
4. Usato con il piuccheperfetto indica che tra le azioni di reggente e temporale intercorre un certo lasso di tempo, che può essere indicato.
Es. «Undecimo die postquam a te discesseram, exaravi hoc litteram.»
«Dopo dieci giorni che sono partito da te, ti scrivo questa lettera.»
La congiunzione DONES che significa «finché (non)», «fino al momento che (non)»; con l'indicativo esprime una semplice temporale.
Es. «Donec id mihi non dices, tecum non orabo.»
«Finché non me lo dirai, non parlerò con te.»
Le congiunzioni QUOAD e QUAMDIU significano «per tutto il tempo che», e indicano uguaglianza di durata tra l'azione della reggente e quella della temporale. Valgono le stesse regole per il dum, e vengono usati con tutti i tempi dell'indicativo.
Es. «Quoad (o Quamdiu) Romae steti, pax regnavit.»
«Per tutto il tempo che sono stato a Roma ha regnato la pace.»
Le congiunzioni UT PRIMUM, CUM PRIMUM, UBI PRIMUM, SIMUL AC e STA-TIM UT che significano «non appena», «tosto che», «appena che», «come». In questo caso l'azione è coincidente o immediatamente precedente rispetto all'azione della reggente, e hanno dopo i vari tempi dell'indicativo.
Es. «Statim ut Caesar Romam pervenit, et plebs et nobilitas eum acclamaverunt.»
«Non appena Cesare giunse a Roma, sia la nobiltà sia la plebe lo acclamarono.»
AGGETTIVI DI PRIMA CLASSE
Nella prima classe troviamo soltanto aggettivi a tre uscite, una per il maschile, una per il femmini-le, una per il neutro.
Per il maschile ed il neutro seguono la 2^ declinazione, per il femminile seguono la 1^.
Proprio per questo motivo avremo dunque aggettivi nella forma -us, -a, -um (rispettivamente le u-scite del maschile, del femminile e del neutro), nella forma -er, -era, -erum, in cui la e del nom. sing. si mantiene per tutta la declinazione, o nella forma -er, -ra, -rum, in cui la e, invece , come nei sostantivi corrispondenti cade. Per sapere se la vocale va mantenuta o meno, bisogna guardare se è presente nel nominativo femminile singolare sul dizionario.
Tra gli aggettivi di prima classe va ricordato anche un gruppo di aggettivi detti pronominali; il mo-tivo di tale nome risiede nel fatto che pur essendo degli aggettivi, di prima classe, nel genitivo e nel dativo singolare si declinano come se fossero dei pronomi prendendo le uscite -ius (per il gen.) ed -i (per il dat) per il maschile, per il femminile e per il neutro.
AGGETTIVI di SECONDA CLASSE
Gli aggettivi della seconda classe seguono con le desinenze della III declinazione.
Sono divisi in tre gruppi:
aggettivi a tre terminazioni: presentano tre terminazioni al nominativo per maschile, fem-minile e neutro; sul vocabolario sono registrati con le tre forme al nominativo;
aggettivi a due terminazioni: presentano due terminazioni per il nominativo, una per il ma-schile/femminile e l'altra per il neutro; sono registrati con le due forme al nominativo;
aggettivi a una terminazione: presentano una sola terminazione al nominativo per i tre ge-neri; vengono enunciati come un normale sostantivo della terza classe, cioè con la forma al nominativo seguita da quella del genitivo.
In allegato schemi delle declinazioni.
COME RISALIRE AL NOMINATIVO??
I sostantivi parasillabi hanno il nominativo in -IS o -ES
I sostantivi imparasillabi con:
- t/d davanti all'IS del genitivo -> cadono t/d -> nominativo in -E (aries, arietis)
- p/b davanti all'IS del genitivo -> restano p/d -> nominativo in -S (plebs, plebis)
- c/g " " " " -> c/g si fondono con s -> nominativo in -X (dux, ducis)
- r " " " " -> cade la r -> nominativo in -S (flos, floris)
PRIMA DECLINAZIONE
Alla prima declinazione appartengono molti nomi femminili e pochi nomi maschili, nessun nome
neutro.
Essi presentano:
Nominativo singolare in -ă
–ae
Genitivo singolare in
i nomi maschili e femminili si declinano secondo il seguente modello:
NOMI FEMMINILI E MASCHILI –A –AE
Nominativo Ros Ros
–AE
Genitivo Ros Ros -ARUM
–A
Dativo Ros Ros -IS
–AM
Accusativo Ros Ros -AS
–A
Vocativo Ros Ros -AE
Ablativo Ros -A Ros -IS
Particolarità
–ae).
