Concetti Chiave
- I nomi italiani possono essere maschili o femminili, spesso identificati dalla desinenza, come -o per maschili e -a per femminili.
- Alcuni nomi hanno desinenze che non corrispondono al loro genere apparente, come "mano" (femminile) e "tema" (maschile).
- I nomi stranieri che terminano in consonante sono solitamente maschili, ad esempio: "ketchup" e "bar".
- Il maschile generico è usato per indicare gruppi misti, es. "ragazzi" si riferisce a alunni e alunne.
- Alcuni nomi cambiano significato con la desinenza, come "banco" (tavolo) vs. "banca" (istituto finanziario).
Nome e generi
I nomi, nella lingua italiana, posseggono diverse caratteristiche, tra le quali, il genere. Il genere dei nomi può essere di due tipi: maschile e femminile. Possiamo individuare il genere di un nome dalla sua desinenza. Analizziamo prima i casi di nomi maschili, sempre attraverso la loro desinenza:
1)Maschili:
1a) I nomi tradizionali terminanti con la vocale -o, quindi, ad esempio:
tempo, cuscino, telefono.
Attenzione: esistono nomi che terminano con la vocale -o, ma questi sono femminili, quindi è importante conoscerne il più possibile, vediamo alcuni esempi:
(la) mano, (l')autoradio, radio.
1b) I nomi "importati" dalle lingue straniere terminanti con consonante, ad esempio:
ketchup, bar, test, shock.
2)Femminili:
2a) I nomi che terminano con la vocale -a, ad esempio:
mamma, doccia, nuvola, mela, fuga.
Attenzione: esistono però nomi terminanti in -a che appartengono al genere maschile, ad esempio:
fonema, tema, diploma.
2b) I nomi che terminano con la vocale -i, per esempio:
bici, crisi, sintesi.
Esistono però nomi terminanti in -i che possono essere maschili, per esempio:
gradi, poli, gatti.
2c) Nomi che terminano con -tù o tà, per esempio:
libertà, servitù, schiavitù, città.
I nomi terminanti con la vocale -e, invece, possono essere sia maschili che femminili, ad esempio:
(la) mente, (il) pane, (il) dente, (la) parte.

Il nome maschile è spesso usato per indicare qualcosa o qualcuno che appartiene ad un determinato gruppo/specie/insieme.
E questo, racchiude al suo interno sia elementi maschili che femminili. Se ad esempio un'insegnante dicesse alla classe:
Ragazzi, fate silenzio, il termine ragazzi è riferito all'intera classe, comprendendo pertanto, sia gli alunni che le alunne.
Quindi non ci sono distinzioni relative al sesso. Questo fenomeno prende il nome di maschile generico.
Per quanto concerne i nomi di cose, invece, la distinzione tra maschile e femminile persiste e non si attua alcun mutamento, come nel caso del genere maschile.
Ci sono inoltre casi in cui la stessa radice del termine finisce con una desinenza diversa, che fa sì che il significato cambi completamente. Vediamo alcuni esempi:
Banc-o che può rifersi per esempio ad un tavolo;
Banc-a istituto dove si fanno prelevi.
Cas-a intesa come abitazione;
Cas-o qualcosa da risolvere.
In questo caso si parla di falso cambiamento di genere.
Infine, esistono nomi che, indipendentemente dall'articolo (maschile o femminile) che li precede, hanno un significato completamente diverso, per esempio:
Il radio riferito all'osso;
La radio mezzo col quale si ascolta musica.
Il polo riferito, per esempio, al polo Nord o Sud della terra.
La polo riferita invece a ciò che si indossa.
per approfondimenti vedi anche:
Categorie dei nomi
Nome
Domande da interrogazione
- Quali sono le desinenze tipiche dei nomi maschili in italiano?
- Esistono eccezioni nei nomi femminili che terminano con -a?
- Cosa si intende per "maschile generico"?
- Come cambia il significato di un nome con desinenze diverse?
I nomi maschili tradizionali terminano spesso con la vocale -o, come in "tempo" e "telefono", e quelli importati da lingue straniere terminano con una consonante, come "ketchup" e "bar".
Sì, ci sono nomi che terminano in -a ma sono maschili, come "fonema" e "tema".
Il maschile generico è l'uso del nome maschile per riferirsi a un gruppo misto di persone, come nel caso di "ragazzi" per indicare sia alunni che alunne.
Alcuni nomi cambiano completamente significato con desinenze diverse, come "banco" (tavolo) e "banca" (istituto finanziario).