Genitivo singolare in -AS (anziché in Il sostantivo familia accompagnato dai termini
pater, mater, filius, filia, può presentare una forma più antica di genitivo in -AS.
Es. pater familias, padre di famiglia
mater familias, madre di famiglia
filius familias, figlio di famiglia
filia familias, figlia di famiglia
–arum).
Genitivo plurale in -UM (anziché in Si può trovare in: a) nomi di origine greca,
come dracma, moneta, amphora, anfora, che accanto alle forme drachm-arum, amphor-
arum, presentano la forma drachm-um, amphor-um; b) composti con i suffissi -cŏla, -gĕna,
come caelicola, abitante del cielo, Graiugena, nato in Grecia. Accanto alle forme caelicol-
arum, Graiugen-arum, si può trovare caelicol-um, Graiugen-um.
–is).
Dativo e ablativo plurale in -ABUS (anziché in I nomi femminili filia, figlia, dea, dea,
liberta, schiava liberata, e nel linguaggio degli allevatori mula, la mula, equa, la cavalla, e-
–is.
scono in -abus per distinguersi dai rispettivi maschili che escono in
Es. fili-is et fili-abus, ai figli e alle figlie
de-is et de-abus, aglidei e alle dee
equ-is et equ-abus, ai cavalla e alle cavalle
Esistono nomi comuni e nomi di città che hanno solo il plurale (pluralia tantum).
Alcuni sono:
divitiae, arum, la ricchezza Athenae, arum, Atene
insidiae, arum, l’insidia Cannae, arum, Canne
deliciae, arum, la delizia Syracusae, arum Siracusa
Nutiae, arum, le nozze Pisae, arum, Pisa
Esistono nomi che al singolare hanno un significato diverso dal plurale.
Alcuni sono:
copia, ae, abbondanza copiae, arum, truppe
lettera, ae, lettera dell’alfabeto litterae, arum, missiva
viglia, ae, veglia vigiliae, arum, sentinelle
opera, ae, opera operae, arum, operai
SECONDA DECLINAZIONE
La seconda declinazione comprende nomi femminili, maschili e neutri.
All’interno della declinazione si possono distinguere tre gruppi:
1 GRUPPO: Fanno parte del primo gruppo tutti i sostantivi che hanno la desinenza del nomina-
–US.
tivo in Per la maggiore sono nomi maschili e qualche nome femminile, tra cui i nomi di
pianta. Sono gli unici sostantivi che presentano il vocativo singolare con una terminazione diver-
sa dal nominativo.
NOMI MASCHILI E FEMMINILI –US –I
Nominativo Lup Lup
–I
Genitivo Lup Lup -ORUM
–O
Dativo Lup Lup -IS
–UM
Accusativo Lup Lup -OS
–E –I
Vocativo Lup Lup
Ablativo Lup -O Lup -IS –ER
2 GRUPPO: Sostantivi esclusivamente maschili il cui nominativo singolare termina in e in
–IR. Hanno l’uscita del vocativo uguale. La terminazione in –IR è propria del sostantivo VIR e
dei suoi composti. –ER
NOMI MASCHILI IN –ER –I
Nominativo Pu Puer
–I
Genitivo Puer Puer -ORUM
–O
Dativo Puer Puer -IS
–UM
Accusativo Puer Puer -OS
–O –I
Vocativo Puer Puer
Ablativo Puer -O Puer -IS
NOMI DEL GRUPPO VIR –IR –I
Nominativo V Vir
–I
Genitivo Vir Vir -ORUM
–O
Dativo Vir Vir -IS
–UM
Accusativo Vir Vir -OS
–IR –I
Vocativo V Vir
–O
Ablativo Vir Vir -IS
3 GRUPPO: Di questo gruppo fanno parte tutti i nomi neutri. Si differenziano da nomi maschili
in quanto al nominativo, all’accusativo e al vocativo hanno la stessa uscita in –UM al singolare e
–A
in al plurale. –UM –A
Nominativo Bell Bell
–I
Genitivo Lup Bell -ORUM
–O
Dativo Bell Bell -IS
–UM –A
Accusativo Bell Bell
–UM –A
Vocativo Bell Bell
Ablativo Bell -O Bell -IS
Particolarità
I nomi di pianta generalmente sono femminili, i nomi di frutto generalmente sono neutri.
Parole come virus, i, il veleno, pelagus, i, il mare, vulgus, i il volgo, sono di genere neutro
sebbene abbiano terminazione in -us. Esse mancano totalmente del plurale.
Il sostantivo locus, i, il luogo, i passi del libro, al singolare è sempre maschile, al plurale
presenta sia il genere neutro, loca, orum, i luoghi,sia il genere maschile, loci, orum, i passi
del libro. QUARTA DECLINAZIONE
Comprende sostantivi maschili, femminili e pochissimi neutri con il tema in -u. I nomi maschili e
femminili seguono una stessa declinazione ed escono al nominativo singolare in -ŭs, mentre i neu-
tri, che seguono una propria declinazione, escono al nominativo singolare in-ūs.
NOMI MASCHILI, FEMMINILI –US –US
Nominativo Curr Curr
–US
Genitivo Curr Curr -UUM
–UI –IBUS
Dativo Curr Curr
–UM –US
Accusativo Curr Curr
–US –US
Vocativo Curr Curr
–IBUS
Ablativo Curr -U Curr
NOMI NEUTRI –U –UA
Nominativo Corn Corn
–US
Genitivo Corn Corn -UUM
–U –IBUS
Dativo Corn Corn
–U –UA
Accusativo Corn Corn
–U –UA
Vocativo Corn Corn
Ablativo Corn -U Corn -IBUS
Particolarità alcuni nomi mantengono l’antica terminazione in
Nel dativo e ablativo plurale -ŭbus. Essi sono:
Sostantivi uscenti al nominativo singolare in -cus (eccetto porticus).
Es. arcus, arcus, arco
acus, us, ago
lacus, lacus, lago
quercus, us, quercia
specus, us, spelonca
Sostantivi: tribus, us, tribù; partus, us, parto; artus, us, membra
ĭbus
Sostantivo portus ammette entrambe le forme in e in -ŭbus.
Il sostantivo domus segue in parte la quarta, in parte la seconda declinazione, in particolare
quest’ultima per l’ablativo singolare e per l’accusativo plurale.
–US –US
Nominativo Dom Dom
–US
Genitivo Dom Dom -UUM
–UI
Dativo Dom Dom -IBUS
–UM –O
Accusativo Dom Dom
–US –US
Vocativo Dom Dom
Ablativo Dom -O Dom -IBUS
LA QUINTA DECLINAZIONE
La quinta declinazione comprende pochi sostantivi, tutti femminili, tranne dies e meridies, maschili
Escono al nominativo singolare in -ES e al genitivo singolare in -EI.
NOMI MASCHILI E FEMMINILI –ES –ES
Nominativo R R
–EI
Genitivo R R -ERUM
–EI
Dativo R R -EBUS
–EM –ES
Accusativo R R
–ES –ES
Vocativo R R
–EBUS
Ablativo R -E R
SUBORDINATA CAUSALE
La proposizione causale è una subordinata che esprime la causa dell'azione della sua reggente.
In latino essa va distinta in due tipi: la proposizione causale oggettiva e quella soggettiva. In ambe-
quandoquĭdem,
due i casi, la proposizione è retta dalle congiunzioni quia, quod, quoniam, quan-
siquĭdem si quĭdem)
do, (è possibile trovare anche o dalla locuzione prepositiva propterea quod,
tutte traducibili come "poiché", "perché", "in quanto", "siccome".
CAUSALE OGGETTIVA
La proposizione causale oggettiva, detta anche "reale", esprime la vera e obiettiva causa dell'azione
nella reggente, o anche la causa che l'autore ritiene sia vera. Va espressa con il modo indicativo, ed
è introdotta da quod, quia, quoniam.
Es. «Volo Tulliam valere «Lepus in nemore latet quia lu- «In caelo fulmina sunt quia Iuppi-
quoniam eam amo.» pum timet.» ter iratus est.»
«Voglio che Tullia stia bene «La lepre si nasconde nel bosco «In cielo ci sono i fulmini perché
perché la amo.» perché teme il lupo.» Giove si è arrabbiato.»
(è la causa vera per lo scrit- (è la causa ritenuta corretta dal- (è la causa ritenuta vera dalla colle-
tore). lo scrittore). tività).
CAUSALE SOGGETTIVA
La proposizione causale soggettiva, o anche "obliqua", cioè quando la causa viene dichiarata dal
soggetto della frase, come pensiero di persona diversa da chi parla o chi scrive; essa vuole il modo
congiuntivo e la congiunzione che la regge va tradotta con "perché a suo/loro dire".
«Marcus et Gaius Romam ive- «Lucia tristis est quod nemo eam a- «Iulius numquam divitis
runt quandoquidem aliquid met.» erit siquidem dii contra
consuli dare deberent.» eum sint.»
«Lucia è triste perché, a suo dire,
«Marco e Gaio andarono a nessuno la ama.» «Giulio non sarà mai ric-
Roma perché, a loro dire, do- co perché a suo dire gli
(la causa è ciò che dichiara Lucia ri-
vevano dare qualcosa al conso- dei sono contro di lui.»
guardo alla sua tristezza, ma niente ci
le.» dice che la causa sia un'altra, né che (è la giustificazione di Giu-
(è la causa dichiarata da Marco qualcuno in realtà ami Lucia). lio per la sua povertà).
e Gaio, ma nessuno ci dice che
sia vero). SUBORDINATA TEMPORALE
La proposizione temporale latina è una frase subordinata che esprime una situazione di tempo a
cui è collegata una reggente. In latino la proposizione temporale si può esprimere in più modi.
TEMPORALI INTRODOTTE DA CUM + MODO INDICATIVO
Il CUM temporale, con significato di «quando», «allorché», «nel tempo in cui» e può esse-
re seguito da tutti i modi dell'indicativo.
Es. «Cum Caesar in Galliam venit, devastavit omnes res.»
«Quando Cesare giunse nella Gallia, devastò ogni cosa.»
TEMPORALI INTRODOTTE DA DUM; ANTEQUAM; PRIUSQUAM; DONEC; UBI E PRI-
MUM
Il DUM che significa «mentre», «nel momento in cui»; con questo senso regge solo il tempo
presente, qualunque sia il tempo della reggente.
Es. «Dum cresco, veterior fio»
«Mentre cresco, divengo più vecchio.»
Le locuzioni ANTEQUAM e PRIUSQUAM si traducono come «prima che» (o «prima
di»). All'indicativo indicano un fatto reale e certo.
Es. «Priusquam Cicero oravit, omnes tacebant in Senatu.»
«Prima che Cicerone parlasse, in Senato tutti tacevano.»
La congiunzione POSTQUAM che significa «dopo che» o «da quando»; richiede una parti-
colare attenzione ai tempi, in quanto:
1. Usato col presente indica che l'azione della temporale sussiste nel presente.
Es. «Postquam consul sum, omnes me laudant.»
«Da quando sono console, tutti mi lodano.»
2. Usato con l'imperfetto per esprimere un'azione durativa nel passato, e in espressioni con valore
anche causale.
Es. «Postquam Caesar aderat, coniurantes tacuerunt.»
«Poiché Cesare si avvicinava, i congiuranti tacquero.»
3. Usato col perfetto indica che l'azione della subordinata precede immediatamente quella della reg-
gente.
Es. «Postquam rhetor virus bibuit, mortuus est.»
«Subito dopo che il retore ebbe bevuto il veleno, morì.»
4. Usato con il piuccheperfetto indica che tra le azioni di reggente e temporale intercorre un certo
lasso di tempo, che può essere indicato.
Es. «Undecimo die postquam a te discesseram, exaravi hoc litteram.»
«Dopo dieci giorni che sono partito da te, ti scrivo questa lettera.»
La congiunzione DONES che significa «finché (non)», «fino al momento che (non)»; con
l'indicativo esprime una semplice temporale.
Es. «Donec id mihi non dices, tecum non orabo.»
«Finché non me lo dirai, non parlerò con te.»
Le congiunzioni QUOAD e QUAMDIU significano «per tutto il tempo che», e indicano
uguaglianza di durata tra l'azione della reggente e quella della temporale. Valgono le stesse
regole per il dum, e vengono usati con tutti i tempi dell'indicativo.
Es. «Quoad (o Quamdiu) Romae steti, pax regnavit.»
«Per tutto il tempo che sono stato a Roma ha regnato la pace.»
Le congiunzioni UT PRIMUM, CUM PRIMUM, UBI PRIMUM, SIMUL AC e STA-
TIM UT che significano «non appena», «tosto che», «appena che», «come». In questo caso
l'azione è coincidente o immediatamente precedente rispetto all'azione della reggente, e
hanno dopo i vari tempi dell'indicativo.
Es. «Statim ut Caesar Romam pervenit, et plebs et nobilitas eum acclamaverunt.»
«Non appena Cesare giunse a Roma, sia la nobiltà sia la plebe lo acclamarono.»
AGGETTIVI DI PRIMA CLASSE
Nella prima classe troviamo soltanto aggettivi a tre uscite, una per il maschile, una per il femmini-
le, una per il neutro.
Per il maschile ed il neutro seguono la 2^ declinazione, per il femminile seguono la 1^.